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28 dic 2010
Da uno studio su criminali finlandesi svelato il segreto dell'impulsività violenta
MILANO
Scatta nei maschi sotto l’influsso dell’alcol l’interruttore genetico del raptus identificato da un team internazionale guidato dai National Institutes of Health (Nih) americani, che ha “setacciato” il Dna di alcuni cittadini finlandesi colpevoli di crimini violenti non premeditati. La ricerca è pubblicata su Nature e anche se, a detta degli stessi autori, la scoperta non basta da sola a spiegare tutta la gamma dei possibili comportamenti dettati da impulsi incontrollati, aiuta comunque a far luce sulle azioni violente spesso commesse da chi ha esagerato con l’alcol, aprendo la strada all’eventuale definizione di strategie diagnostiche e terapeutiche. La mutazione nel mirino riguarda il gene HTR2B, che regola la produzione di un recettore cerebrale della serotonina.
«L’impulsività è un fattore coinvolto in numerosi comportamenti patologici, dall’aggressività verso gli altri, al suicidio, alla dipendenza», sottolinea David Goldman, coordinatore dell’equipe di ricerca, a capo del Laboratorio di neurogenetica dell’Istituto nazionale sull’alcolismo e l’abuso di alcol degli Nih. Ma l’impulsività, precisa l’esperto, «è anche un tratto caratteriale vantaggioso in tutti i casi in cui bisogna prendere una decisione rapida, o quando può convenire assumersi un rischio».
In collaborazione con scienziati finlandesi e francesi, Goldman e colleghi hanno studiato un gruppo di finlandesi autori di crimini violenti commessi apparentemente “a ciel sereno”. La scelta è caduta sulla Finlandia per ragioni di semplicità genetica: poiché gli attuali abitanti del Paese scandinavo discendono da un numero relativamente piccolo di antenati, le probabilità di individuare i geni che influenzano i comportamenti impulsivi sarebbero state superiori.
I ricercatori hanno mappato il Dna dei finlandesi autori di raptus criminali, confrontandolo con quello di altrettanti connazionali senza problemi di impulsività grave (gruppo controllo). Gli scienziati hanno così osservato che l’unico elemento predittivo di un comportamento patologicamente impulsivo era la variante di un gene, l’HTR2B, che codifica un recettore della serotonina localizzato nel cervello. La serotonina, ricordano infatti gli studiosi, è un neurotrasmettitore che influenza numerosi comportamenti, compresa l’impulsività.
«La cosa interessante - nota Goldman - è che abbiamo scoperto anche come essere portatori di questa variante genetica non sia sufficiente per agire con impulsività violenta. I possessori di questa mutazione a rischio raptus che avevano commesso un atto di questo genere erano maschi. E tutti erano diventati violenti soltanto sotto i fumi dell’alcol, sostanza che già di per sé contribuisce a sciogliere i freni inibitori». Per verificare la scoperta gli studiosi hanno quindi condotto un esperimento sui topi, confermando che, quando l’equivalente murino del gene umano HTR2B veniva eliminato o “spento”, gli animali diventavano più impulsivi. Test sull’eventuale influenza dell’alcol anche nei topi sono ancora in corso.
Nonostante la variante genetica identificata sia «relativamente diffusa in Finlandia», Goldman e colleghi tengono a puntualizzare che l’impulsività dipende da un mix di fattori genici e ambientali. Ulteriori studi sono dunque necessari per chiarire meglio l’origine del raptus.
La Stampa Scienze
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