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27 apr 2012

Luce e infarto

la luce intensa attiva una proteina che favorisce il metabolismo del cuorePrevenire e trattare l’infarto con la luce La luce intensa, come quella diurna, pare possa ridurre i possibili danni da infarto del miocardio Gli attacchi di cuore possono essere prevenuti, o trattati per ridurne i danni quando già subiti, anche esponendosi alla luce intensa, come quella diurna solare. Lo studio Per prevenire o trattare gli attacchi di cuore oggi ci sono diverse soluzioni, come gli anticoagulanti, l’aspirina e così via. Ma, della luce, ancora non se ne era sentito parlare. E, invece, secondo un nuovo studio l’esposizione a una luce intensa come quella diurna potrebbe ridurre il rischio di attacco di cuore o ridurne i danni nel caso se ne sia già stati vittime. Ad aver messo “in luce” che la luce può avere effetti benefici sulla salute del muscolo più importante del nostro corpo sono i ricercatori Tobias Eckle e Holger Eltzschig della Scuola di Medicina dell’Università del Colorado, negli Stati Uniti. «Lo studio suggerisce che la luce intensa, o anche solo luce del giorno, potrebbe ridurre il rischio di avere un attacco di cuore o di subirne i danni – commenta il dottor Eckle, professore associato di anestesiologia, cardiologia, e biologia cellulare e dello sviluppo presso la UC – Per i pazienti, questo potrebbe significare che l’esposizione a luce diurna all’interno dell’ospedale potrebbe ridurre i danni causati da un attacco di cuore». La domanda da cui sono partiti gli scienziati dell’UC era incentrata su quale poteva essere la connessione tra la luce e l’infarto miocardico. E, una delle risposte che si è ipotizzata è il ritmo circadiano, ossia quella sorta di orologio biologico caratterizzato un ciclo periodico pari a 24 ore e influenzato dall’alternarsi di luce – per l’appunto – e buio. A regolarne l’attività sono alcuni ormoni e proteine nel cervello. Quello che è però stato preso in considerazione dagli autori di questo studio è che le proteine in questione si trovano anche in altri organi del corpo come, per esempio, nel cuore. Le scoperte fatte da Eckle e Eltzschig sono state di recente pubblicate su Nature Medicine. In particolare, gli autori hanno identificato una proteina chiamata "Period 2" che, a quanto sembra, gioca un ruolo cruciale nell’allontanare i danni al cuore a seguito di un infarto del miocardio. Una complicazione caratteristica di questo evento è la carenza o il mancato afflusso di ossigeno al cuore. Questo fatto costringe il muscolo cardiaco a supplire questa carenza o mancanza attingendo al glucosio, anziché al consueto combustibile: i grassi. Se però non sono possibili modifiche nel metabolismo del cuore, avviene che le cellule cardiache muoiono e il cuore stesso ne resta gravemente danneggiato. Il ritmo circadiano allora entra in gioco proprio in virtù di questo evento grazie all’azione della proteina Period 2 che risulta fondamentale nel promuovere il cambio di carburante – ossia dal grasso al glucosio – in modo che il metabolismo del cuore si modifichi in modo più efficiente, riducendo o prevenendo del tutto i possibili danni correlati. Lo studio in questione, condotto su modello animale, ha mostrato come la luce intensa abbia attivato la proteina Period 2 e abbia ridotto al minimo i danni causati dall’attacco di cuore. Il prossimo passo, come sempre, sarà quello di dare avvio a studi clinici sull’uomo per stabilire come la luce possa modificare il metabolismo cardiaco, grazie all’attivazione della Period 2, per prevenire i possibili e gravi danni che il cuore può subire.

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