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23 lug 2011
Parlatene col medico
PROSTATA : IL “PSA”E’ IMPORTANTE
Si tratta di un semplice,ma indicativo esame di sangue
Forse è per un senso di riservatezza, ma alla fine il tempo perso si traduce in un boomerang che si ritorce contro la stessa persona. L’unica cosa da evitare, quindi, è di non parlarne. Al contrario,è meglio farlo prima che dopo. Ma quand’è allora il momento giusto? Intanto la persona giusta è il medico di fiducia. In tema poi di prostata e prevenzione del tumore (70 casi al giorno in Toscana), se non ci fossero precedenti in famiglia e non venissero riferiti disturbi urinari, intorno ai 50 anni è opportuno eseguire un semplice esame di sangue alla ricerca in particolare del PSA, una sigla nota a chi ne sia coinvolto,che indica il livello degli specifici enzimi e dunque capace dei far scattare un campanello d’allarme. Sulla scorta dei valori, in accordo col medico stesso, si potrà stilare un programma personalizzato di ulteriori verifiche ( visita,ecografia,biopsia,TAC, risonanza magnetica, etc.).
Un dato è certo: si tratta d’un percorso articolato quello che si deve seguire nello specifico,perché un solo dato clinico non farebbe testo e costituire la premessa per una valutazione complessiva della situazione. Lo hanno detto in un incontro – stampa promosso a Roma da Sanofi Aventis, Giacomo Carteni di Napoli e Giorgio Conti di Milano :la chiave di volta è il controllo ed il confronto nel tempo dell’evoluzione dei dati clinic,biologici e strumentali.
In positivo c’è che un percorso così strutturato può portare a scoprire il 90% dei casi quando siano ancora localizzati all’interno della prostata. Che fare,allora? Per una situazione di malignità, la chirurgia rappresenta il primo approcio, con un limite d’età anche oltre i 70 anni. Esiste la scelta a cielo aperto oppure per via laparoscopica,secondo il quadro individuale.
In tema di cure, sempre come scelta locale, è prevista la radioterapia, con o senza cura ormonale. Davanti ad eventuali insuccessi di quest’ultima,si è aggiunto,valida si pone la chemioterapia. Oggi è disponibile in ambito ospedaliero, una molecola,il docetaxel,un farmaco già impiego positivamente in altre forme di tumori. Si tratta di una molecola semisintetica estratta dagli aghi di tasso, capace di inibire la divisione cellulare,riducendo quindi la replicazione delle cellule tumorali.
GIAN UGO BERTI
(riproduzione vietata)
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