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COLON – RETTO: O.K. I FARMACI A BERSAGLIO MOLECOLARE
Contro un tumore che provoca 15 mila decessi all’anno in Italia
ROMA – Diagnosi precoce,progressi della ricerca e terapie mirate consentono di migliorare le prospettive per le persone colpite dal secondo fra i tumori in Italia, quello a carico del colon – retto. Ogni hanno nel nostro Paese emergono 37 mila nuovi casi, con 15 mila decessi. Più colpiti gli uomini. La sopravvivenza a cinque anni è di circa il 65 %, ma sale al 90% se la neoplasia viene rilevata ad uno stadio iniziale.
Oggi - si è detto nel convegno svoltosi a Roma e promosso da Roche – anche per i pazienti con malattia avanzata, associare la chemioterapia a farmaci antiangiogenesi come il bevacizumab,può aumentare la sopravvivenza fino a tre anni, con un impatto molto contenuto sugli effetti collaterali.
Secondo Giuseppe Tonini, dell’Università Campus Biomedico di Roma,l’esame del sangue occulto delle feci è in grado di ridurre la mortalità del 13 – 33% e rappresenta ancora la procedura non invasiva più comunemente utilizzata per la diagnosi precoce ( un controllo annuale e la colonscopia ogni cinque dall’età di 50 anni).
L’aggiunta dei farmaci a bersaglio molecolare all’armamento terapeutico, ha precisato Carlo Barone dell’Università romana del Sacro Cuore, ha contribuito in maniera determinante a tali risultati. Bevacizumab ha determinato un aumento della sopravvivenza fino a tre anni ed una sopravvivenza libera da malattia di un anno.
Risultati interessanti – ha concluso Enrico Cortesi, dell’Università La Sapienza di Roma – perché ottenuti senza incrementi significativi di tossicità, con un buon profilo di tollerabilità della cura ed aderenza da parte del paziente, accanto ad una buona qualità di vita, superiore a quella dei malati non trattati, dato che, tal’ora, si traduce nella scomparsa dei disturbi.
GIAN UGO BERTI
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