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5 dic 2011



geriatria

La «sindrome da frigo vuoto»
mette in crisi un milione di over 65

Pochi soldi per fare la spesa, e alla dieta quotidiana mancano in media 300 calorie. Aumenta così il rischio di ricoveri

La crisi economica morde anche gli anziani, lasciandoli sempre più spesso con il frigo vuoto: in Italia un milione di over 65 non mangia a sufficienza e ogni giorno introduce 300 calorie in meno di quante gliene servirebbero. Purtroppo però nutrirsi poco e male fa salire la probabilità di ricoveri in ospedale e aumenta perfino il rischio di morire, come segnalano i dati della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, che cura il nuovo forum del Corriere dedicato agli anziani

CRISI – Tanto per cambiare, anche stavolta tocca dare gran parte della colpa ai soldi che non ci sono: secondo l'indagine PASSI d'Argento, promossa dal Ministero della Salute e dalle Regioni con il supporto dell'Istituto Superiore di Sanità e presentata durante l'ultimo congresso SIGG, il 69 per cento degli anziani italiani ammette di non riuscire ad arrivare a fine mese. E così si taglia sulla lista della spesa: il carrello resta vuoto e non si portano a casa cibi nutrienti ma costosi come carne e pesce. Un'indagine discussa durante il congresso dei geriatri, infatti, rivela che ogni giorno mancano all'appello dell'alimentazione degli anziani circa 300 calorie, per lo più derivanti da proteine nobili. Ma tutto questo ha un prezzo: la malnutrizione accresce del 25 per cento il rischio di doversi ricoverare in ospedale e incide negativamente anche sulla mortalità. «Non solo: aumenta il rischio di infezioni, piaghe da decubito, depressione, deterioramento cognitivo – aggiunge Niccolò Marchionni, presidente SIGG –. Per questo riconoscere la malnutrizione dell'anziano è fondamentale, sia a casa che in ospedale: in clinica la percentuale di anziani malnutriti arriva al 65 per cento».

ALIMENTAZIONE – «Valutare lo stato nutrizionale dell'anziano è importante come misurare la pressione o valutare altri segni obiettivi – prosegue il geriatra –. Una volta stabilito che la dieta dell'anziano è inadeguata, bisogna modificarla adattandola alle sue esigenze e difficoltà: vivere soli, avere pochi mezzi economici, soffrire di disturbi orali o di malattie reumatiche o neurologiche accresce moltissimo la probabilità di malnutrizione. Occorre tenere conto di tutti questi fattori per poi prescrivere se necessario integratori o diete arricchite dei nutrienti di cui si è carenti: un passo fondamentale per garantire davvero la salute dell'anziano». E se al primo posto fra i motivi che impediscono agli over 65 di mangiare bene e in modo sano c'è la scarsità di risorse economiche, al secondo arriva la poca cura dell'igiene orale: lo studio PASSI ha dimostrato che il 16 per cento degli over 65, ovvero circa due milioni di persone, ha problemi della masticazione che richiederebbero l'intervento dell'odontoiatra. Eppure pochi vanno dal dentista: otto milioni non l'hanno fatto, nell'ultimo anno.

DENTISTA – Di nuovo, molti non possono permetterselo. Però da una ricerca presentata al congresso SIGG condotta dalle università di Brescia e Milano si scopre che un altro non secondario motivo è la paura del dentista, che evidentemente non passa neanche invecchiando: la maggioranza teme il dolore, l'anestesia e il trapano così tanto da rimandare continuamente l'appuntamento dall'odontoiatra o da cambiare dentista spesso nella ricerca di qualcuno che sappia lenire i timori. «L'approccio con cui l'odontoiatra si rivolge all'anziano è emerso come un elemento di estrema importanza – dice Marchionni –. Se infatti il paziente si sente pienamente compreso sta già meglio, controlla di più le sue paure. E questo aiuta a tornare di nuovo dal dentista in caso di disturbi o per i controlli di routine, evitando il ricorso a trattamenti in emergenza più rischiosi e dolorosi. Oltre naturalmente ad aiutare a mantenere una bocca in salute, elemento essenziale per potersi nutrire in maniera adeguata».

CASE PER ANZIANI – Aumentare le attenzioni nei confronti degli anziani per farli stare meglio è quindi essenziale, sempre, e finalmente sembra che in molti lo abbiano capito: i dati aggiornati sulle Residenze Sanitarie Assistenziali italiane presentati al congresso SIGG indicano infatti un deciso cambio di rotta rispetto al passato, quando spesso le cronache hanno registrato i casi di case per anziani ben al di sotto degli standard minimi. Le 1500 RSA presenti nel nostro Paese, che ospitano circa 300mila anziani, sono oggi sempre più spesso simili ad “alberghi a cinque stelle”: «Oltre la metà offrono camere doppie, ampi spazi comuni, una palestra per favorire la mobilità e la riabilitazione fisica degli ospiti – racconta il geriatra –. Sono inoltre in continua crescita le case per anziani che offrono tecniche di cura alternative che si stanno dimostrando estremamente efficaci per garantire agli anziani un elevato grado di benessere: laddove vengono messi in atto programmi di arte, danza, musicoterapia o pet therapy, l'equilibrio psichico e l'umore degli anziani migliorano in oltre il 90 per cento dei casi, e migliorano anche parametri di salute fisica come la pressione arteriosa o la frequenza cardiaca», conclude Marchionni.

Elena Meli5 dicembre 2011 | 16:05

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