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20 mar 2012


Medicina
19/03/2012 - le proprietà analgesiche di un'erba amazzonicaMal di denti: riscoperto un antico efficace rimedio

C'è un apianta amazzonica che fa passare il mal di denti anche se solo masticata
popolo Inca si è riscoperto un rimedio efficace nel sedare il mal di denti e trattare ascessi e ulcere. Potrebbe anche sostituire le attuali anestesie
Antichi rimedi per mali antichi – e moderni – come il mal di denti. Un male che spesso assume proporzioni difficili da gestire e che può davvero essere insopportabile.
I rimedi? Quello più immediato, un antidolorifico – ammesso che faccia effetto – e poi recarsi al più presto dal dentista.

Ma, a parte il dentista, ci sono alternative all’uso degli antidolorifici che, come tutti i farmaci, possono avere effetti indesiderati? A quanto sembra sì. Ed è pure efficace.
È una pianta tropicale conosciuta con il nome di Acmella oleracea. Altresì nota con il nome di Crescione di Para, è un piccola pianta riconoscibile dai suoi bei fiori gialli. Nella medicina tradizionale si conosce da tempo per le sue doti diuretiche, digestive e antiscorbutiche. Oggi, però, una ricercatrice dell’Università di Cambridge ne ha riscoperto l’uso come analgesico che era già in essere presso l’antica popolazione Inca.

Ad aver scoperto le proprietà di curare mal di denti, ulcere e ascessi della Acmella oleracea è stata l’antropologa Francoise Barbira Freedman che ha provato proprio su se stessa quanto questa pianta potesse essere efficace.
La dottoressa Freedman ha vissuto per un certo tempo presso una tribù che vive in Amazzonia, chiamata Lamas Keshwa. Qui, Freedman, sofferente di mal di denti ha visto scomparire il dolore in breve tempo grazie all’uso da parte dello sciamano di questo rimedio erboristico.
«Stavamo camminando attraverso la foresta pluviale, e avevo un terribile fastidio per via dei miei denti del giudizio. Uno degli uomini con me lo ha notato e ha preparato un piccolo batuffolo di piante da masticare. Il dolore se ne andò», spiega Freedman al Wall Street Journal.

Forte della sua esperienza, ora la dottoressa Freedman intende produrre un gel ricavato dai principi attivi di questa piante da immettere sul mercato a beneficio di tutti coloro che soffrono di mal di denti ma non vogliono ricorrere ai farmaci tradizionali.
La decisione è arrivata quasi per caso, dopo che un suo collega neuro-scienziato le aveva chiesto di portare con sé dall’Amazzonia alcuni campioni di piante medicinali per valutarne gli effetti nel campo della ricerca neurologica. In quel frangente, Freedman si è ricordata dell’episodio del mal di denti e dell’efficacia della Acmella oleracea. Da quel momento, la piantina è diventata l’oggetto principale della ricerca.
«Quasi come un ripensamento mi sono ricordata di includere quella [pianta] che avevo usato sui miei denti – ricorda Freedman al WSJ – E' stata aggiunta in fondo alla lista, ma in qualche modo la lista si è invertita ed è diventata la prima a essere testata nel Regno Unito. E' stato subito un successo e non ci siamo mai voltati indietro».

I test condotti hanno già offerto significativi risultati durante le prime due fasi di sperimentazioni cliniche. Il prossimo passo è la sperimentazione in fase avanzata.
Quello che la ricercatrice spera è di poter ricavare un rimedio che, per chi lo desidera, ponga fine alla dipendenza dagli analgesici e anestetici presenti sul mercato in forma chimica. Diventerebbe così un’alternativa naturale agli antidolorifici e anche alle iniezioni per l’anestesia utilizzare in odontoiatria.
«Questo trattamento per il mal di denti significa che potremmo anche vedere la fine di alcune pratiche come le iniezioni in chirurgia dentistica», conclude Freedman.
[lm&sdp]

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