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28 set 2011


Contro l’obesità vietato saltare la prima colazione

La prima colazione è importante per i bambini, anche per combattere sovrappeso e obesità - Foto: ©photoxpress.com/Tomo Jesenicnik
I pediatri a congresso lanciano l’avviso: per combattere l’obesità, sempre più diffusa tra i bambini, non bisogna saltare la colazione
Che la prima colazione sia importante ormai è risaputo. Non lo dicono solo i pediatri, in questo caso, ma anche i nutrizionisti.
Nonostante siano tutti d’accordo che la colazione sia il pasto più importante della giornata, a quanto pare però, nei fatti, non gode di grande popolarità: non a caso per molti “colazione” è soltanto una parola e non una pratica.

Saltare la colazione però è associato a un maggiore rischio di sovrappeso e obesità. E non si tratta soltanto di ipotesi ma di realtà supportata dai numeri.
Numeri che sono stati presentati ieri dai pediatri dalle SIPPS – la Società Italiana di Pediatria Sociale e Preventiva – al XXIII Congresso Nazionale di Milano, in corso dal 15 al 17 settembre.
Basti pensare che nel 2005 erano il 22 per cento i bambini che saltavano la prima colazione – come emerso da “Giocampus estate”.
A motivo di ciò, una collaborazione tra pediatri, nutrizionisti e dietisti ha permesso che prendesse vita un’attività di promozione della prima colazione mediante programmi di educazione alimentare che si sono susseguiti tra il 2007 e il 2010. La campagna informativa ha coinvolto i mezzi di comunicazione ed è stata supportata dalla distribuzione a 10mila famiglie di una guida per una sana alimentazione in età evolutiva.

Al contempo, studenti in scienze gastronomiche hanno supportato le insegnanti delle scuole primarie durante le lezioni di educazione alimentare, per un totale di 20 ore l’anno.
In più, ai bambini dai 6 ai 14 anni era data l’opportunità di partecipare a '”Giocampus estate”, un campo sportivo estivo che faceva parte del progetto di educazione alimentare e motoria per i bambini in età scolare, promosso con il supporto del Comune di Parma, l’Ispettorato agli studi, l’Università degli studi di Parma, il Cus Parma e la Barilla.

Tutte queste iniziative, hanno contribuito a diffondere la cultura dell’importanza della prima colazione tanto che, nel 2010, i dati hanno mostrato che la percentuale di bambini che saltava la colazione era scesa dal 22 per cento (del 2005) all’8 per cento. La stessa percentuale di bambini obesi, tra gli 8 e gli 11 anni, era scesa.
Ecco infine come sia possibile, con un po’ di buona volontà, prevenire il sovrappeso e l’obesità, regalando un futuro più sereno e di salute ai bambini.
Cerchiamo quindi di non far saltare la colazione ai piccoli.
[lm&sdp]

Ricordiamo i temi trattati al XXIII Congresso Nazionale della SIPPS
I vaccini
La sessione “Voglio essere vaccinato” aprirà la giornata di oggi, venerdì 16, con gli interventi, tra gli altri, di Susanna Esposito (La vaccinazione MPRV) e di Chiara Azzari (La prevenzione del meningococco).
A tutt’oggi, la varicella rimane una tra le malattie prevenibili più diffuse nel nostro Paese. In Italia, si stima che ogni anno la varicella colpisca circa 500 mila soggetti, in prevalenza in fascia pediatrica: 80% nella fascia 0-14 anni e attorno al 15-20% i soggetti “suscettibili” alla malattia tra i 10 e i 14 anni.
Ciò mette in evidenza come in Italia, per quanto riguarda la varicella, ci si trovi in “era pre-vaccinale”.
Per tanto tempo all’interno del calendario delle vaccinazioni, gli adolescenti hanno ricoperto un ruolo marginale e sono stati definiti addirittura ”the orphans of the immunization practices”. La maggior parte dei cicli vaccinali, infatti, si concludeva nell’infanzia e non esistevano specifiche vaccinazioni da somministrare a questa categoria di soggetti. Pertosse, rosolia, varicella, epatite A, infezioni da meningococco colpiscono ancora oggi gli adolescenti e sono causa di mortalità, complicanze ed ospedalizzazioni.

Negli ultimi anni l’introduzione del vaccino contro il meningococco C (Men C) e il papilloma virus (HPV) ha aperto nuove possibilità di prevenzione mirata agli adolescenti.
Tuttavia nel 2008 solo il 52% dei sedicenni aveva ricevuto il richiamo contro tetano e difterite e solo il 16% era stato vaccinato contro il Men C, con ampia variabilità interregionale. Per tutte le altre vaccinazioni le coperture rimangono inferiori al 3%.

Sovrappeso e obesità
Durante l’incontro di Milano, sarà dato ampio spazio anche al tema dell’alimentazione: problematica sempre più diffusa e correlata al sovrappeso, all’obesità e alla cattiva pubblicità, che influenza le abitudini alimentari e confonde già da piccoli i consumatori rispetto alle buone regole nutrizionali. Se ne discuterà nella sessione di venerdì “Voglio Mangiare Bene”, alla quale interverranno Giacomo Biasucci (Quando mi dai il latte vaccino?), Vito Miniello (Difendimi dalla pubblicità cattiva) e Giuseppe Banderali (Allattamento materno ed epigenetica).
La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale all’inizio di quest’anno ha contribuito attivamente alla realizzazione del Protocollo d’intesa siglato tra il Ministro della Salute Ferruccio Fazio e la Società Italiana di Pediatria, allo scopo di attuare strategie preventive che riducano il rischio di obesità nel nostro Paese, coinvolgendo le Istituzioni, le famiglie ed i pediatri.
Il progetto di prevenzione primaria, dal titolo “Mi Voglio Bene”, è stato messo a punto dal Gruppo di Lavoro sull’Obesità della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (tra i quali i membri del direttivo SIPPS Paolo Brambilla, Guido Brusoni, Giuseppe Di Mauro, Sergio Bernasconi) e coinvolgerà migliaia di pediatri e bambini in tutta Italia.

Una recente indagine, pubblicata sulla prestigiosa rivista “New England Journal of Medicine” ha evidenziato la responsabilità del nuovo marketing nell’influenzare le scelte alimentari dei piccoli. Sembra quasi che le aziende si rivolgono intenzionalmente a bambini e adolescenti stimolandoli a consumare “cibi spazzatura”, poveri di valori nutritivi, ma dall’elevata densità calorica.
Le attuali strategie pubblicitarie mandano messaggi latenti finalizzati a minare l’autorevolezza delle scelte alimentari dei genitori.
Nel corso delle ultime decadi si registra, infatti, in tutto il mondo un allarmante incremento della prevalenza di obesità, con un esordio sempre più precoce, fenomeno definito dall’OMS “l’emergenza sanitaria del terzo millennio”; purtroppo il nostro Paese e tra quelli che registra il primato europeo di obesità, a dispetto di una rinomata dieta mediterranea che viene seguita solo dagli adulti e non sempre.

La “cattiva” pubblicità
I suggerimenti proposti dalla pubblicità rivolta all’età evolutiva hanno un rilevante peso rispetto ad una carente cultura nutrizionale. Un esempio su tutti è rappresentato dagli oli tropicali, derivati dalla palma e dal cocco e utilizzati per la produzione di merendine industriali: al contrario degli altri oli vegetali, questi oli contengono una elevata concentrazione di grassi saturi, particolarmente aterogeni ed ipercolesterolemizzanti. Gli acidi grassi saturi dell’olio di cocco si attestano attorno all’87%, ossia quasi il doppio di quelli presenti nel burro (48%), sfatando così l’ingiusto primato, di quest’ultimo, di alimento dannoso per la salute.
L’insidia maggiore risiede però nelle etichette dei prodotti finiti, nelle quali gli oli tropicali (cocco, palma e palmisti) sono indicati con il termine di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, al pari degli oli di semi vari.

Autismo e ritardi mentali
Altri temi di grande importanza di cui si discuterà nel corso della manifestazione sono l’autismo ed il ritardo mentale, noti come DSA (Disturbi dello Spettro Autistico): si tratta un insieme relativamente eterogeneo di disturbi dell’età evolutiva, caratterizzati da una compromissione delle capacità comunicative e di interazione sociale e della presenza di comportamenti, attività ed interessi ripetitivi e stereotipati.

Le stime più recenti indicano una prevalenza di circa 1/150 bambini con DSA, con una percentuale maggiore di maschi colpiti rispetto alle femmine (4/1). Purtroppo i DSA non possono essere diagnosticati in modo attendibile prima del terzo anno di vita, seppur sin dalle prime descrizioni della sindrome autistica è apparso come alcune difficoltà interattive e comunicative siano presenti, anche se in forma lieve, già nei primi mesi di vita e risultano associate a problematiche dello sviluppo motorio, percettivo e sensoriale.
Indici del benessere del bambino, che si possono osservare nel corso dei primi mesi di vita, sono la motricità e le caratteristiche del pianto. Per questo è stato avviato un progetto di studio che valuta questi due elementi attraverso video e registrazioni effettuate a 10 giorni dalla nascita e poi a 6-12-18 e 24 settimane di vita.
L’interesse per quanto avviene nei primi due anni di vita di questi bambini, è motivato dall’evidenza che secondo le conoscenze attuali, una diagnosi precoce e la predisposizione di un intervento riabilitativo, prima che il disturbo si esprima nella sua pienezza, possono ridurre significativamente l’interferenza dei DSA sullo sviluppo dei piccoli, limitandone l’espressione dei sintomi.

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