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19 feb 2011


Pessimisti si nasce, non si diventa "E' tutta colpa di una molecola"
A rivelarlo è una ricerca dell'Università del Michigan pubblicato sulla rivista 'Archives of General Psychiatry'. Sarebbe la presenza di una sostanza chiamata, NPY, a mostrare il bicchiere sempre mezzo vuoto

)Washington, 8 febbraio 2011 - Pessimisti si nasce, non si diventa: alcune persone sono geneticamente programmate per essere negative. Uno studio dell'Università del Michigan, pubblicato sulla rivista 'Archives of General Psychiatry', ha trovato elevate quantità di una sostanza chimica nel cervello delle persone pessimiste che sembra influire sulla visione che hanno del mondo.

I ricercatori hanno scoperto che i livelli della molecola chiamata 'neuropeptide Y' (NPY) definiscono direttamente se vediamo un 'bicchiere mezzo vuoto' o un 'bicchiere mezzo pieno'. Quelli con i più bassi livelli della sostanza sono molto più negativi e hanno maggiori difficoltà a far fronte a situazioni stressanti.

Sono inoltre più suscettibili alla depressione. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno sottoposto un gruppo di persone a una risonanza magnetica funzionale, scansionando l'attività di un certo numero di volontari mentre visualizzavano su uno schermo delle parole neutre (come 'materiale'), parole cariche negativamente (come 'assassino') e parole cariche positivamente (come 'pieno di speranza').

In risposta alle parole negative, i soggetti con bassi livelli di NPY hanno mostrato una forte attività della corteccia prefrontale, coinvolta con il processamento delle emozioni. Mentre i soggetti con un livello più alto di NPY hanno dimostrato una risposta più contenuta.

In un secondo test, i soggetti hanno comunicato le loro esperienze emotive nel corso di una sfida stressante. I ricercatori hanno iniettato nel muscolo della mandibola una dose di soluzione salina in modo da produrre un moderato dolore per 20 minuti senza provocare un danno durevole.

I livelli di dolore percepiti da ogni persona sono stati misurati su una scala da uno a 10. I ricercatori hanno valutato la positività e la negatività dei soggetti prima e dopo la sfida del dolore. Ebbene, le persone con un basso livello di NYP sono stati più negativi prima e dopo il test, nel senso che sono stati emotivamente più colpiti. Infine, i ricercatori hanno confrontato la quantità di NYP con i disturbi depressivi per vedere se
ci fosse un'associazione.

Ed è stato proprio così: i soggetti con poco NYP erano più propensi a soffrire di depressione. "Speriamo che questo studio - ha sottolineato Brian Mickey, psichiatra e coordinatore della ricerca - ci possa guidare verso la valutazione del rischio individuale per lo sviluppo di depressione e ansia"

Fonte Agi

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