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12 giu 2012

Mangi male e il cuore ne soffre

- dieta scorretta e rischio cardiovascolare

Mangi male e il cuore ne soffre



Il taglio dei carboidrati nella dieta pare abbia portato a un aumento dei livelli di colesterolo, nonostante il minore consumo di grassi
 

Una dieta scorretta aumenta il rischio di malattia cardiovascolare e il taglio dei carboidrati ha favorito nel tempo l’aumento del colesterolo, nonostante il minore consumo di grassi. Lo studio




La dieta è fondamentale per il benessere.
E mai come oggi è vero, dopo aver letto i risultati di un largo studio svedese durato la bellezza di 25 anni.

Pubblicati sul Nutrition Journal, la pubblicazione di BioMed Central, i risultati di questa ricerca revisionale dei ricercatori dell’Umeå University, l’Università di Göteborg e il Consiglio Nazionale del Welfare hanno messo in chiara evidenza come una cattiva alimentazione possa aumentare il rischio cardiovascolare.
Ciò che ha messo in evidenza lo studio è che una dieta a basso tenore di carboidrati in realtà ha fatto aumentare nel tempo i livelli di colesterolo, nonostante vi sia stato in parallelo un minore consumo di grassi.

Nonostante questo intervento per la riduzione dell’assunzione di grassi, nell’intero periodo di 25 anni il BMI (l’indice di massa corporeo) della popolazione è aumentato a prescindere dal tipo di dieta. L’aumento del BMI associato all’aumento di colesterolo registrato va ad aumentare di conseguenza il rischio per le malattie dell’apparato cardiocircolatorio.
I dati raccolti dai ricercatori hanno permesso di osservare come le abitudini alimentari si fossero modificate a seguito degli interventi di sensibilizzazione e partecipazione a determinati programmi come per esempio il Västerbotten Intervention Programme (VIP) varato nel 1985. Questo programma prevedeva un’informazione sulla salute e l’alimentazione, una migliore etichettatura dei prodotti, una consulenza alimentare, esami clinici e altro ancora.
Le informazioni provenienti dal VIP sono poi state combinate con quello di un altro programma denominato WHO MONICA, che intende monitorare i fattori di rischio cardiovascolare.

Il progetto VIP, in particolare, prevedeva una diversa distribuzione dei grassi e dei carboidrati nella dieta. Questo effetto si è mostrato con una riduzione del 3 percento nel consumo di grassi per gli uomini e del 4 percento per le donne. Misurato nel 1992, il dato è rimasto stabile fino al 2005. La modifica nell’assunzione, sia per quantità che per qualità, si è rivelata in un abbassamento generale dei livelli di colesterolo. Tuttavia, dopo il 2005 i livelli totali di grassi saturi è tornato ad aumentare, mentre in parallelo è diminuito il consumo di carboidrati complessi per via di una campagna mediatica che promuoveva diete a basso indice glicemico (IG).
Il problema è che, da questo punto in poi, i livelli di colesterolo hanno cominciato di nuovo ad aumentare, nonostante l’introduzione di un trattamento ipocolesterolemizzante.

«L’associazione tra nutrizione e salute è complessa – ha commentato il prof. Ingegerd Johansson, principale autore dello studio – Si tratta di componenti alimentari specifici, di interazioni tra questi componenti alimentari, e di interazioni con i fattori genetici e le singole esigenze. Mentre diete con un basso contenuto di carboidrati/ricche di grassi possono aiutare nel breve termine con una perdita di peso, i risultati di questo studio svedese dimostrano che la perdita di peso a lungo termine non viene mantenuta e che questa dieta aumenta il colesterolo nel sangue, che ha un forte impatto sul rischio di malattie cardiovascolari».
Insomma, diventa sempre più difficile capire quale sia la dieta giusta per mettersi al riparo dalle mille insidie per la salute. Di certo, come sempre, la via migliore è l’equilibrio: i grassi sono utili, ma non bisogna eccedere, così come bisogna assumere i carboidrati complessi… In definitiva, come detto, il bilanciamento è essenziale e poi la scelta migliore potrebbe essere quella di consultarsi con un nutrizionista che possa adeguare la dieta per ognuno, poiché le cose possono sempre essere differenti da individuo a individuo.
[lm&sdp]

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