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7 mag 2012
Dalle api, la nuova arma contro i tumori
Dalle api, la nuova arma contro i tumori
Dalle api, la propoli: una sostanza che si è rivelata utile nella lotta ai tumori
Dalla propoli, un principio attivo in grado di fermare la crescita del tumore. Lo studio
La propoli è una sostanza resinosa elaborata dalle api che serve per isolare e proteggere l’alveare. Ha proprietà sfruttate da secoli in medicina popolare contro i malanni della stagione fredda come raffreddori, mal di gola, o allergie e altri disturbi.
Oggi, però, la propoli è stata oggetto di uno studio che la eleva al rango di rimedio antitumorale. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Cancer Prevention Research e riportano gli effetti dell’estratto di propoli a base di estere feniletilico dell’acido caffeico (o CAPE) sul cancro della prostata in modelli animali.
I ricercatori, guidati da Richard B. Jones, assistente professore al Ben May Department for Cancer Research e l’Institute for Genomics and Systems Biology, hanno così scoperto che trattando i topi con il CAPE, il tumore alla prostata si riduce.
«Se si alimentano giornalmente i topi con il CAPE, i loro tumori smetteranno di crescere. Dopo parecchie settimane, se si interrompe il trattamento, il tumore inizia a crescere di nuovo al suo ritmo originale – spiega Jones – Così non si uccide il cancro, ma fondamentalmente si potrà bloccare a tempo indeterminato la proliferazione del cancro alla prostata».
Il test è durato 6 settimane, e ha mostrato che nei topi con cancro della prostata umano vedevano ridurre il tasso di crescita del volume del tumore della metà. Tuttavia, come accennato, quando il trattamento con il CAPE è stato interrotto la crescita del tumore è ripresa alla velocità iniziale.
In questo, i ricercatori vedono un’attività in grado di bloccare la divisione cellulare, piuttosto che un’azione atta a uccidere le cellule cancerose. Da qui, la possibilità di tenere a bada la crescita del tumore in modo da poterlo trattare con le cure tradizionali e avere maggiori probabilità di successo.
«Pare che il CAPE interrompa sostanzialmente la capacità delle cellule tumorali di avvertire che c’è del possibile nutrimento [per loro] – fa notare Jones – Si fermano tutte le segnature molecolari che suggerirebbero che questo nutrimento c’è, così le cellule non hanno più una risposta proliferativa alla nutrizione». In sostanza le cellule non crescono perché ritengono manchi a esse il nutrimento necessario.
Ecco dunque un altro rimedio naturale che potrebbe trovare il suo spazio nell’essere di complemento, molto utile, nella cura dei tumori.
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