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3 mag 2011


Non solo anziani: aumenta fra i giovani il pericolo disidratazione
Quei due milioni di italiani
che non hanno sete (d'acqua)
Dal collasso all'obesità: cosa si rischia. I nuovi studi
Salute Non solo anziani: aumenta fra i giovani il pericolo disidratazione




(Ansa)
MILANO - Il 5% degli italiani, circa 2 milioni di persone di età compresa tra i 18 ed i 64 anni, non beve acqua. Né di rubinetto né minerale. Lo afferma una ricerca GfK Eurisko. Un dato di per sé molto preoccupante, se si considera il ruolo vitale dell'acqua. Il corpo umano, infatti, ne è composto in media per il 60%. In media, perché il quantitativo di acqua nelle cellule, e tra una cellula e l'altra, varia a seconda dell'età: 75-80% nel neonato, 40-50 nell'anziano. E varia da organo a organo, di più laddove è alta l'attività metabolica: cervello (85%), sangue (80), muscoli (75), pelle (70), tessuto connettivo (60) e ossa (30). Il tessuto con il minor quantitativo di acqua è quello adiposo, il grasso, con il 20%. I soggetti obesi hanno una percentuale di acqua inferiore a quella delle persone con un peso normale. E bere acqua contrasta cellulite e accumuli anti-estetici. Lo stesso pianeta Terra, considerate le percentuali del prezioso liquido che lo ricopre e lo perfonde, dovrebbe chiamarsi Acqua. Salata per lo più, ma pur sempre acqua.

Elemento prezioso, chiave di prevenzione, di benessere, di lunga vita. È quanto rammenta, e ribadisce, il Consensus Paper scientifico «Idratazione per il benessere dell'organismo» firmato da Umberto Solimene, idrologo medico dell'università di Milano, e da Alessandro Zanasi, idrologo e docente in malattie dell'apparato respiratorio dell'università di Bologna. Insieme hanno tirato la somma di recenti studi nazionali e internazionali sulle proprietà salutari del cosiddetto oro blu. Da cui un dogma: una corretta idratazione è fondamentale per il naturale svolgimento delle reazioni biochimiche e dei processi che assicurano la vita. Dal trasporto dei nutrienti alla regolazione del bilancio energetico, dalla funzione detossicante alla regolazione della temperatura corporea, all'equilibrio idrico. E aggiunge Solimene: «Favorisce i processi digestivi, è fonte di sali minerali e svolge un ruolo importante come diluente delle sostanze ingerite, inclusi i medicinali».

In generale è importante mantenere un buon bilancio idrico, che significa compensare adeguatamente la perdita di acqua, tenendo conto che la quantità introdotta con gli alimenti non è sufficiente e che quindi è fondamentale berla. Quando il bilancio idrico si fa negativo si parla di disidratazione, letteralmente cattiva idratazione. E si rischia. Una diminuzione dell'acqua corporea del 2% rispetto al totale, per esempio, è già in grado di alterare la termoregolazione e di influire negativamente sul sangue, rendendolo più viscoso: il cuore si affatica e si può arrivare, in casi estremi, al collasso. Con una diminuzione del 5% si hanno crampi muscolari, con una del 7 si possono avere allucinazioni e perdita di coscienza. Una disidratazione vicina al 20% del peso corporeo risulta addirittura incompatibile con la vita.

Ma che cosa fa «perdere» acqua al nostro corpo? L'assunzione insufficiente di liquidi, l'esposizione ad un clima secco e ventilato, non necessariamente caldo, l'attività fisica intensa e prolungata, gli episodi ripetuti di vomito e diarrea, le ustioni.
E, allora, quanto bisogna bere al giorno per stare bene? Dice Zanasi: «Per gli sportivi, per esempio, la quantità di acqua necessaria va definita in base al tipo di attività svolta, alla durata e alle condizioni climatiche: si va da 1 litro e mezzo a 3 litri al giorno. Per un sedentario sono sufficienti 1,2-2,5 litri. Chi svolge attività fisica e vive in un ambiente caldo, invece, può aver bisogno di bere anche 6 litri di liquidi al giorno. E più intensa è l'attività, più cresce il bisogno». Per alcuni soggetti, come le donne in gravidanza, l'acqua è poi particolarmente importante: va assicurata l'omeostasi di due organismi. O come i bambini: il loro sviluppo dipende da quanto bevono ogni giorno.

Fondamentale, infine, sapere che cosa contiene l'acqua. Quali minerali e quali oligoelementi. Sarebbe importante avere un'etichetta con quantità e residui anche per quella del rubinetto. Non basta sapere che è potabile.

Mario Pappagallo

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