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27 mag 2011


Artrite reumatoide, le donne pagano un prezzo troppo alto
Entrano in gioco fattori ormonali e una componente genetica

20 maggio 2011 - L'artrite reumatoide colpisce di preferenza le donne, lavoratrici e casalinghe senza distinzione: "Alcuni fattori ormonali entrano in causa nell’artrite reumatoide — spiega Magda Scarpellini, direttore di Reumatologia all’Ospedale Fornaroli di Magenta. Poi è importante la componente genetica. Nei parenti di primo grado la prevalenza di malattia è del 2-3 per cento e nei gemelli arriva addirittura al 15-20 per cento quindi la storia familiare è un importante fattore di rischio per l’artrite reumatoide". Per fortuna, la malattia non incide sulla gravidanza. Anzi nella dolce attesa la futura mamma sta meglio.

Tuttavia, bisogna consultare il reumatologo per sospendere i farmaci potenzialmente lesivi per il bambino, con modi e tempi appropriati. E purtroppo, dopo
il parto, la patologia reumatica può anche ripartire. Venendo alla terapia oggi l’ingegneria biomolecolare offre nuove opportunità: "Si possono scegliere addirittura i farmaci biologici di prima linea, dopo eventuale fallimento o mancata risposta al metotrexate, che rimane un farmaco àncora indicato, come abatacept - precisa la Scarpellini -. I farmaci biologici hanno migliorato la qualità di vita dei pazienti in quanto, in seguito a una diagnosi precoce, si può oggi pensare di ottenere una remissione di malattia, intendendo con questo termine un’acquiescenza dell’attività patologica clinicamente simile a una guarigione, pur con la necessità di terapie di mantenimento e uno stretto monitoraggio clinico e di laboratorio".

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