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13 mar 2011
Allergie, come prevenirle e curarle
In vista della primavera, ecco le ultime tendenze della ricerca
Un numero sempre crescente di persone soffre di allergie.
Prurito, starnuti, occhi che lacrimano ma anche difficoltà respiratorie e finanche asma rendono un “inferno” la vita di milioni di soggetti allergici all’arrivo della Primavera.
Per saperne di più e per conoscere le ultime tendenze della ricerca in questo campo abbiamo posto qualche domanda al Dr. Antonello Arrighi, pediatra ed esperto in Omotossicologia.
Si sente dire che le allergie sono sempre più diffuse. Questo risponde a verità?
"Sì. Indubbiamente la patologia allergica negli ultimi 50 anni ha avuto un drammatico aumento di incidenza. Si stima che oggi tra il 20% e 30% della popolazione dei paesi industrializzati ne soffra. Le forme allergiche più diffuse sono: l’eczema atopico, la rinite allergica, l’asma allergico. In questi ultimi tempi anche le allergie alimentari sono notevolmente cresciute".
Quali si ritengono essere le cause della patologia allergica e perché la loro incidenza in questi anni è così cresciuta?
"L’allergia ha un eziologia plurifattoriale. Esiste in alcuni soggetti una predisposizione genetica (la probabilità di sviluppare una allergia quando nessuno dei genitori è allergico è pari al 15%, la percentuale sale al 50% se uno dei genitori è allergico ed arriva all’80% se entrambi sono allergici) ma questo non è sufficiente per scatenare un fenomeno allergico. E’ necessario che il soggetto sia esposto agli allergeni ambientali e in questi ultimi anni l’ambiente si è “imbibito” di allergeni, pensiamo alla moquette, all’inquinamento ambientale, a cibi sempre più raffinati, ecc. Infine, la causa oggi ritenuta essere forse la più importante per lo sviluppo di un allergia, è l’alterazione dell’equilibrio del Sistema Immunitario. Con questo intendiamo dire che nel soggetto allergico il sistema immunitario è come impazzito, ha sviluppato troppo una sua parte a discapito di un’altra, e purtroppo la parte che ha ipersviluppato è proprio quella che produce gli anticorpi IgE responsabili della sensibilizzazione e della successiva manifestazione allergica".
Perché questi soggetti hanno sviluppato troppo questa parte del Sistema Immunitario?
"Questa è la vera domanda per capire il perché dell’allergia.
Oggi si parla di ipotesi igienica. Cosa intendiamo? Dati sperimentali dimostrano che se durante l’infanzia non si viene a contatto con virus e batteri non si ha la possibilità di sviluppare adeguatamente, come dire, la parte buona del Sistema Immunitario, facendo, al contrario, ipertrofizzare proprio l’altra parte, quella che produce le IgE. Insomma, con una battuta, laviamo un po’ meno le mani dei nostri bambini se non li vogliamo allergici da grandi".
Possiamo quindi affermare che le allergie siano malattie del Sistema Immunitario?
"La patologia allergica, come molte altre patologie del Sistema Immunitario, può essere interpretata come l’espressione di un’alterazione della cosiddetta bilancia immunitaria.
Nel caso della malattia allergica, le cellule immunitarie chiamate Th2 (Linfociti T helper 2) sono iper-espresse, cioè lavorano in eccesso rispetto ad un’altra famiglia di cellule immunitarie chiamata TH1 (Linfociti T helper 1).
E’ questa caratteristica alterazione del Sistema Immunitario dei soggetti allergici la causa profonda della loro malattia.
Come si dice in Immunologia, è lo switch Th1/Th2 il vero “peccato originale” delle allergie.
Un ruolo predominante nella funzione dei linfociti Th (Linfociti T helper) è giocato da particolari molecole biologiche chiamate interleuchine. Esse possono essere considerate alla stregua di messaggeri capaci di informare le cellule immunitarie e di controllarne la funzione, anche quella dei linfociti Th, veri e propri “direttori d’orchestra” del sistema immunitario, da cui dipende il destino in senso positivo (guarigione) o negativo (malattia) di molte condizioni patologiche, tra cui l’allergia.
Poter correggere le alterazioni del sistema immunitario con l’uso delle interleuchine rappresenta oggi uno dei campi di ricerca più affascinanti ed innovativi della Biologia Molecolare applicata alla Medicina.
Due di queste interleuchine, in particolare la IL-12e l’Interferone-gamma, hanno la capacità di ridurre la funzione dei Linfociti Th2 (iper-espressi nel soggetto allergico) e la produzione, da parte di questi, di sostanze capaci di innescare la cascata di eventi fisiopatologici che portano alla manifestazione della sintomatologia allergica. Questi percorsi ezio-patogenetici sono conosciuti da tempo dagli allergologi e dagli immunologi ma l’applicazione clinica di queste conoscenze si è da sempre arenata contro lo scoglio degli effetti collaterali che le interleuchine “antiallergiche”, IL-12 e Interferone-γ, mostrano (…quando impiegate ad alti dosaggi, quelli normalmente utilizzati fino ad oggi)".
Qual è lo stato dell’arte della ricerca in campo allergologico?
"Nel Novembre 2009 la prestigiosa rivista scientifica Pulmonary Pharmacology & Therapeutics (Volume 22, number 6, 497-510) ha pubblicato i risultati di un interessante lavoro condotto dal Dipartimento di Morfologia Umana dell’Università degli Studi di Milano sugli effetti di bassi dosaggi di interleuchine nella cura dell’asma allergico. Si tratta di risultati straordinari, che aprono una nuova frontiera sulle possibilità di utilizzo clinico di queste molecole biologiche, altrimenti non utilizzabili ad alti dosaggi farmacologici a causa dei gravi effetti collaterali.
Il risultato degli studi dei ricercatori italiani disegna inoltre un nuovo scenario nella cura delle malattie allergiche.
Lo studio pubblicato su Pulmonary Pharmacology & Therapeutics ha dimostrato, in un modello animale (topi), gli effetti terapeutici di bassissimi dosaggi di IL-12 e IFN-gamma attivati secondo una particolare tecnica farmaceutica denominata SKA (Sequential Kinetic Activation).
I bassi dosaggi utilizzati nello studio hanno mostrato gli identici effetti degli alti dosaggi nel ridurre le condizioni di iper-reattività bronchiale, nel ristabilire i normali livelli di attività dei linfociti Th2, nel ridurre drasticamente la sintomatologia clinica.
L’attività antiasmatica dei bassi dosaggi è stata confermata anche dagli esami istologici e dalla conta cellulare nel fluido di lavaggio bronco-alveolare (conta degli eosinofili: uno dei più importanti indici di laboratorio per la diagnosi di allergia).
Anche le Ig-E specifiche (elemento fondamentale della manifestazione allergica) sono state significativamente inibite dal trattamento con i bassi dosaggi di interleuchine attivate.
L’elemento innovativo dello studio dei ricercatori italiani, che è valso il giudizio di “INTRIGUING WORK” e “…THE STUDY SUGGESTS A NOVEL APPROACH FOR THE CURE OF ASTHMA” da parte dei referees della Rivista deriva da una parte dalla scoperta della particolare associazione delle due interleuchine, IL-12 e Interferone-γ (insieme mostrano effetti superiori rispetto alla somma dei singoli effetti), dall’altra dal fatto che il “sogno scientifico” di poter utilizzare molecole biologiche come le interleuchine a bassi dosaggi (gli unici possibili per non avere effetti collaterali) diventa oggi possibile grazie alla particolare procedura farmaceutica utilizzata nella produzione delle molecole impiegate nello studio.
Si è infatti dimostrato che solo le soluzioni a bassi dosaggi di interleuchine preparate secondo il metodo SKA sono terapeuticamente efficaci tanto quanto le alte concentrazioni farmacologiche ma senza gli effetti collaterali di queste ultime.
I bassi dosaggi non attivati secondo le procedure SKA hanno viceversa mostrato un’attività biologica ed un effetto terapeutico pari a 0.
Una nuova frontiera nel campo dell’industria farmaceutica e della Biologia Molecolare sta probabilmente nascendo e i ricercatori italiani sono all’avanguardia in questo campo.
Una nuova speranza di cura per i pazienti allergici, che solo in Italia rappresentano il 20% della popolazione, sembra delinearsi all’orizzonte".
Come possono essere curate le allergie?
"La medicina tradizionale offre eccellenti strumenti terapeutici da cui, soprattutto nelle forme acute e iper-acute non si può prescindere. Penso in particolare gli antistaminici e ai cortisonici. Si tratta tuttavia di terapie fondamentalmente sintomatiche che non risolvono alla base il problema. Un passo avanti in questo senso si è fatto con l’utilizzo dei così detti “vaccini antiallergici” in grado di aumentare la tolleranza del soggetto nei confronti di determinati allergeni".
E l’Omeopatia può fare qualcosa?
"Le dirò, può fare molto più di qualcosa. Come sa l’Omeopatia cura il malato e non solo la malattia, cioè cerca di correggere quel difetto in parte costituzionale, in parte determinato dall’ambiente, che ha portato il Sistema Immunitario del soggetto allergico ad essere sbilanciato e quindi a rispondere in maniera anomala nei confronti di sostanze normalmente innocue. Oggi disponiamo di un farmaco che si chiama Engystol (1 compressa 2 volte al giorno per 60-90 giorni) che nel tempo svolge questo compito di riequilibrio della bilancia immunitaria.
In Omeopatia per aumentare la tolleranza si utilizzano, tanto quanto in Allopatia, dei “vaccini antiallergici”. Di grande efficacia si è dimostrata una particolare combinazione di pollini e altri allergeni adeguatamente diluiti chiamato Allergy Plex n° 29 (20 gocce 2 volte al giorno per 60-90 giorni). Infine spesso i soggetti allergici mostrano un alto grado di intossicazione e questo è il motivo per cui viene consigliato un prodotto di profondo drenaggio chiamato Galium Heel (20 gocce 2 volte al giorno per 60-90 giorni)".
L’Omeopatia può fare qualche cosa sulla gestione dei sintomi allergici?
"Certamente ma deve esserci sempre un’attenta valutazione da parte del medico curante che deve discriminare se intervenire con il farmaco tradizionale o con quello omeopatico.
Sui sintomi della rinocongiuntivite allergica la nostra esperienza ci porta a consigliare in particolare due medicinali omeopatici, Luffa comp. Spray Nasale (2 spruzzi per narice 4-5 volte al giorno) e Euphrasia Heel Collirio (1-2 gocce per occhio al bisogno) grazie ai quali starnuti, naso che gocciola, iperlacrimazione ecc possono essere efficacemente combattuti".
Dr. Antonello Arrighi , pediatra e Omeopata Omotossicologo
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