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3 feb 2011




Concreti successi del nilotinib
LEUCEMIA: PASSI AVANTI DOPO IL GLIVEC
Aumenta la durata media di vita. Il parere dei proff. Michele Baccarani e Giuseppe Saglio

BOLOGNA – Dopo l’avvento del glivec , che nel 2001 segnò una vera e propria svolta nella cura della leucemia mieloide cronica ( cinquemia pazienti in Italia con 900 nuovi casi all’anno), un deciso passo in avanti lo abbiamo con il nilotinib,un inibitore della tirosinchinasi, già impiegato come seconda linea di cura nei soggetti resistenti al glivec (5%) ed ora in fase di approvazione europea come molecola di prima scelta. Lo si è detto a Bologna ad un convegno,promosso da Novartis, coordinato dai proff. Michele Baccarani, direttore dell’Istituto di Ematologia “Seràgnoli all’ateneo felsineo e Giuseppe Saglio,dell’università di Torino.
Con questo innovativa molecola si ritiene di poter passare dalla sopravvivenza del soggetto alle tematiche organizzative della propria vita individuale,familiare,lavorativa. L’obiettivo – si è precisato – è di raggiungere nel tempo la completa guarigione. La mortalità, in particolare, è scesa al 2% l’anno ed il numero dei pazienti è raddoppiato,segno evidente dell’allungamento della durata media di vita dopo la diagnosi.
Cos’è la leucemia mieloide cronica
E’ un tumore maligno del sangue causato da un’alterazione acquisita della cellula staminale totipotente del midollo osseo, quella cioè dalla quale si originano tutte le altre cellule del sangue. Questa alterazione permanente causa una proliferazione incontrollata delle cellule nel midollo stesso con produzione di un numero elevato di globuli bianchi. Quelli in eccesso escono dal midollo osseo e vanno a colonizzare il sangue periferico e la milza. L’età media di comparsa è intorno ai 55 anni, le cause sono sconosciute,non è ereditaria e non esiste associazione con agenti infettivi. C’è invece un rapporto con le radiazioni ionizzanti come è avvenuto nei sopravvissuti dopo il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki nel 1945 in Giappone.
I sintomi iniziali sono stanchezza, sudorazione notturna,perdita di peso,senso di tensione addominale (per la milza ingrandita) Compaiono poi febbre,dolori ossei ed addominali (maggiore crescita della milza). Nel sangue si rilevano più globuli bianchi con sovvertimento della loro funzione, anemia,aumento o drastica riduzione delle piastrine.
Progredisce attraverso tre fasi, caratterizzate da un progressivo peggioramento delle condizioni cliniche. Al momento della diagnosi, il 90% dei pazienti si trova in fase cronica, i rimanenti sono già in fase accelerata o blastica.

GIAN UGO BERTI
(riproduzione vitata)

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