
LINFOMA NON – HODGKIN:PASSI AVANTI COL RITUXIMAB
Novità dal congresso della Società Americana di Ematologia
VERONA – Confortanti risultati nella cura del linfoma non – Hodgkin vengono dal congresso della Società Americana di Ematologia di Orlando. Il rituximab si sta dimostrando potenzialmente curabile nel 50-60% dei casi, una percentuale decisamente superiore a dieci anni fa. Lo steso dicasi per l’aspettativa di vita oggi ipotizzabile intorno ai dieci – quindici anni. Il dato è emerso a Verona nell’ambito del 4° meeting Educazionale promosso da Roche. Rispetto all’efficacia del trattamento con la tradizionale chemioterapia, si è riscontrato una percentuale di successi superiore di circa il 20-30%. Il prof. Umberto Vitolo, dipartimento di oncologia ed ematologia 2 all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Torino e presidente della Fondazione Italiana Linfomi, la molecola ha rappresentato e rappresenta tutt’ora una rivoluzione nello specifico settore di cura. Il futuro è proiettato dunque alla ricerca di nuove molecole, in grado di ridurre al minimo le ricadute, migliorare le terapie di mantenimento e le risposte curative attraverso una maggiore efficacia difensiva da parte degli anticorpi.
Cos’è il linfoma – tumore delle ghiandole linfatiche, strutture difensive verso gli agenti esterni e delle malattie. Non è una sola malattia,ma un gruppo con caratteristiche e storia clinica differente., I nuovi casi in Italia sono circa dodicimila l’anno. Sei su sette sono di tipo non – Hodgkin, l’altro è del tipo Hodgkin. Complessivamente è il più diffuso di tutti i tumori del sangue ed il quinto fra tutte le neoplasie ( ai primo posti,polmone, seno e colon – retto).
Tipo Hodgkin – si presenta con ingrossamento linfonodi cervicali, al torace, all’inguine. A volte,febbre alta,sudorazioni notturne,perdita di peso e prurito. Praticamente inesistente la prevenzione. Si diagnostica con un prelievo ed un esame del tessuto linfonodale e,in successione se necessari, TAC, Risonanza,linfografia.
Tipo non – Hodgkin – Colpisce anche al di fuori delle ghiandole linfatiche ( stomaco,intestino,pelle e sistema nervoso). A rischio chi sia in una condizione di carenza difensive anticorpali. Il fumo è una condizione a rischio così come la ipertensione. Si evidenzia con l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche, ma in assenza l’identificazione è più complessa, coinvolgendo milza,fegato,midollo osseo. Anche qui, prevenzione non facile da identificarsi. La diagnosi è l’esame istologico del prelievo tissutale,dove possibile. Poi, accertamenti d’immagine se necessari.
Cure – In entrambi i casi ci si basa sulla polichemioteraopia basati sulla combinazione di più farmaci. Dove utile, la seconda fase impiega il trapianto di midollo osseo. Radioterapia nei casi localizzati. Infine, ci sono gli anticorpi monoclinali,farmaci biotecnologici creati in laboratorio e diretti contro le proteine prodotte dal tumore.
GIAN UGO BERTI
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