![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWqxxu5Wi4SorG6hhoBQ_Q9qXA2RkzJ7-1nvqJW-PAUKF4QMuAHX2Gre8ZecN55ZbXPCQl0i8OT7T2LOM19SkHoxrbjDSwLoZjFv8lqpla2TL1qqyVWkU_6atPfi928rU8EDHmOiH6qc9W/s400/seno.jpg)
MAMMELLA:NOVITA’ NELLE CURE
Un passo avanti nella cura del tumore al seno ( 10 nuovi casi al giorno in Toscana). Si tratta di una novità che interessa la fase più delicata ovvero la presenza di metastasi (le sue ripetizioni a distanza rilevabili nel 30% dei casi), grazie ad innovative tecniche che consentono il trasporto del farmaco dentro ogni cellula malata.
Il tumore – si è detto ad un incontro stampa sull’argomento promosso, a Roma,da Celgene – non è soltanto una massa come si riteneva fin’ora, bensì un insieme di cellule alterate. Cambia dunque radicalmente il meccanismo d’azione anche con molecole già in uso, quali i “taxani”.
Il primo segreto è la riduzione delle dimensioni delle molecole del farmaco che diviene più piccolo di un globulo rosso e vengono rivestite dal loro trasportatore, come una “navicella spaziale”, una molecola d’albumina umana. Secondo vantaggio è la possibilità di non utilizzare altre sostanze alternative, causa di reazioni allergiche ed evitare così il ricorso al cortisone.
Su queste basi agisce il Paclitaxel, con la possibilità di aumentare le dosi di terapia e dunque potenziarne l’effetto. Terzo, la capacità d’accelerare i tempi della seduta che,dalle quattro ore attuali con cadenza trisettimanale, scende ad una soltanto, a medesimi intervalli.
In tal senso si sono espressi i proff. Paolo Marchetti e Francesco Cognetti di Roma e Sabino De Placido di Napoli. Per le donne che affrontano la fase più difficile della battaglia contro il tumore al seno – è il loro messaggio – l’attenzione alla qualità della vita è un principio fondamentale: l’aggiustamento personalizzato della dose,tempi brevi d’infusione ed effetti indesiderati mitigati rappresentano vantaggi significativi per una paziente con neoplasia in fase avanzata, spesso costretta a fronteggiare non solo gli effetti della malattia, ma anche la pesantezza delle cure ed i loro eventuali riscontri collaterali.
Non esiste un unico trattamento standard di terapia e per individuare il più adeguato occorre considerare i fattori prognostici, eventuale stato della menopausa, presenza di altre malattie, dolore, previsti effetti indesiderati,non ultime, le preferenze della paziente.
GIAN UGO BERTI
Nessun commento:
Posta un commento