dieta scorretta e sostanze benefiche
Gli italiani si perdono i benefici dei flavonoidi per il cuore
Un’indagine dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano mette in luce l’importanza dei flavonoidi nella prevenzione cardiovascolare, ma gli italiani ne assumono pochi. I consigli degli esperti
Un recente studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition
suggerisce che una dieta ricca di flavonoidi può favorire la
prevenzione delle malattie cardiovascolari e ridurre il rischio di
morte.
Fin qui tutto bene, se non fosse che proprio noi italiani ci stiamo perdendo i benefici offerti da queste preziose sostanze antiossidanti perché seguiamo una dieta povera di questi elementi. Ecco quanto emerge da un’indagine dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano.
Come accennato i flavonoidi sono sostanze chimiche naturali contenute in certi alimenti; in particolare frutta e verdura. Sono considerati dei potenti antiossidanti e antinfiammatori. Ricordiamo che dietro a malattie anche gravi come quelle dell’apparato cardiaco e vascolare, e il cancro, vi è spesso un problema di ossidazione e infiammazione. I flavonoidi dunque possono essere di aiuto proprio nella prevenzione di queste patologie.
Chiunque abbia a “cuore” la salute del cuore dovrebbe pertanto assumere alimenti che possano fornire il giusto quantitativo di queste sostanze benefiche. Ma gli italiani assumono regolarmente cibi che contengono flavonoidi e in che quantità? Questa è la domanda a cui hanno tentato di rispondere gli specialisti dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano conducendo un’indagine su 7.645 soggetti (4.681 femmine e 2.964 maschi) di età superiore ai 18 anni. L’intento era di valutare il consumo medio pro-capite di flavonoidi.
Si è partiti tenendo presente che gli alimenti mediamente più ricchi di flavonoidi sono il tè, il vino rosso e la frutta (in particolare gli agrumi), e anche la verdura, l’olio (soprattutto d’oliva) e cioccolato.
Ecco i risultati dell’indagineIl tè, per esempio, è consumato dal 30% circa della popolazione, con una prevalenza per il sesso femminile (32% verso il 25,5%). Maggiore è il consumo di caffè (80% della popolazione, senza differenza tra i sessi). Tuttavia è bene tenere presente che il contenuto di flavonoidi nel caffè è inferiore rispetto a quello del tè.
Il vino rosso è consumato dal 55% della popolazione, con prevalenza nel sesso maschile (65% vs il 48%). Per quanto concerne la frutta e in particolar modo gli agrumi, sono consumati dal 60% della popolazione. Tuttavia, le porzioni di frutta consumate sembrano essere inferiori rispetto a quelle consigliate dalle linee guida per una sana e corretta alimentazione; infatti, si è stimato che il consumo medio di frutta pro capite è di circa 250 g, mentre l’apporto consigliato è di 400 g (circa 3 frutti).
Ma i dati diventano critici quando si indaga sull’apporto di verdura: si stima infatti che il consumo medio pro capite sia di 175 g al giorno, lievemente superiore nelle donne. Secondo le linee guida per una sana e corretta alimentazione andrebbe consumata una porzione di verdura da almeno 200 g a ogni pasto – siamo pertanto al di sotto della media.
«Ancora una volta ci troviamo a ribadire l’importanza dei capisaldi della dieta mediterranea – ha commentato la dottoressa Michela Barichella, Presidente di Brain and Malnutrition Association e responsabile della Struttura Semplice di dietetica e Nutrizione Clinica ICP di Milano – Raccomandando il consumo di almeno una porzione di verdura a pasto e di circa tre frutti al giorno, preferendo sempre frutta e verdura crude, fresche e di stagione. È consentito un consumo moderato di vino rosso (circa un bicchiere al giorno), di caffè (due-tre tazzine al giorno) e soprattutto di tè. Anche in questo caso, la dieta mediterranea consente un adeguato apporto di flavonoidi, importanti per la prevenzione cardiovascolare».
«È accertato che un costante e alto apporto di vegetali al naturale e di frutta fresca riduce il rischio di malattie cardiovascolari e quindi dei gravi eventi a esse correlati: soprattutto infarto cardiaco e ictus cerebrale – interviene il prof. Sergio Coccheri, Professore di Malattie Cardiovascolari dell’Università di Bologna – Che questo effetto benefico sia da attribuire ai flavonoidi contenuti in frutta e verdura è verosimile, ma non ancora dimostrato nell’uomo: gli studi clinici hanno dato infatti risultati talora contrastanti. Questo anche perché si sono spesso ricercati soltanto effetti eclatanti come la riduzione della mortalità, che è influenzata da molti altri fattori».
I CONSIGLI DELL’OSSERVATORIO NUTRIZIONALE GRANA PADANOI medici e gli esperti nutrizionisti dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano offrono i loro consigli per garantire un adeguato apporto di flavonoidi con l’alimentazione di tutti i giorni.
- Consumare legumi il più spesso possibile, almeno due-tre volte la settimana, come alternativa al secondo piatto. Se tollerati, andrebbero consumati con la buccia, ricchissima di antiossidanti.
- Consumare almeno una porzione di verdura a pasto. Per rendere più varia e completa l’assunzione di antiossidanti, consumare verdure di diverso colore: verde scuro (spinaci, broccoli, bieta ecc.); bianco (come aglio e cipolla); giallo e arancione (peperone, carota, zucca) e rosso (pomodoro, anche cotto). Preferire le verdure crude e fresche, perché gli antiossidanti possono alterarsi o perdersi con la conservazione o le cotture.
- Consumare ogni giorno circa tre frutti, preferibilmente freschi e di stagione, sempre alternando i colori: bianco (mela, pera); giallo e arancione (albicocca, pesca, agrumi ecc.); rosso (fragole, cocomero ecc.), viola (prugne, mirtilli ecc.). Si consiglia di consumare la frutta con la buccia, ben lavata.
- Consumare oli vegetali crudi (soprattutto extra vergine d'oliva) al posto di grassi animali.
- Bere un bicchiere di vino al giorno, preferibilmente rosso.
- Consumare moderatamente tè e caffè (due-tre tazze al giorno), preferendo il tè.
- Utilizzare spezie ed erbe aromatiche per insaporire gli alimenti, poiché apportano antiossidanti e permettono di limitare l’uso di sale e condimenti grassi.
Insomma, se possiamo, cerchiamo di aumentare l’assunzione di tutti quei cibi che possono fornirci sostanze utili al mantenimento della salute.
[lm&sdp]
Source: Ufficio stampa Osservatorio Nutrizionale Grana Padano
Foto: ©photoxpress.com/Roman Sigaev
Fin qui tutto bene, se non fosse che proprio noi italiani ci stiamo perdendo i benefici offerti da queste preziose sostanze antiossidanti perché seguiamo una dieta povera di questi elementi. Ecco quanto emerge da un’indagine dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano.
Come accennato i flavonoidi sono sostanze chimiche naturali contenute in certi alimenti; in particolare frutta e verdura. Sono considerati dei potenti antiossidanti e antinfiammatori. Ricordiamo che dietro a malattie anche gravi come quelle dell’apparato cardiaco e vascolare, e il cancro, vi è spesso un problema di ossidazione e infiammazione. I flavonoidi dunque possono essere di aiuto proprio nella prevenzione di queste patologie.
Chiunque abbia a “cuore” la salute del cuore dovrebbe pertanto assumere alimenti che possano fornire il giusto quantitativo di queste sostanze benefiche. Ma gli italiani assumono regolarmente cibi che contengono flavonoidi e in che quantità? Questa è la domanda a cui hanno tentato di rispondere gli specialisti dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano conducendo un’indagine su 7.645 soggetti (4.681 femmine e 2.964 maschi) di età superiore ai 18 anni. L’intento era di valutare il consumo medio pro-capite di flavonoidi.
Si è partiti tenendo presente che gli alimenti mediamente più ricchi di flavonoidi sono il tè, il vino rosso e la frutta (in particolare gli agrumi), e anche la verdura, l’olio (soprattutto d’oliva) e cioccolato.
Ecco i risultati dell’indagineIl tè, per esempio, è consumato dal 30% circa della popolazione, con una prevalenza per il sesso femminile (32% verso il 25,5%). Maggiore è il consumo di caffè (80% della popolazione, senza differenza tra i sessi). Tuttavia è bene tenere presente che il contenuto di flavonoidi nel caffè è inferiore rispetto a quello del tè.
Il vino rosso è consumato dal 55% della popolazione, con prevalenza nel sesso maschile (65% vs il 48%). Per quanto concerne la frutta e in particolar modo gli agrumi, sono consumati dal 60% della popolazione. Tuttavia, le porzioni di frutta consumate sembrano essere inferiori rispetto a quelle consigliate dalle linee guida per una sana e corretta alimentazione; infatti, si è stimato che il consumo medio di frutta pro capite è di circa 250 g, mentre l’apporto consigliato è di 400 g (circa 3 frutti).
Ma i dati diventano critici quando si indaga sull’apporto di verdura: si stima infatti che il consumo medio pro capite sia di 175 g al giorno, lievemente superiore nelle donne. Secondo le linee guida per una sana e corretta alimentazione andrebbe consumata una porzione di verdura da almeno 200 g a ogni pasto – siamo pertanto al di sotto della media.
«Ancora una volta ci troviamo a ribadire l’importanza dei capisaldi della dieta mediterranea – ha commentato la dottoressa Michela Barichella, Presidente di Brain and Malnutrition Association e responsabile della Struttura Semplice di dietetica e Nutrizione Clinica ICP di Milano – Raccomandando il consumo di almeno una porzione di verdura a pasto e di circa tre frutti al giorno, preferendo sempre frutta e verdura crude, fresche e di stagione. È consentito un consumo moderato di vino rosso (circa un bicchiere al giorno), di caffè (due-tre tazzine al giorno) e soprattutto di tè. Anche in questo caso, la dieta mediterranea consente un adeguato apporto di flavonoidi, importanti per la prevenzione cardiovascolare».
«È accertato che un costante e alto apporto di vegetali al naturale e di frutta fresca riduce il rischio di malattie cardiovascolari e quindi dei gravi eventi a esse correlati: soprattutto infarto cardiaco e ictus cerebrale – interviene il prof. Sergio Coccheri, Professore di Malattie Cardiovascolari dell’Università di Bologna – Che questo effetto benefico sia da attribuire ai flavonoidi contenuti in frutta e verdura è verosimile, ma non ancora dimostrato nell’uomo: gli studi clinici hanno dato infatti risultati talora contrastanti. Questo anche perché si sono spesso ricercati soltanto effetti eclatanti come la riduzione della mortalità, che è influenzata da molti altri fattori».
I CONSIGLI DELL’OSSERVATORIO NUTRIZIONALE GRANA PADANOI medici e gli esperti nutrizionisti dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano offrono i loro consigli per garantire un adeguato apporto di flavonoidi con l’alimentazione di tutti i giorni.
- Consumare legumi il più spesso possibile, almeno due-tre volte la settimana, come alternativa al secondo piatto. Se tollerati, andrebbero consumati con la buccia, ricchissima di antiossidanti.
- Consumare almeno una porzione di verdura a pasto. Per rendere più varia e completa l’assunzione di antiossidanti, consumare verdure di diverso colore: verde scuro (spinaci, broccoli, bieta ecc.); bianco (come aglio e cipolla); giallo e arancione (peperone, carota, zucca) e rosso (pomodoro, anche cotto). Preferire le verdure crude e fresche, perché gli antiossidanti possono alterarsi o perdersi con la conservazione o le cotture.
- Consumare ogni giorno circa tre frutti, preferibilmente freschi e di stagione, sempre alternando i colori: bianco (mela, pera); giallo e arancione (albicocca, pesca, agrumi ecc.); rosso (fragole, cocomero ecc.), viola (prugne, mirtilli ecc.). Si consiglia di consumare la frutta con la buccia, ben lavata.
- Consumare oli vegetali crudi (soprattutto extra vergine d'oliva) al posto di grassi animali.
- Bere un bicchiere di vino al giorno, preferibilmente rosso.
- Consumare moderatamente tè e caffè (due-tre tazze al giorno), preferendo il tè.
- Utilizzare spezie ed erbe aromatiche per insaporire gli alimenti, poiché apportano antiossidanti e permettono di limitare l’uso di sale e condimenti grassi.
Insomma, se possiamo, cerchiamo di aumentare l’assunzione di tutti quei cibi che possono fornirci sostanze utili al mantenimento della salute.
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Source: Ufficio stampa Osservatorio Nutrizionale Grana Padano
Foto: ©photoxpress.com/Roman Sigaev
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