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18 lug 2012

Olio di Krill come l’olio di pesce per ridurre il colesterolo

prevenzione

Olio di Krill come l’olio di pesce per ridurre il colesterolo

Olio di krill come olio di pesce contro il colesterolo e per la prevenzione delle malattie cardiache

Buone potenzialità nel ridurre lo stress ossidativo e i rischi alla salute da parte dell’olio di krill che può essere assunto in alternativa al più noto olio di pesce

L’olio di pesce è divenuto famoso da quando è stato lanciato l’allarme colesterolo e la necessità di prevenire le malattie cardiovascolari, l’infiammazione generalizzata e lo stress ossidativo: tutti fattori che possono incidere di molto sulla salute, la longevità e la qualità della vita.

Un’alternativa all’olio di pesce pare si possa trovare nell’olio di krill, estratto da un piccolo crostaceo che vive nelle acque dell’Antartico, e che può fornire una buona dose di acidi grassi omega-3 in forma di fosfolipidi, al contrario dell’olio di pesce che li fornisce in forma di trigliceridi.

In questo studio condotto dai ricercatori dell’Akershus University College, Università di Oslo (Norvegia) in collaborazione con la Aker BioMarine – un’azienda che produce l’olio di krill – si è voluto studiare gli effetti dell’olio di krill e quelli dell’olio di pesce sui lipidi del siero, nei marcatori dello stress ossidativo e dell’infiammazione. Lo scopo era quello di valutare se le diverse forme molecolari degli acidi grassi - trigliceridi e fosfolipidi – causavano una differenza nei livelli plasmatici di EPA e DHA (acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico derivati metabolici degli acidi grassi essenziali).

Per questo sono stati reclutati 113 volontari che presentavano livelli di colesterolo normali o di poco alterati. I partecipanti sono poi stati suddivisi a caso in tre gruppi.
A quelli del primo gruppo sono stati dati da assumere ogni giorno per sette settimane sei capsule di olio di krill per un totale di 3 g di EPA e 543 mg di EHA. A quelli del secondo gruppo sono state date tre capsule di olio di pesce per un totale di 1,8 g di EPA e 846 mg di DHA. Il terzo gruppo non ha ricevuto nulla poiché era il cosiddetto gruppo di controllo.

I risultati delle analisi, così come riportato sulla rivista Lipids, mostrano che vi è stato un aumento significativo nel plasma di EPA, DHA e DPA nei soggetti appartenenti a due gruppi a cui era stato dato l’olio di krill e l’olio di pesce. Ovviamente, non si sono avuti incrementi nel gruppo di controllo.
«Questo studio conferma che una dose inferiore di EPA e DHA è necessaria quando si prendono omega-3 sottoforma di fosfolipidi dell’olio di krill, rispetto alla forma trigliceridi», scrive il dottor Hogne Vik, uno degli autori dello studio.

In conclusione, si è potuto constatare un netto miglioramento dei livelli ematici di acidi grassi essenziali omega-3 e un miglioramento del rapporto tra i due tipi di colesterolo. Un vantaggio per la salute generale, suggeriscono i ricercatori.
(lm&sdp)

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