Un rapporto sessuale al giorno toglie l’infertilità di torno
Il sesso giornaliero aiuta a migliorare la qualità dello sperma negli uomini. Lo studio
La fertilità maschile e la qualità del liquido seminale è minacciata ogni giorno da scorretti stili di vita, fattori ambientali come inquinamento, dieta, sedentarietà, esposizione al calore e all’elettromagnetismo e via discorrendo… Ma, a quanto pare un’àncora di salvezza c’è ed è, guarda caso, proprio il sesso. Sì, perché, secondo uno studio avere rapporti sessuali giornalieri pare aiuti a migliorare la qualità dello sperma.
Presentato alla riunione annuale della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia di Amsterdam, lo studio australiano ha coinvolto 118 uomini con problemi di fertilità. I partecipanti presentavano tutti un danno al Dna dello sperma superiore al 15 percento, così come indicato da un indice di frammentazione del Dna detto DFI.
Nel laboratorio del dottor David Greening a Sydney i danni al Dna dello sperma sono valutati in base a diverse percentuali suggerite dal DFI, per cui un danno superiore al 15% è stato giudicato adatto allo studio.
Nella scala DFI utilizzata dai ricercatori uno sperma con danno al Dna inferiore al 15% è giudicato di qualità eccellente; con un danno compreso tra il 15 e il 24% è ritenuto un buono sperma; quello che ha un danno tra il 25 e il 29% è medio e, infine, lo sperma che presenta un danno superiore al 29% è di qualità scarsa.
«Tutto quello che sapevamo era che il rapporto sessuale il giorno dell’ovulazione offerto la più alta probabilità di gravidanza, ma non sapevamo quale fosse il miglior consiglio per il periodo che precede l’ovulazione o il recupero dell’uovo per la fecondazione in vitro – ha spiegato nel comunicato Sydney IVF Wollongong Clinic il dottor David Greening, ginecologo e specialista in endocrinologia riproduttiva e infertilità – Ho pensato che l’eiaculazione frequente potrebbe essere un meccanismo fisiologico per migliorare danni al Dna dello sperma, pur mantenendo i livelli di sperma all’interno del normale, fertile, limite».
Prima di iniziare gli esperimenti sono stati misurati i livelli di danno al Dna dello sperma dei partecipanti. I risultati delle analisi hanno mostrato danni compresi tra il 15% e il 98%, con una media DFI del 34%, se misurato dopo tre giorni di astinenza dal sesso.
Dopo aver analizzato e classificato lo sperma dei volontari, questi sono stati invitati a eiaculare ogni giorno per sette giorni di seguito. I partecipanti, durante il periodo di test non hanno apportato modifiche al loro stile di vita.
Quando, il settimo giorno, lo sperma degli uomini è stato rivalutato, Greening ha rilevato che l’81 percento dei volontari mostrava una riduzione del danno al Dna del 12% in media. Il restante 19% di volontari mostrava invece un aumento del danno in misura media del 10%. La media per l’intero gruppo è scesa al 26% DFI.
«Anche se la media è stata del 26 percento, che rientra nella gamma “equo per la qualità dello sperma – ” – commenta Greening – questo includeva il 18 percento degli uomini il cui danno al Dna dello sperma è aumentato, così come quelli in cui si è ridotto il danno».
A parte le percentuali di danno al Dna dello sperma, ciò che è apparso evidente ai ricercatori sono i cambiamenti significativi che si sono mostrati nel cambiare gamma di appartenenza: da scarsa qualità a media e buona. «Questi cambiamenti sono stati notevoli e statisticamente altamente significativi», ha sottolineato Greening.
«Inoltre, abbiamo scoperto che, sebbene l’eiaculazione frequente abbia diminuito il volume di sperma e le concentrazioni di spermatozoi, non ha compromesso la motilità degli spermatozoi e, di fatto, questa è aumentata leggermente ma significativamente».
Ricordando che saranno necessari ulteriori studi per vedere se questo miglioramento nella qualità dello sperma si traduce in migliori tassi di gravidanza, il ricercatore fa notare che precedenti ricerche hanno suggerito una tra un danno al Dna dello sperma e di tassi di gravidanza.
[lm&sdp]
Presentato alla riunione annuale della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia di Amsterdam, lo studio australiano ha coinvolto 118 uomini con problemi di fertilità. I partecipanti presentavano tutti un danno al Dna dello sperma superiore al 15 percento, così come indicato da un indice di frammentazione del Dna detto DFI.
Nel laboratorio del dottor David Greening a Sydney i danni al Dna dello sperma sono valutati in base a diverse percentuali suggerite dal DFI, per cui un danno superiore al 15% è stato giudicato adatto allo studio.
Nella scala DFI utilizzata dai ricercatori uno sperma con danno al Dna inferiore al 15% è giudicato di qualità eccellente; con un danno compreso tra il 15 e il 24% è ritenuto un buono sperma; quello che ha un danno tra il 25 e il 29% è medio e, infine, lo sperma che presenta un danno superiore al 29% è di qualità scarsa.
«Tutto quello che sapevamo era che il rapporto sessuale il giorno dell’ovulazione offerto la più alta probabilità di gravidanza, ma non sapevamo quale fosse il miglior consiglio per il periodo che precede l’ovulazione o il recupero dell’uovo per la fecondazione in vitro – ha spiegato nel comunicato Sydney IVF Wollongong Clinic il dottor David Greening, ginecologo e specialista in endocrinologia riproduttiva e infertilità – Ho pensato che l’eiaculazione frequente potrebbe essere un meccanismo fisiologico per migliorare danni al Dna dello sperma, pur mantenendo i livelli di sperma all’interno del normale, fertile, limite».
Prima di iniziare gli esperimenti sono stati misurati i livelli di danno al Dna dello sperma dei partecipanti. I risultati delle analisi hanno mostrato danni compresi tra il 15% e il 98%, con una media DFI del 34%, se misurato dopo tre giorni di astinenza dal sesso.
Dopo aver analizzato e classificato lo sperma dei volontari, questi sono stati invitati a eiaculare ogni giorno per sette giorni di seguito. I partecipanti, durante il periodo di test non hanno apportato modifiche al loro stile di vita.
Quando, il settimo giorno, lo sperma degli uomini è stato rivalutato, Greening ha rilevato che l’81 percento dei volontari mostrava una riduzione del danno al Dna del 12% in media. Il restante 19% di volontari mostrava invece un aumento del danno in misura media del 10%. La media per l’intero gruppo è scesa al 26% DFI.
«Anche se la media è stata del 26 percento, che rientra nella gamma “equo per la qualità dello sperma – ” – commenta Greening – questo includeva il 18 percento degli uomini il cui danno al Dna dello sperma è aumentato, così come quelli in cui si è ridotto il danno».
A parte le percentuali di danno al Dna dello sperma, ciò che è apparso evidente ai ricercatori sono i cambiamenti significativi che si sono mostrati nel cambiare gamma di appartenenza: da scarsa qualità a media e buona. «Questi cambiamenti sono stati notevoli e statisticamente altamente significativi», ha sottolineato Greening.
«Inoltre, abbiamo scoperto che, sebbene l’eiaculazione frequente abbia diminuito il volume di sperma e le concentrazioni di spermatozoi, non ha compromesso la motilità degli spermatozoi e, di fatto, questa è aumentata leggermente ma significativamente».
Ricordando che saranno necessari ulteriori studi per vedere se questo miglioramento nella qualità dello sperma si traduce in migliori tassi di gravidanza, il ricercatore fa notare che precedenti ricerche hanno suggerito una tra un danno al Dna dello sperma e di tassi di gravidanza.
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