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14 feb 2011



EDEMA MACULARE DIABETICO: COLPITI 60 MILA ITALIANI
Complicanzione del diabete,si può riconoscere con la perdita della visione centrale. Meglio è fare controlli costanti. Il ranibizumab approvato dalla Commissione Europea

MILANO – Sono circa 60 mila i diabetici che,in Italia,soffrono di una particolare complicazione della malattia,l’edema, cioè il gonfiore,maculare (nella parte centrale della retina,la membrana nervosa dell’occhio),in pratica il 2%. Può colpire sia gli insulino – dipendenti, sia gli altri. In pratica,due diebetici su tre, dopo vent’anni di malattia, vanno incontro a questa evenienza.
Sintomi – E’ la visione centrale che viene a calare progressivamente, le immagini si fanno sfocate e distorte. E’ quindi problematico leggere un libro guardare la televisione, guidare l’automobile. I disturbi si manifestano, solitamente, nella fase più avanzata, una situazione che rischia di poter intervenire troppo tardi quando la capacità visiva è ormai compromessa. Non è comunque da escludere il ruolo di un controllo non corretto della condizione diabetica, dunque s’impone il necessario impegno a mantenere valido il supporto terapeutico.
Altre cause – Alcool,fumo,pressione alta, elevata concentrazione di colesterolo e trigliceridi nel sangue,presenza di proteine nelle urine e la nefropatia diabetica.
Come avviene la diagnosi – Indispensabili sono l’esame del fondo oculare, la fluorangiografia e l’OCT (tomografia a coerenza ottica). La seconda evidenzia l’estensione dell’edema,attraverso l’iniezione endovenosa di un colorante. La visione dei vasi sanguigni consente il rilevamento di eventuali punti di rottura on fuoriuscita di siero sanguigno nei tessuti. Il terzo calcola lo spessore maculare, assieme all’individuazione degli spazi entro cui s’accumula il liquido. E’ una tecnica non invasiva. Ma una valutazione empirica, quanto valida è chiudere un occhio. Sarà più facile per sapere se qualcosa non va nell’altro. Secondo test: osservare un foglio a quadretti. Se l’immagine centrale è distorta e sfocata, necessario è parlarne col medico.
Terapia – La sua efficacia è strettamente correlata alla tempestività della diagnosi. Si conferma la necessità di controlli specialistici costanti. Tre sono i tipi di cura.
Laser - Il laser focale od a griglia,terapia di riferimento,è in grado di provocare una bruciatura del tessuto con cicatrizzazione dei microaneurismi e riduzione della trasudazione. Non rigenera dunque la retina,né ridà la vista perduta,ma blocca la progressione della malattia.
Chirurgia – Una scelta che viene attuata nei casi più gravi e consiste nella rimozione del vitreo(vitrectomia)
Terapia con anti – VEGF – La Commissione Europea ha recentemente approvato l’uso specifico del ranibizumab, un anticorpo monoclonale, che agisce bloccando il fattore di crescita vascolare endoteliale VEGF-A, una classe di proteine responsabili dell’aumento della permeabilità vascolare, causa dell’edema. La molecola è già in uso per la forma di degenerazione maculare legata all’età, con validi riscontri. In Italia il ranibizumab è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale per le persone con degenerazione maculare legata all’età neovascolare attiva ed acuità visiva con la migliore correzione uguale o superiore ai 2/10.
Di questo, se ne è parlato a Milano ad un incontro promosso da Novartis, cui hanno partecipato i proff.Paolo Lanzetta, dell’Università di Udine,Stefano Piermarocchi, dell’ateneo di Padova, Monica Varano della Fondazione “Bietti”, Maria Lucia Specchia, dell’ Università romana del “Sacro Cuore” ed il presidente dell’Agenzia Italiana per la Prevenzione della Cecità, Giuseppe Castronovo. In Italia ci sono oggi un milione e mezzo di ipovedenti e 362mila non vedenti.

GIAN UGO BERTI

(riproduzione vietata)

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