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28/03/2012
ALZHEIMER, QUALI SPERANZE PER I MALATI? LIBRO DI GIAN UGO BERTI
La migliore medicina contro l’Alzheimer rimane la solidarietà. Ad un secolo dalla scoperta, questa drammatica forma di demenza non trova ancora una cura concreta,lasciando di fatto mezzo milione d’italiani al sostegno delle famiglie (dove esistano), mentre lo Stato è praticamente incapace ad arginare una domanda di salute così complessa,pressante e drammatica.
Nella leggenda popolare è il “grande buio”,silenzioso ed inesorabile, che avvolge,umilia e soffoca l’essenza stessa della persona, fino a ridurla inerte materia. Sul palcoscenico della tragedia, si confrontano così due attori, il malato ed il medico. Un rapporto umano che finisce per assottigliarsi e sbiadire davanti all’inefficacia delle cure ed alla carenza delle strutture sanitarie. Un distacco forse annunciato, contenuto comunque dal ruolo degli affetti familiari e,in chiaro-scuro,del supporto sociale. Sono i due volti della malattia che incidono ancor più se, sotto il camice bianco, vivono assieme il figlio ed il medico. Tutto ed il contrario di tutto s’agita nella mente di chi debba prendere decisioni sapendo di non poter guarire e di chi voglia continuare a credere che fino a quando ci sia vita,c’è speranza. Meglio, cento volte meglio morire all’improvviso, conclude Gian Ugo Berti,presentando a Roma il libro “Ho parlato di te (Aletti Editore), perchè se sapere di morire svanendo nel buio e drammatico, svanire nel buio sapendo di morire lo e ancora di piu.
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