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5 nov 2011


La mia creatura nasce sana
L'igiene nei primi mesi: tante buone abitudini
Studiosi britannici hanno individuato un enzima che agisce come interruttore biologico che regola la fertilità nelle donne. Si chiama SGK1



Roma, 24 ottobre 2011 - Voglia di maternità, la ricerca segna un altro passo avanti. Studiosi britannici hanno individuato un enzima che agisce come interruttore biologico che regola la fertilità nelle donne. Si chiama SGK1. Un livello elevato di questa proteina viene considerato alla stregua di un segnale di infertilità. "L’enzima - afferma Jan Brosens dell’Università di Warwick in una ricerca condotta all’Imperial College di Londra pubblicata su Nature Medicine — è stato isolato nell’utero di donne che si erano rivolte ai medici per problemi legati ad aborti spontanei ricorrenti. La regolazione dei livelli enzimatici potrebbe quindi diventare una nuova terapia contro la sterilità, o viceversa dare il via a una linea anticoncezionale".



Il calo di fecondità è un segno del progresso. "Ogni giorno - afferma la dottoressa Donatella Caserta, Dipartimento Salute Donna dell’Ospedale S. Andrea di Roma - il corpo umano entra in contatto con sostanze tossiche che interferiscono sugli equilibri degli ormoni sessuali e che possono avere ripercussioni negative". Stiamo parlando degli interferenti endocrini, elementi presenti in alimenti, tessuti, oggetti, plastiche e detergenti di uso quotidiano. Aumenterebbero i deficit di fertilità e secondo alcuni autori sono in grado di attraversare la placenta passando dalla madre al figlio. Su questi temi una ricerca triennale sarà presentata domani all’Università di Roma La Sapienza, ha preso in esame un campione di 250 coppie affette da infertilità e 10 coppie madre-figlio. L’iniziativa è Ospedale S. Andrea di Roma, in collaborazione con ISS, Università di Siena, Wwf, finanziata dal Ministero dell’Ambiente.



Alcuni tra i più grandi esperti nel campo della procreazione assistita si riuniranno nel fine settimana al centro congressi Roma Eventi con Eshre, la Società europea di riproduzione umana. per l’assise presieduta dal professor Filippo Ubaldi, Centro Genera - Clinica Valle Giulia Roma, su sterilità ed endometriosi. Nel comitato scientifico, tra gli altri relatori, Paola Viganò del S. Raffaele di Milano. In concomitanza, al Museo dell’Ara Pacis, venerdì un dibattito a più voci per iniziativa del prof Mauro Schimberni di Bioroma, tra gli ospiti Renato Seracchioli (S. Orsola - Bologna) Felice Petragli (Le Scotte, Siena), Andrea Borini (Tecnobios Bologna) e Maria Elisabetta Coccia (Università di Firenze): "Il nostro slogan è condividere un sogno per assisterlo naturalmente - spiega Annalise Giallonardo, fondatrice di Bioroma con Schimberni - affrontando l’endometriosi e la sterilità di coppia nella sua globalità".



Una delle tecniche al centro dell’attenzione riguarda il ciclo spontaneo, la fecondazione in vitro di un ovocita prelevato dall’ovaio senza stimolare le gonadi con ormoni, come avviene con la Fivet-Icsi. Intanto il centro di medicina della riproduzione Procrea di Lugano annuncia di aver adottato le linee guida statunitensi in materia di analisi genetiche sulla fibrosi cistica: "Vogliamo diminuire l’incidenza di questa malattia — spiega Giuditta Filippini, genetista — per evitare che due portatori sani possano avere figli malati". Fa discutere infine la notizia della prima donna in Italia che ha concepito un figlio con ovuli congelati dopo chemioterapia. L’annuncio di Eleonora Porcu, dell’Università di Bologna, che ha presentato il caso alla Società italiana di ginecologia e ostetricia, ha messo in moto una corsa tra donne in carriera, che chiedono di mettere in banca gli ovuli per differire la gravidanza propria in età matura.

di Alessandro Malpelo



L'IGIENE NEI PRIMI MESI. TANTE BUONE ABITUDINI

TURGIDA E LISCIA, luminosa ed elastica, la pelle dei bambini è davvero bella, ma al tempo stesso delicata e sensibile. Sottile la metà di quella dell’adulto, necessita di cure particolari, soprattutto nei primi giorni di vita, quando si desquama ed è carente di difese protettive. Ed è proprio la fragilità che fa aumentare i rischi di macerazioni, infiammazioni e lesioni causate dal contatto prolungato con sostanze irritanti come urine, feci, pannolini, biancheria e prodotti da toeletta. L’igiene è perciò fondamentale: fin dai primi giorni di vita il bebè va lavato con acqua, ma solo nell’area del pannolino, per il resto 'a secco', con il latte detergente, in attesa del primo bagnetto, che avverrà solo dopo la caduta del cordone ombelicale.



Ma questa giovane epidermide non è in grado di garantire una protezione efficace ed è bene utilizzare cosmetici con formulazioni minimaliste, controllati e sperimentati clinicamente. Ad ogni cambio, per prevenire l’eritema da pannolino, la pelle va lavata con acqua tiepida, ricordando di eseguire la pulizia, nelle femmine, dall’avanti all’indietro, in modo da evitare contaminazioni batteriche fecali; tutto questo senza utilizzare antigieniche spugne (si impregnano e trattengono sporcizia!) ma batuffoli di ovatta, aprendo e pulendo con cura tutte le pieghe della pelle. Una valida alternativa, utile anche in assenza di acqua, è rappresentata dalle salviettine detergenti specifiche per neonati, delicate, emollienti, perché già impregnate di crema idratante o di olio detergente, e soprattutto prive di alcool. La cute del piccolo va sempre asciugata per contatto e successivamente va applicata una pasta protettiva, contenente ossido di zinco (meglio sceglierla facilmente spalmabile) per formare una barriera.



Il momento del bagnetto va preparato con cura, con la vaschetta posizionata in modo stabile, la temperatura dell’acqua controllata con un termometro a lettura istantanea, compresa tra i 32°C e i 35°C , e tutto quello che serve a portata di mano: il bebè non deve mai essere lasciato solo, neanche un attimo. Il rito del bagno è quotidiano, precede la poppata della sera, e, se è seguito da un leggero massaggio, rilassa e predispone al sonno. Per i bimbi fino a tre mesi, i prodotti da sciogliere nell’acqua della vasca sono specifici, contenenti proteine ad azione lenitiva, come l’amido di riso o le apposite polveri a base di avena colloidale. Per i mesi successivi, ci sono i bagni delicati anche in versione unica per corpo e capelli, quelli agli estratti di camomilla e gli oli detergenti contro la secchezza della pelle, tutti rigorosamente senza alcool e coloranti, con PH fisiologico, azione emolliente, ideali per le pelli sensibili.

(scheda di Mariasandra Aicardi, farmacista)

di Alessandro Malpelo

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