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1 set 2010


01/09/2010 -

L'obesità è scritta nel Dna
ma si può combattere con lo sport


 


 

L'attività fisica riduce del 40% la predisposizione genetica all'obesità

ROMA

Se l'obesità è scritta nel Dna, oggi c'è un antidoto alla portata di tutti i "condannati" alle taglie forti. Anche se si tratta di un rimedio un po' faticoso. Secondo un nuovo studio, condotto da un team di ricercatori britannici, fare attività fisica riduce in media del 40% la predisposizione genetica all'obesità.

Il team diretto da Ruth Loos della Medical Research Council Epidemiology Unit di Cambridge (GB) ha esaminato 20.430 abitanti di Norwick, esaminando diverse varianti genetiche note per aumentare il pericolo di obesità. L'equipe ha passato al setaccio il Dna dei volontari, a caccia della presenza delle varianti dei chili di troppo ereditate da ciascuno dai propri genitori. Poi ha stabilito con un punteggio ad hoc la predisposizione all'obesità di ciascuno, proprio sulla base delle varianti presenti. La maggior parte del campione ha ereditato tra 10 e 13 varianti alleate dei chili di troppo, ma alcuni superavano quota 17, mentre altri erano fermi a meno di sei.

L'attività fisica praticata da ciascun volontario è stata registrata. I ricercatori hanno quindi confrontato i dati ottenuti, per capire se a una più alta predisposizione genetica ai chili di troppo corrispondesse un elevato indice di massa corporea (Bmi). E se il fatto di fare esercizio potesse attenuare l'influenza dei geni e dunque influisse sul rischio di obesità.

Risultato: i ricercatori hanno scoperto che effettivamente ogni variante genetica in più è associata a un aumento del Bmi. Un effetto quantificabile in 445 g di peso per ciascuna variante, in una persona alta 1,70 m. L'influsso dei geni, inoltre, è risultato maggiore nelle persone pigre: mentre quelle con uno stile di vita attivo finiscono per "accumulare" solo 379 g per ogni variante genetica in più, per gli "allergici" alla ginnastica il dato si impenna a 592 g.

Insomma, concludono gli autori, in media la "condanna" all'obesità si riduce di circa il 40% nelle persone attive, rispetto ai più pigri. Un dato questo che modifica l'idea di una predisposizione genetica all'obesità di tipo "granitici", concludono i ricercatori. Secondo i quali c'è sempre tempo per alzarsi dalla poltrona e indossare un paio di scarpe da ginnastica.


 

La Stampa scienza

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