DAL LETTO DI CORSIA ALLA SALA OPERATORIA:
VIAGGIARE INFORMATI, MA ANCHE ACCOMPAGNATI
Esperienza pilota per non lasciare soli i pazienti agli Ospedali romani Regina Elena e San Gallicano. I vantaggi psicologici del Progetto Vales – Il Valore della persona
ROMA - C'è un momento particolare in cui il paziente in ospedale perde il contatto con i propri familiari:nel tragitto fra la corsia e la sala operatoria. Il dato è emerso da una ricerca degli ospedali San Gallicano e Regina Elena di Roma. Da qui,la ricerca a dare risposta alle paure ed alle esigenze dei cittadini,personalizzando il più possibile quel percorso. Una volta a regime, il progetto consentirà infatti agli oltre cinquemila pazienti degli Istituti che ogni anno si sottopongono ad una operazione, di scegliere se affrontare il tragitto da soli o facendosi accompagnare fino alle soglie della sala operatoria,da un familiare oppure da una persona cara.
E' un altro passo in avanti verso l'umanizzazione degli ospedali che le due strutture sanitarie hanno messo in opera dopo la scelta di orari dei pasti più compatibili con le abitudini quotidiane dei degenti,menù a scelta,sala delle prenotazioni trasformata in cinema,quotidiani disponibili al letto dei pazienti,corso di yoga,laboratorio di pittura. Si tratta di un ulteriore tassello del progetto Vales-Il valore della persona.
All'incontro di presentazione, è intervenuto il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio:"Dare attenzione ai bisogni complessi della persona che ad un certo punto del proprio cammino incontra la difficile realtà della malattia – sono state sue parole – è una delle sfide più complesse che il nostro sistema sanitario si trovi ad affrontare quotidianamente. Per ciò,il sistema della cura oltre ad attivare i pur necessari mezzi della medicina tecnologica,deve allargare il proprio orizzonte a tutto quanto aiuti la persona a trovare sostegno ed orientamento ai molti bisogni che essa esprime. Il grande tema dell'umanizzazione delle cure non può essere ignorato se crediamo che, al centro di ogni processo diagnostico e terapeutico, debba collocarsi la persona."
Alle sensazioni interiori – si è detto ancora nella manifestazione coordinata dal direttore degli Istituti,Francesco Bevere – i pazienti reagiscono in modo diverso:alcuni preferiscono rimanere da soli per concentrarsi sulle loro paure,altri desiderano invece essere accompagnati da un familiare lungo il tragitto,moltissimi invece desiderano essere informati per sapere a cosa vadano incontro oppure conoscere il gruppo che li opererà. Da qui,si è concluso,l'esigenza di offrire ai pazienti l'opportunità di avere un supporto,una presenza amica che possa aiutarli ad affrontare questa "tempesta" di emozioni.
GIAN UGO BERTI
(riproduzione vietata)
Nessun commento:
Posta un commento