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Sarà affrontato anche il campo delle medicine alternative e della psicoanalisi.



Pubblicheremo inoltre interessanti articoli di storia della medicina.

26 lug 2011


Chi si nasconde dietro le piramidi alimentari per la prima infanzia?
Tratto da http://www.nograziepagoio.it/news.htm

Ibfan Italia, ACP, AICPAM, Baby Consumers, Il Melograno, MAMI, La Leche League, No grazie pago io

Il 24 febbraio 2011 sono state presentate con una conferenza presso l’Università La Sapienza di Roma le cosiddette piramidi alimentari per la Prima infanzia, definite “la bussola per orientare, con l’aiuto insostituibile dei pediatri, le scelte nutrizionali dei genitori per i propri bambini, nel delicato periodo del divezzamento”. Tali piramidi sono state sviluppate da alcuni nutrizionisti della stessa università - Andrea Vania e Carlo Cannella, recentemente scomparso - e saranno diffuse con il patrocinio di ECOG (European Childhood Obesità Group), SIP (Società Italiana di Pediatria), FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), SINUPE (Società Italiana di Nutrizione Pediatrica), SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale), SIO (Società Italiana dell’Obesità)e SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana).

Guardando con più attenzione, insospettiti dai colori e dalla grafica sin troppo 'familiare', non abbiamo impiegato molto a capire chi si cela dietro a tale iniziativa. Leggendo i vari comunicati stampa diffusi in questi giorni, si scopre infatti che gli indirizzi internet, ai quali si rimanda il lettore che volesse approfondire, mostrano che le due piramidi sono associate al nome di una ditta di alimenti per l’infanzia, la Mellin, che appartiene al gruppo Danone. Nel sito dedicato al progetto, in seguito ad alcune polemiche sui blog che si occupano di svezzamento, i link www.piramideitaliana.it/pg-af/mellin1.php e http://www.piramideitaliana.it/pg-af/mellin2.php, sono stati opportunamente sostituiti da indirizzi senza la dicitura Mellin (ma restano visibili ad esempio al seguente indirizzo: http://lifestyle.tiscali.it/salute/articoli/collaboratori/stagno/2011/02/piramide-alimentare-infanzia.html?doctor_web ).

A conferma che si tratta di un’abile, ma non abilmente velata, campagna pubblicitaria, c’è anche un comunicato diffuso da Studio Martignoni Comunicazione Integrata (MCI) visibile all’indirizzo www.studiomartignoni.com/mellin-piramide.htm:

“Novembre 2010 - Mellin: il kit della Piramide Alimentare della Prima Infanzia. Mellin sceglie lo Studio Martignoni per sviluppare un progetto innovativo: la Piramide Alimentare della Prima Infanzia. MCI ha seguito l’ideazione e la realizzazione grafica delle due piramidi, diversificate in base alla fascia di età del bambino, e le ha utilizzate per personalizzare altrettanti block notes/ricettari, uniti in un pratico kit, distribuito ai medici pediatri di tutta Italia. L’importanza del progetto - è la prima piramide dedicata
all’alimentazione infantile - è stato illustrato da Mellin tramite diversi canali e ufficialmente durante il Congresso ECOG tenutosi lo scorso novembre a Bruxelles”.

Le associazioni firmatarie del presente comunicato stampa - Ibfan Italia, ACP, AICPAM, Baby Consumers, Il Melograno, MAMI, La Leche League Italia, No grazie pago io - chiedono che venga fatta chiarezza su questa paradossale operazione commerciale:

“I genitori hanno il diritto di sapere chi si nasconde dietro al progetto delle piramidi alimentari per la prima infanzia, perché difficilmente le sponsorizzazioni sono offerte dalle aziende in maniera ‘non condizionante’: guarda caso, nel modello proposto dalle piramidi per la prima infanzia non mancano riferimenti a omogeneizzati e liofilizzati.
In realtà, i cibi industriali non sono affatto indispensabili per alimentare correttamente un bambino: omogeneizzati e pappe pronte non hanno niente di più di un prodotto casalingo, anzi spesso qualcosa in meno: troppi zuccheri, sale, grassi con origine spesso non dichiarata e apporto calorico più elevato dello stesso prodotto fatto in casa. Per non parlare di un gusto standardizzato, sempre uguale a se stesso che non educa il palato dei bambini ai sapori legati alle stagioni, alla diversa qualità e maturazione dei frutti, al differente tipo di cibo che può essere proposto nella vita quotidiana.
Il contenuto stesso delle piramidi, infine, (3-4 poppate e una pappa a 5 mesi, a 7-8 mesi solo 2 poppate più due pasti) è deleterio per l'allattamento, ed anche in contrasto con le indicazioni UNICEF che sottolineano come i bambini fino a due anni debbano fare almeno 5 pasti”.

Ibfan Italia
ACP (Associazione Culturale Pediatri)
AICPAM (Associazione Italiana Consulenti Professionali in Allattamento Materno)
Baby Consumers
Il Melograno
MAMI (Movimento allattamento materno italiano)
La Leche League Italia (Lega per l’allattamento materno)
No grazie pago io

25 lug 2011



Un’indagine di FEDERVINI
BUON VINO E BUON CIBO, IN GIUSTE QUANTITA’
I giovani italiani prediligono le abitudini mediterranee


MILANO - La tendenza ad eccedere con le bevande alcooliche in Italia tocca soltanto una piccola parte della popolazione (6%,contro il 17 ed il 20% di Gran Bretagna e Germania). Tendenza da noi circoscritta ai giovani,fra i 16 ed i 18 anni, con un andamento teso a scomparire con il crescere dell’età (nel Regno Unito ed in Germania, si tende ad esagerare anche dopo i 25 anni). Lo rivela uno studio di FEDERVINI su “Lo stile del bere mediterraneo”.
Sono inglesi e tedeschi ad eccedere soprattutto in discoteca,perché solo il 9% degli italiani dichiara di avere tale abitudine. L’indagine ha inoltre messo in luce come la moderazione,la qualità e l’abbinamento con un cibo corretto costituiscano un valore ed un modo d’avvicinarsi e vivere il consumo di bevande alcooliche tipicamente mediterranei. In Italia ( e simile è la Francia) con una percentuale rispettivamente del 35 e del 32%,la tendenza a dilazionare il consumo d’alcoolici nel corso della settimana risulta essere superiore rispetto a quanto accade in Germania ed in Gran Bretagna. Per il 76% degli italiani il “bere poco, ma bene” resta una peculiarità importante che scende al 58% in Germania ed al 62% nel Regno Unito. Infine nel nostro Paese si conferma forte il binomio tra “buon vino e buon cibo” e ben l’82% ama bere mangiando bene. Solo al 18% , questo binomio non interessa,percentuale che sale al 47% in Gran Bretagna ed al 34% in Germania.
Secondo il presidente di Federvini,Lamberto Vallarino Gancia, il modello mediterraneo ,nello specifico quello italiano, può rappresentare un esempio positivo di consumo responsabile. Capire e discutere ogni aspetto legato a questo tema è fondamentale per aiutare i nostri giovani a costruire un rapporto sano,equilibrato e piacevole con le bevande alcooliche. Un ruolo importante lo assumono sia la famiglia, all’interno della quale per il 20% dei giovani avviene il primo consumo d’alcoolici,sia la scuola. Modelli comportamentali,informazione corretta e cultura del prodotto alcoolico sono parte integrante della nostra tradizione e come tali debbono essere trasmessi e condivisi come le generazioni future.”

GIAN UGO BERTI
(riproduzione vietata)

23 lug 2011



STATI UNITI

«Sali da bagno, droga micidiale»

La sostanza (legale) spaventa medici
e autorità americane: gli effetti sono micidiali



«Sali da bagno»: nuova, micidiale, eppur legale, droga
MILANO - Gli effetti sono micidiali. Scrive il New York Times: nello stato americano dell'Indiana un uomo è salito su un’asta di bandiera lungo una strada e si è gettato in mezzo al traffico. Un altro ha fatto irruzione in un monastero e ha accoltellato a morte un prete. In entrambi i casi senza apparente motivo. E poi ancora: nel West Virginia una donna si è ferita gravemente con un coltello perché convinta che qualcosa di orribile si nascondesse sotto la sua pelle. In Louisiana, invece, un ragazzo di 21 anni si è tagliato la gola e poi si è sparato un colpo di fucile. Sono solo alcune delle recenti vicende di cronaca nera raccontate dai media americani e, con ogni probabilità, tutte riconducibili alle potenti sostanze stupefacenti spacciate per «sali da bagno». Che si stanno diffondendo a un ritmo velocissimo, soprattutto tra i più giovani. Il loro effetto sta turbando anche i medici più esperti; diversi stati federali ora corrono ai ripari e vietano le sostanze.

NEI SALI DA BAGNO - Pazienti completamente fuori controllo, fenomeni di autolesionismo, atti di violenza sotto l’effetto di stupefacenti: una nuova droga negli Stati Uniti tormenta medici, investigatori e famiglie. Si tratta dei «sali da bagno», cosiddetti catinoni, venduti nella forma di una polvere bianca cristallina, che imitano composti come le metanfetamine. Basta annusarli, fumarli o iniettarli tipo crack e le sostanze nocive entrano in azione con conseguenze molte volte tragiche. Come riferisce ilNew York Times la droga viene attualmente venduta, per vie del tutto legali, in 22 dei 50 Stati negli Usa, perlopiù in confezioni da 50 milligrammi e al prezzo tra i 25 e i 50 dollari. Si trova in tabaccherie, in stazioni di servizio e in Rete. Sugli effetti dei composti chimici contenuti nei «sali da bagno», quali mefedrone o metilendiossipirovalerone (Mdpv), circolano vere e proprie storie dell’orrore. Il risultato sono ricoveri in ospedale e decessi.

FANNO IMPAZZIRE E UCCIDONO - Oltre ai casi di autolesionismo e di violenza contro innocenti sono gli stessi consumatori dei «sali da bagno» a rimanere vittime dei drammatici effetti, come si evince dai reperti medici. Un medico in Florida ha raccontato di un uomo la cui temperatura del corpo era salita a 42 gradi. «Sulla sua fronte si potevano cuocere le uova al tegamino», ha spiegato il dottore al Nyt. Altri suoi colleghi riferiscono di sintomi quali un forte aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco, di spasmi muscolari gravi. Il mefedrone e il composto chimico chiamato Mdpv sono infatti sostanze sintetiche molto simili al principio attivo del khat vegetale, il cathinon, una droga molto diffusa in Arabia e nell’Africa orientale. Entrambi sono capaci di alterare lo stato di coscienza.

MIX LETALE - Persino i forti tranquillanti somministrati alle vittime non avrebbero avuto l’effetto sperato tanto che alcuni medici sono ricorsi a potenti farmaci psicotropi o addirittura all'anestesia totale per immobilizzare il paziente. «Se si mettono insieme gli effetti peggiori di metanfetamine, cocaina, PCP (fenciclidina), ecstasy e Lsd, allora si ha un'idea di cosa a volte noi vediamo qui», ha sottolineato Mark Ryan, direttore del Louisiana Poison Center. Che aggiunge: «Le conseguenze psichiche possono permanere anche per diversi mesi».

LA DIFFUSIONE - In Europa i «sali da bagno» sono noti da tempo. In Germania si trovano in circolazione da almeno tre anni, in Gran Bretagna sono stati vietati nel 2010. In Italia, un decreto del ministero della Salute, in vigore da inizio giugno, ha ufficializzato la «stretta» contro le nuove droghe, aggiornando il Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, con alcune aggiunte quali il metilendiossipirovalerone, «nascosto» per l’appunto in alcuni sali da bagno. In America la diffusione sembra però inarrestabile. E le conseguenze si fanno notare: da gennaio a giugno le chiamate ai centri antiveleno sono state 3470, tutte collegate ai «sali da bagno», riferisce l’American Association of Poison Control Centers. Un numero dieci volte superiore allo stesso periodo del 2010. «Non ho mai conosciuto una droga che si diffondesse così rapidamente», ha detto David Hayes, capo della polizia di Alton, nello stato dell’Illinois.

«BAD TRIP» - Portano nomi innocenti, quasi idilliaci: «Ondata d’Avorio» (Ivory Wave); «Avorio puro»; «Colomba Rossa»; «Cielo di Vaniglia» (Vanilla Sky) o «Aura». Ad uscire allo scoperto e consigliare i giovani di stare lontano dalle nuove droghe è stato ora Neil Brown. Agli organi d’informazione americani il tossicodipendente ha raccontato di aver provato nella sua vita quasi ogni tipo di droga pesante, dall’eroina al crack, ma di aver vissuto «l’esperienza piú scioccante» con il mefedrone. «E gli effetti si fanno ancora sentire dopo mesi». Brown racconta di un «bad trip» con allucinazioni estremamente spaventose. Una volta cosciente si è accorto di essersi sfregiato il volto e l’addome con un coltello da caccia. Brown è sopravvissuto alla sanguinosa automutilazione, altri no: le autorità inquirenti stanno indagando per accertare se un uomo nel Mississippi in preda a follia omicida avesse ucciso un poliziotto proprio sotto l’influenza dei sali da bagno.

DA ILLEGALI A LEGALI - Nel frattempo il problema dei «sali da bagno» si trova in cima all'agenda politica degli Stati Uniti. Solamente nell’ultima settimana ben tre stati hanno dichiarato fuori legge i «sali»: la Louisiana, il Missouri e lo stato di New York. Sei mesi fa li aveva già preceduti la Florida. Tuttavia, la crociata a livello giuridico, appare assai difficile - negli Stati Uniti e in Europa. Dal momento che questi sali da bagno portano sulle confezioni l’avvertimento «non a uso commestibile», non rientrano infatti nell'ambito del cosidetto «Federal Analog Act», una legge federale che proibisce ogni sostanza «essenzialmente simile» ad una droga vietata. Gli esperti temono quindi che i divieti nei vari stati americani possano essere aggirati facilmente: basta sostituire una sola molecola nei sali illegali per farli diventare nuovamente legali.

Elmar Burchia
18 luglio 2011(ultima modifica: 19 luglio 2011 14:55)



Parlatene col medico
PROSTATA : IL “PSA”E’ IMPORTANTE
Si tratta di un semplice,ma indicativo esame di sangue

Forse è per un senso di riservatezza, ma alla fine il tempo perso si traduce in un boomerang che si ritorce contro la stessa persona. L’unica cosa da evitare, quindi, è di non parlarne. Al contrario,è meglio farlo prima che dopo. Ma quand’è allora il momento giusto? Intanto la persona giusta è il medico di fiducia. In tema poi di prostata e prevenzione del tumore (70 casi al giorno in Toscana), se non ci fossero precedenti in famiglia e non venissero riferiti disturbi urinari, intorno ai 50 anni è opportuno eseguire un semplice esame di sangue alla ricerca in particolare del PSA, una sigla nota a chi ne sia coinvolto,che indica il livello degli specifici enzimi e dunque capace dei far scattare un campanello d’allarme. Sulla scorta dei valori, in accordo col medico stesso, si potrà stilare un programma personalizzato di ulteriori verifiche ( visita,ecografia,biopsia,TAC, risonanza magnetica, etc.).
Un dato è certo: si tratta d’un percorso articolato quello che si deve seguire nello specifico,perché un solo dato clinico non farebbe testo e costituire la premessa per una valutazione complessiva della situazione. Lo hanno detto in un incontro – stampa promosso a Roma da Sanofi Aventis, Giacomo Carteni di Napoli e Giorgio Conti di Milano :la chiave di volta è il controllo ed il confronto nel tempo dell’evoluzione dei dati clinic,biologici e strumentali.
In positivo c’è che un percorso così strutturato può portare a scoprire il 90% dei casi quando siano ancora localizzati all’interno della prostata. Che fare,allora? Per una situazione di malignità, la chirurgia rappresenta il primo approcio, con un limite d’età anche oltre i 70 anni. Esiste la scelta a cielo aperto oppure per via laparoscopica,secondo il quadro individuale.
In tema di cure, sempre come scelta locale, è prevista la radioterapia, con o senza cura ormonale. Davanti ad eventuali insuccessi di quest’ultima,si è aggiunto,valida si pone la chemioterapia. Oggi è disponibile in ambito ospedaliero, una molecola,il docetaxel,un farmaco già impiego positivamente in altre forme di tumori. Si tratta di una molecola semisintetica estratta dagli aghi di tasso, capace di inibire la divisione cellulare,riducendo quindi la replicazione delle cellule tumorali.

GIAN UGO BERTI
(riproduzione vietata)

16 lug 2011


20 regole per l'abbronzatura sicura


Ecco alcune cose da non fare prima di esporsi al sole.
1. Esporsi al sole con gradualità, in particolare i primi giorni
2. Non avere fretta di abbronzarsi: la tintarella graduale dura molto di più.
3. Non esporsi nelle ore in cui i raggi ultravioletti sono più intensi (tra 11 e le 15)
4. Non fidarsi di vento e nuvole: riducono la percezione del calore ma le radiazioni possono comunque arrivare in una certa misura
5. Non usare prodotti solari che abbiano più di un anno «di vita»
6. Applicare i prodotti solari preferibilmente mezz' ora prima di esporsi e ripetere l'applicazione durante la giornata.
7. Riapplicare sempre la crema protettiva dopo aver fatto il bagno o la doccia
8. Evitare nel modo più categorico i solari «fati in casa» a base di erbe o altri ingredienti: ci si potrebbe trovare a spalmare inconsapevolmente sulla pelle (oppure a prendere per bocca), senza saperlo, sostanze molto sensibilizzanti che possono provocare fitofotodermatosi.
9. Non usare profumi o deodoranti prima di esporsi al sole: possono provocare macchie.
10. Se si prendono farmaci consultare il medico prima di esporsi al sole. Alcune medicine possono infatti provocare reazioni con la luce del sole o rendere la cute pelle più sensibile ai danni solari.
11. Per chi fa uso di preparati a base di derivati dell'acido retinoico o di caido glicolico è bene ricordare che questi vanno sospesi diverso tempo prima di esporsi .
12. Se si mettono sulla pelle prodotti per tenere lontano gli insetti ricordarsi che potrebbero abbassare l'efficacia di alcuni filtri solari.
13. Mettere sempre gli occhiali da sole.
14. I bambini piccoli devono essere tenuti al riparo dal sole. Le scottature in età infantile favoriscono la successiva comparsa di melanoma.
15. Per anziani e bambini usare creme solari con altissima protezione, e anche magliette e cappellino
16. Se si è calvi meglio tenere sempre il cappellino: la cute della testa è praticolarmente a rischio di scottature e tumori della pelle se non ci sono capelli.
17. Chi suda molto (per esempio se si fa sport) meglio applicare più spesso i solari perchè il sudore favorisce lo smatimento delle creme filtranti
18. Per chi vuole fare trattamenti estetici prima di andare in vacanza ricordare che è meglio evitare di sottoporsi a peeling aggressivi, a scrub e gommage, a ceretta e epilazione prima di esporsi al sole: meglio attendere qualche giorno prima di mettersi al sole e utilizzare sempre una crema da alta protezione (dai 20 in su) . Il rischio è vedere comparire sulla pelle chiazze scure molto difficile da eliminare.
19. Protezione medio-alta e attesa di circa una settimana anche per chi ha si è fatto iniettare filler a base di acido ialuronico.
20. Non usare le creme solari per aumentare il periodo di esposizione al sole, perché non è certo che i possibili danni a lungo termine siano ridotti da una crema ad alta protezione

Controlliamo la glicemia dopo pranzo
Le persone a rischio devono tenere d'occhio i paramentri in diversi momenti del giorno

14 LUGLIO 2011 - IMPORTANTE, anche in estate, è tenere sotto controllo i diversi parametri che possono dare un quadro più preciso e monitorato nel tempo dell’andamento dei valori della glicemia, ovvero dei tassi di glucosio nel sangue. Utile, in questo senso, anche il controllo della glicemia dopo il pranzo. «A parità di glicemia a digiuno e di emoglobina glicata, i pazienti che hanno una glicemia post prandiale più bassa presentano anche un rischio minore di malattie cardio-vascolari – spiega Edoardo Mannucci, direttore dell’Agenzia di diabetologia presso l’ospedale Careggi di Firenze. Le persone con il diabete, quindi, devono controllare la glicemia post-prandiale sia per ottenere buoni valori di emoglobina glicata, sia per prevenire le malattie cardiovascolari. Il controllo della glicemia post prandiale è in grado d’individuare quanto glucosio è presente nel sangue dopo due ore dal termine di un pasto sostanzioso (colazione abbondante, pranzo o cena), cioè nella fase in cui i livelli glicemici fanno registrare i picchi massimi della giornata. Nelle persone sane, il livello massimo di glicemia postprandiale non dovrebbe superare 140 milligrammi per decilitro, ed entro 3-4 ore dall’ingestione del cibo dovrebbe ritornare ai livelli basali. Sebbene esistano molti farmaci che funzionano bene sulla glicemia a digiuno e sull’emoglobina glicata, il numero di farmaci in grado di controllare glicemia post prandiale é invece limitato: tra questi, gli inibitori della DDP-4 sono tra i farmaci più efficaci, oltre ad essere quelli che presentano meno effetti collaterali».

LA TERAPIA del diabete, in ogni caso, è più complessa quando la malattia si associa all’insuffienza renale, legata al fatto che i «depuratori» del corpo non riescono a lavorare a dovere. La forma lieve o moderata riguarda circa un quarto del totale delle persone con diabete di tipo 2, soprattutto i meno giovani, mentre la forma grave interessa solo una piccola minoranza. Il problema è che anche la forma lieve o moderata d’insufficienza renale limita la possibilità di utilizzare molti dei farmaci, perché aumenta il rischio di ipoglicemie e di altri effetti collaterali, come la ritenzione idrica o l’acidosi. «Per questi pazienti le opzioni terapeutiche disponibili sono oggi limitate – spiega Gli inibitori della DDP-4 sono una nuova classe di farmaci capaci di controllare la glicemia senza determinare aumento di peso e senza rischio di ipoglicemia. E’ il caso di saxagliptin, il primo che può essere somministrato anche a pazienti diabetici con insufficienza renale lieve o moderata, allo specifico dosaggio di 2,5 milligrammi: si prevede che questa terapia sia disponibile prossimamente anche in Italia».



Federico Mereta

11 lug 2011



Un sondaggio rivela i comportamenti in caso di incontri occasionali. Più responsabili i giovani: solo 3 ragazzi su 10 sotto i 24 anni non userebbero il condom


Preservativi (Reuters)Roma, 8 luglio 2011 - Agli italiani piace senza. Solo nel 56% dei casi i rapporti occasionali con nuovi partner sono protetti e la percentuale di persone che praticano sesso sicuro diminuisce con l’aumentare dell’età. A lanciare l’allarme è Incontri-Extraconiugali.com, il portale web italiano che si rivolge a tutti coloro che cercano un’avventura al di fuori della coppia.



Il sondaggio, realizzato su un campione di 2 mila persone di entrambi i sessi di età compresa tra i 18 e i 60 anni, fornisce una versione aggiornata dei comportamenti sessuali degli italiani di oggi, mettendo in evidenza un numero elevato di incontri occasionali con una esigua tendenza all’uso del profilattico.



Soprattutto a partire dai 40 anni gli italiani di entrambi i sessi preferiscono non usare più il condom: 6 persone su 10 dichiarano infatti di non usare il profilattico durante i loro incontri occasionali, con differenze tra le varie città. A Milano, ad esempio, vige una maggiore prudenza (quasi 7 milanesi su 10 non lo farebbero mai senza preservativo con un partner occasionale), mentre a Roma la tendenza è quella di "rischiare" (il 48% degli intervistati, con punte che toccano il 66% oltre i 45 anni).



Più prudenti, comunque, risultano le donne: il 59% dichiara di volere necessariamente proteggersi nel caso di un incontro con uno sconosciuto. Mentre gli uomini sono un po’ meno timorosi e solo il 54% di essi dichiara la preferenza per l’uso del condom.



Per quanto riguarda il comportamento sessuale, sembra comunque esserci una maggiore responsabilità da parte dei giovani: solo 3 ragazzi su 10 di età fino a 24 anni farebbe sesso con un partner occasionale senza profilattico e la percentuale dei “prudenti” rimane elevata anche nelle fasce di età tra i 25 e i 29 anni (66%) e tra i 30 e i 34 anni (63%).



L’atteggiamento relativo al mancato uso del profilattico da parte di chi ha relazioni occasionali, secondo questa ricerca, è un fenomeno legato soprattutto a una bassa percezione del rischio: la maggior parte delle persone intervistate (78%) motiva infatti questa scelta affermando di non porsi il problema o di non ritenerne necessario l’uso.

7 lug 2011




PER LE MEDUSE COMPARSA ANTICIPATA

L’inquinamento possibile causa di disordini biologici. I rimedi,


Prima si dava la colpa al grande caldo ed al conseguente aumento della temperatura dell’acqua,ora si profila l’ipotesi di cambiamenti radicali nella fauna marina legati all’inquinamento e la comparsa,in eccesso,di meduse. Solitamente l’appuntamento con questi animali marini era ad agosto inoltrato(quando l’acqua al termine dell’estate diventava particolarmente calda). Ora, già all’inizio di luglio, se ne avvistano un po’ ovunque nei nostri mari.

In tema di sicurezza,per il singolo bagnate non sempre informato della localizzazione dei branchi,la scelta più pratica,volendo immergersi,è indossare la maschera,così da coprire gli occhi ed il viso,le parti più delicate del corpo.

A livello invece di rimedi empirici,tipo “fai da te”, occorre ricordare un armamentario globalmente utile: borsa odorante di cipolla, piena di limoni,bottiglie d’acqua,aceto ed ammoniaca,forellino da campo,salviette e garze. Niente a che vedere con la spesa al supermercato,solo un insieme di rimedi utili ed anche salvavita anti-meduse.

Data poi l’individualità reattiva di ogni persona alla puntura (medusa,ma anche ricci di mare,insetti, etc.) si possono riscontrare rossore e gonfiore locali,dolori ed anche reazioni più gravi come lo shock anafilattico.

Meduse/attinie – Importante è togliere tentacoli e filamenti dalla pelle dopo l’avvenuto contatto. Meglio ricorrere a salviette imbevute di acqua di mare. Impacchi a modesta pressione,senza strofinare. Si libererebbe istamina. Meglio scegliere un’esposizione al calore,che inattiva le proteine del veleno:lavaggio dunque con acqua calda ,contatto con pietra riscaldata od anche l’asfalto dello stabilimento


balneare. Ok, al contempo,per salviette imbevute d’aceto od applicare fette di limone o di cipolle. Va bene,con la dovuta prudenza,l’ammoniaca. All’epoca degli antichi speziali (Dante Alighieri,ad esempio)andava bene l’urina del soggetto stesso. Oggi, una pomata antistaminica è in grado di ridurre almeno il dolore.

Discorsi simili per tracine,scorfani,razze e ricci dove non è sbagliato immergere la parte colpita nell’acqua calda,allo scopo di facilitare l’asportazione degli aculei. Per i ricci,in particolare,la cera calda per circa trenta minuti.

Insetti – Per le punture d’api, gocce di olio essenziale puro di lavanda oppure bicarbonato di soda ed acqua, insieme, a mo’ d’impasto. Per le vespe,limone e bicarbonato. Per le zanzare,olio essenziale di menta o di grano. Qualcuno ricorre alla fetta di patata cruda applicata sul pinzo,valido anche l’aceto.

Se l’estate è il momento più delicato per questi incontri,è dunque bene verificare col medico di fiducia il proprio aspetto immunologico, cioè la possibile reazione a tali punture. Se cioè esistesse la possibilità di una terapia desensibilizzante, è bene ipotizzarne per tempo la pratica applicazione,prima che sia tardi.


GIAN UGO BERTI

(riproduzione vietata)



Contro i fastidiosi pinzi
MEDUSE: IN BORSA, UNA SEMPLICE POMATA
Un gel astringente al cloruro d’alluminio, ok anche l’acqua di mare ed il bicarboinato

Che ci crediate o no, forse vi farà anche senso, ma il rimedio più semplice ed alla portata di mano contro le punture di meduse è la sacrosanta pipì. Sul momento il contesto appare fuori luogo, ma è l’unica regola che si tramanda con regolarità, al di là del pudore.
Per il resto, tanti miti vengo sfatati dalla scienza medica. Quindi non strofinare la parte colpita (se fosse l’occhio, l’intervento medico è ancora più importante), non usare l’acqua dolce che favorisce la comparsa di neurotossine con danni al sistema nervoso, no anche a ghiaccio od acqua fredda, no pure al grattamento, che agendo sui muscoli attiverebbe la diffusione della sostanza tossica.
Sì,invece, all’acqua di mare e la disinfezione con bicarbonato. No ad impacchi d’aceto od ammoniaca, no all’impiego di alcool, che potrebbe facilitare l’apertura delle cellule urticanti delle meduse. Non rimuovere inoltre i frammenti di tentacoli con le pinzette, meglio utilizzare le mani evitando in tal modo lacerazioni dei tessuti con conseguente fuoriuscita delle sostanze dannose.
Sul piano strettamente farmacologico, il rimedio migliore in caso di contatto con i tentacoli è l’applicazione di gel astringente al cloruro d’alluminio. Si tratta di un composto ad azione rapida antiprurito, in grado poi di bloccare la produzione delle tossine. In particolare, rappresenta un rimedio anche valido, solo per la cronaca, contro le punture di zanzare. Ma chi è che si ricorderà, andando al mare pur con il pericolo meduse, di portarsi dietro questo prodotto facilmente reperibile in farmacia?
GIAN UGO BERTI ( 16 moduli )


I pro ed i contro della bella stagione
ARRIVA L’ESTATE: BAMBINI IN SICUREZZA
7 regole d’oro dei pediatri italiani

ROMA - “Arriva l’estate! Genitori,affrontiamola in sicurezza”. E’ questo l’invito dei pediatri italiani della FIMP, rivolto a chi accudisca i bambini durante le vacanze: 7 semplici regole d’oro, basate sull’esperienza degli specialisti ed assieme sulla prudenza ed il buon senso.
Eccole: in primo luogo occorre proteggere i bimbi dall’eccessiva esposizione solare con l’uso costante e ripetuto di creme a fattore di protezione superiore a 15 SPF. Applicare la crema almeno ogni due ore, soprattutto se il bambino sudi molto. L’80% del’esposizione solare nella vita di una persona è concentrata nei primi vent’anni e quindi va ridotta il più possibile, evitando le fasce maggiormente a rischio come ad esempio fra le 11 e le 16.
Prima di far giocare i bambini all’aperto nelle giornate più calde,assicurarsi che i ragazzi assumano adeguata quantità d’acqua per garantire una corretta idratazione. Se l’attività fisica si prolungasse oltre un’ora, somministrare bevande contenenti zuccheri e sali minerali,specie se il clima sia caldo umido.
Opportuno è inoltre prevenire le punture d’insetti: le zanzare pungono sia di giorno che di notte, ma ci sono anche api,zecche e d acari. Attenzione, se vicino al luogo di divertimento ci fossero ristagni d’acqua, ricorrerei ad adeguati repellenti .
Sorvegliare i bambini in particolar modo in prossimità dell’acqua anche bassa (mare,fiumi,laghi). L’ambiente umido favorisce la diffusione dei germi. Il pannolino, indossato dai più piccoli, è fonte di facile trasmissione infettiva (vedi piscine). La clorazione dell’acqua non sempre è sufficientemente adeguata. Disinfettare quindi bene le piccole piscine domestiche che vanno sempre svuotate dopo l’uso, anche per sicurezza.
Il periodo estivo favorisce,inoltre,l’insorgenza delle otiti esterne. Il ristagno d’acqua all’interno dell’orecchio favorisce lo sviluppo dei germi. Pulire quindi bene le orecchie,evitando l’uso di bastoncini cotonati. Applicare qualche goccia di vasellina all’imbocco del condotto uditivo se si frequentassero piscine o giochi acquatici.
Non lasciamo che i bimbi s’annoino. Creare un programma d’impegni ed attività sul calendario. Ciò creerà un’attesa verso la quale si potranno preparare, stimolando così la loro immaginazione. Tenete a disposizione infine materiale che si possa usare in attività creative (cartone,colori e forbici) oltre a tanti libri da leggere nelle giornate in cui non è possibile uscire all’aperto.
Attenzione alle infezioni alimentari . Lavarsi intanto bene e spesso le mani prima di manipolare gli alimenti. Carne,pesce ed uova su piatti separati dalle verdure e cotti ad alte temperature subito prima d’essere serviti. Pulire con soluzioni clorate le superfici della cucina. No a carni poco cotte od alimenti preparati in anticipo e conservati in frigorifero insieme ad alimenti crudi.
GIAN UGO BERTI
(riproduzione vietata)

5 lug 2011






I piedi della donna sono un'arma di seduzione, oltre che sinonimo di cura di sé -

I piedi delle donne sono la nuova arma di seduzione capace di fa capitolare anche il maschio più recalcitrante, purché siano curati e, magari, resi più sexy
Cosa ostentare, valorizzare per farsi notare e apprezzare da un uomo? Il seno, le gambe, i glutei o che altro? I piedi, rispondono a sorpresa gli esperti. Sì, a quanto pare, un piede, un bel piede curato, magari abbellito con smalto rosso, e incorniciato da una bella scarpa con tanto di tacco a spillo può fare la differenza.

A far emergere e svettare il piede femminile tra le preferenze degli uomini è stato un sondaggio condotto su 2.000 adulti di entrambi i sessi per conto di un’azienda internazionale produttrice di cerotti per calli, la Compeed.
«Non c'è niente di peggio che incontrare una donna guardare in basso e vedere la pelle [dei piedi] screpolata o con vesciche – dichiara Andrew Simmons un ragazzo londinese di 30 anni – Io preferisco i piedi piccoli, e se una donna si prende cura di loro poi si può dire che si prende cura di se stessa».

Quasi il 50% degli intervistati maschi ha ammesso di osservare i piedi di una ragazza o donna quando la incontrano per la prima volta. Molti di questi, poi, non si limitano all’osservazione, ma arrivano addirittura ad analizzare la personalità e a giudicare la donna proprio in base alle condizioni dei suoi piedi. Un rischio, quindi, quello di non aver i piedi a posto o nelle condizioni ideali per far colpo su un uomo.

Se tuttavia qualcuna ha pensato che siano solo i maschi a enfatizzare troppo l’importanza dei piedi, allora non si spiega come mai, il 40% delle donne intervistate ha confessato di "rinchiudere" i propri piedi dentro stivali o scarpe chiuse quando sa di averli un po’ trasandati o non curati. Il 60% ha detto che tende a nascondere i piedi poco curati a causa dell’imbarazzo o vergogna che procurerebbero.

Diverse donne (circa il 20% ) poi, sono corse ai ripari dopo che sono state umiliate a causa di qualche commento sprezzante sui loro piedi. Pelle secca e tacchi rotti sono il cruccio per il 38% delle intervistate che ammettono, nel 29% dei casi, di essere infastidite anche dallo smalto scheggiato e la comparsa di vesciche o duroni (il 14%).
Alla domanda se la cura dei piedi sia un lusso per i soli ricchi, il sondaggio ha rivelato che invece tra le persone che più agiate i piedi erano in gran parte trascurati.

In chiusura, il piede curato fa piacere sia all’uomo che alla donna. Il primo perché lo ritiene una potente attrattiva sessuale, e la seconda perché la fa sentire più a suo agio e bene con se stessa.
[lm&sdp]

Poche evidenze che i salumi possano favorire il cancro
Nessun legame tra mangiare salumi e cancro del pancreas

Mangiare salumi non aumenterebbe il rischio di cancro al pancreas -
Uno studio suggerisce che non vi sia alcun legame significativo tra il cancro al pancreas e il consumo di salumi
I salumi e gli insaccati, ma in particolare i conservanti in essi presenti, sono da tempo accusati di provocare il cancro; in particolare quello del pancreas, un tipo di cancro molto aggressivo e difficile da curare. Già recenti studi su modello animale avevano suggerito questa possibilità, oggi, tuttavia, un nuovo studio afferma che non vi sarebbero significativi legami.

I risultati di questa nuova ricerca sono stati pubblicati sull’American Journal of Epidemiology ed è stata condotta dai ricercatori del National Cancer Institute (Usa).
Qui, gli scienziati, hanno intervistato oltre 300mila adulti, i quali dovevano rispondere a un questionario riguardante 124 alimenti e le loro abitudini alimentari. Dai dati raccolti, si è dedotto che poco più di 1.000 persone avrebbero sofferto di cancro al pancreas nei prossimi 10 anni.

Sebbene questo rischio sembrasse aumentato tra gli uomini che consumavano una maggiore quantità di salumi, questa aumento era così minimo che, a detta dei ricercatori, non era significativamente considerabile. La differenza si azzerava poi nel caso delle donne che, sempre secondo lo studio, non presentavano alcun aumento di rischio di sviluppare il cancro del pancreas.

Alla fine dello studio, i ricercatori ritengono che non vi siano i numeri per ipotizzare che il consumo di salumi possa far aumentare il rischio di questo tipo di cancro negli esseri umani. Anche se i problemi derivanti dall’uso di conservanti quali i nitriti e i nitrati siano ancora oggetto di pareri discordi. Nel dubbio, cerchiamo di limitarne il consumo e seguire una dieta variegata e corretta. In questo modo, possiamo essere più tranquilli nella prevenzione delle malattie.
[lm&sdp]

1 lug 2011


informazione alimentare d’ associazioni di pazienti e società scientifiche
DIABETE E LA DOLCE VITA A TAVOLA
Presentata a Milano da MSD Italia. Un DVD con 20 ricette

MILANO - Un cuoco in cucina – che suggerisca e guidi nella preparazione di ricette semplici,economiche e gustose, rispettose dei parametri nutrizionali raccomandati ai diabetici ( 5% degli italiani) – ed un medico specialista che, commentando ogni ricetta,descriva la composizione degli alimenti,spieghi le regole le regole della terapia nutrizionale e consigli i metodi di cottura.
E’ il progetto “La dolce vita…in pratica” : un DVD con 20 ricette guidate passo per passo da immagini grafica e voce narrante. E’stato presentato a Milano come iniziativa proposta da MSD Italia e da AMD (Associazione Medici Diabetologi),ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica) , FAND (Associazione Italiana Diabetici) e SIMG (Società Italiana di Medicina Generale).
Sono oltre 17 milioni oggi gli adulti in sovrappeso,si è precisato,quasi 5 milioni gli obesi e circa tre milioni le persone con diagnosi di diabete. E’ la foto italiana circa i danni causati dall’eccesso di alimentazione e dallo stile di vita sedentario: da qui al diabete di tipo 2 il passo è breve, tanto che le stime dicono che due terzi dei diabetici siano obesi.
Tutto questo impegno , si è aggiunto, per aiutare il paziente non solo a conoscere meglio il singolo alimento, ma anche a valutare il suo inserimento nei pasti della giornata. Un aiuto pratico,quindi,da tenere in cucina, a portata di mano,per imparare a personalizzare il proprio stile alimentare nel rispetto dei parametri consentiti ad una persona con diabete e della propria specifica condizione dei salute.
Un comportamento alimentare corretto – è in particolare emerso – è infatti fondamentale oltre che per controllare il diabete anche per prevenirlo. Le regole nutrizionali qui non si discostano molto rispetto a quelle che ogni persona sana dovrebbe adottare a lungo termine per rimanerlo. Così, una migliore conoscenza dei cibi rappresenta un necessità per i diabetici ed al contempo una grande opportunità per coloro che vogliano difendere e conservare il proprio stato di salute.
Spesso chi scopra di avere una malattia cronica come il diabete (il 10% è di natura congenita e detto anche del giovane) attraversa solitamente un periodo di crisi personale e la prospettiva di cambiare e controllare sempre il proprio stile alimentare non aiuta a migliorare la situazione.
Un diabetico deve in sostanza saper scegliere gli ingredienti. Ecco perché – si è concluso – si può mangiare tranquillamente alici marinate al limone od un carpaccio di zucchine e pomodori oppure un bel piatto di orecchiette con broccoli ed acciughe fresche con crema verde. Provare per credere. Per informazioni 800.98.44.80

GIAN UGO BERTI (riproduzione vietata)