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19 apr 2011


IL CASO


«Drogata di solarium» fin da bambina

La storia di una giovane inglese torna a far parlare di divieto ai lettini solari per i minorenni.




Tanoressia: una droga
MILANO – La tintarella come una droga, come una malattia, perché loro, i forzati della pelle nera a tutti i costi, non si percepiscono mai abbastanza scuri e si espongono a ore e ore di sole vero o artificiale. Negli Stati Uniti se ne parla già da tempo e la chiamano «tanoressia», dall’unione della parola tan, abbronzatura, all’anoressia. Ora anche in Gran Bretagna il problema torna alla ribalta con la storia di un’adolescente raccontata dal quotidiano Daily Mail: una ragazzina inglese 17enne si ritrova a fare i conti la forma più aggressiva di tumore della pelle, un melanoma, e confessa ai medici che dall’età di 12 anni rinuncia alla mensa scolastica diversi giorni alla settimana per utilizzare i soldi risparmiati al solarium. E in Italia? Secondo le più recenti statistiche la sindrome compulsava da sole sarebbe una vera e propria malattia che interessa più di 10 milioni di connazionali, fra adulti e giovani. E se sono circa un milione e mezzo i ragazzi italiani fra i 14 e i 18 anni che fanno almeno una lampada abbronzante all’anno, fra questi 700mila sono da catalogarsi come «lettino-dipendenti», perché ne fanno più di una al mese.


LA STORIA - «È una delle pazienti più giovani che abbiamo visto qui e non mi è parsa del tutto consapevole di quanto abbia messo la sua vita in pericolo - ha riferito al Daily Mail Susan Waterfield, responsabile dell’Istituto specialistico di dermatologia di Middlesbrough -. Sua madre invece era sconvolta, non sapeva che sua figlia usava i lettini solari, tantomeno con questa frequenza». E il fenomeno non sarebbe isolato: «Abbiamo avuto un aumento di casi di melanomi maligni - spiega Waterfield -. Il più giovane prima di questo caso era un 21enne, ma vediamo soprattutto molti trentenni e tutti ammettono di fare sessioni abbronzanti sin da giovanissimi». I britannici tornano così a parlare del divieto, che dovrebbe entrare in vigore a breve, di utilizzo dei lettini solari per i minori di 18 anni, con multe salate (fino a 20mila sterline) per i trasgressori. Una soluzione, quella della proibizione per i minorenni, già adottata dal Brasile e recentemente proposta anche in Italia. Soprattutto dopo il verdetto emesso nel 2009 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della Sanità : le lampade abbronzanti sono cancerogene e, soprattutto se l’abitudine al lettino solare inizia da giovanissimi, aumentano notevolemente i rischi di tumore cutaneo, anche di una forma aggressiva come il melanoma.

SOLE AMICO, SERVE SOLO BUON SENSO – Attenzione, però: se il valore del sole come alleato della salute è stato più volte scientificamente provato, al contrario non è stata dimostrata una correlazione diretta fra i raggi ultravioletti e l’insorgenza di un melanoma (che fra l’altro è un tumore più frequente in zone del corpo normalmente meno esposte alla luce, come il tronco). Cosa significa? «Significa che, come per ogni cosa, il troppo stroppia e anche per l’esposizione ai raggi ultravioletti (naturali del sole o artificiali nei solarium) basta ricorrere alla moderazione, tenendo presente che se il livello di radiazioni emanate dal sole a mezzogiorno nel mese di luglio è pari a 50 Watt quello di un lettino abbronzante è dieci volte superiore, circa 500 Watt: uno shock per i melanociti, cioè le cellule responsabili dell’abbronzatura» sintetizza Nicola Mozzillo, direttore del Dipartimento melanoma e vice direttore scientifico dell’Istituto tumori Fondazione Pascale di Napoli. I raggi solari sono invece un toccasana certo per chi soffre di psoriasi e un’esposizione solare moderata e costante può essere un antidepressivo naturale grazie alla stimolazione del rilascio di endorfine. E ancora, la vitamina D (che l’organismo sintetizza in gran parte proprio grazie all’azione dei raggi ultravioletti assorbiti dalla pelle) è un prezioso fortificante delle nostre ossa che agisce anche contro malattie infettive, autoimmuni e cardiovascolari. «Bisogna solo evitare le ore più calde, prendere il sole gradualmente e utilizzare una crema protettiva per evitare le scottature – conclude Mozzillo -. Le ustioni non vanno prese alla leggera perché, fra i principali fattori di rischio di alcuni tumori cutanei (quelli epiteliali, cioè carcinomi basali e spinocellulari), c’è proprio l’eccessiva esposizione al sole in età infantile e giovanile, insieme a pelle e occhi chiari e a un elevato numero di nei. Frequenti e ripetute scottature potrebbero, in questi casi, portare al formarsi di lesioni precancerose».

Vera Martinella (Fondazione Veronesi)

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