GLAUCOMA:UN NUOVO COLLIRIO SENZA CONSERVANTI
Nelle cure prolungate i conservanti possono provocare irritazione ed allergie.La novità utile nelle forme ad "angolo aperto". Intressare 800 mila persone in Italia
MILANO – C'è una novità nella cura farmacologia del glaucoma (l'aumento della pressione all'interno dell'occhio che colpisce circa 800 mila persone in Italia,con perdita progressiva della vista). Si tratta della prima molecola analoga della prostaglandina F2alfa senza conservanti. Riduce la pressione intraoculare,aumentando al contempo il deflusso dell'umor acqueo.
Il dato è emerso nel corso di una conferenza stampa promossa da Merck Sharp and Dohme a Milano,coordinata dal Roberto Carassa,presidente dell'Associazione Italiana Prevenzione Glaucoma onlus. Metà dei pazienti,ha precisato, non sa di essere malato. Infatti il glaucoma è definito anche il "ladro silenzioso della vista",proprio perché assenti sono i sintomi iniziali.
Una cura a tempo indeterminato,ha aggiunto, richiede quindi farmaci non soltanto efficaci e con un buon profilo di sicurezza,ma anche con un elevato grado di tollerabilità. Influendo il meno possibile sulla qualità della vita,garantiscono la possibilità di una migliore aderenza alla terapia,fattore indispensabile per contrastarne l'evoluzione.
Da qui appunto,la novità: le sostanze conservanti presenti nei colliri comunemente impiegati possono creare disagio,intolleranze ed allergie che peggiorano significativamente la vita quotidiana dei pazienti. Il benzalconio cloruro,il conservante largamente più utilizzato,può presentare nel tempo un effetto tossico sulla superficie dell'occhio.
Ne segue allora che il tafluprost può rappresentare un'utile opzione terapeutica per i pazienti,compresi coloro che abbiano sperimentato
disagi oculari in seguito all'utilizzo dei colliri con conservanti tradizionali.
Importante,ha ricordato infine Carassa, rimane sempre la prevenzione. Una visita periodica specialistica può infatti diagnosticare per tempo la malattia e consente di prendere in maniera precoce i rimedi necessari.
GIAN UGO BERTI
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