OGNI GIORNO NASCONO DIECI BAMBINI PREMATURI
In Italia,una cifra in crescita, gravi le conseguenze a distanza, iniziative del Parlamento, della Società Italiana di Neonatlogia e di associazioni di volontariato
ROMA - Il 6,5% dei bambini che nascono ogni anno in Italia è prematuro ( trentacinquemila circa). Stiamo peggio dell'Europa (10%). Ma che succede ad un neonato pretermine? Un maggior rischio di complicazioni per la salute,come ad esempio la paralisi cerebrale infantile,le disabilità sensoriali e motorie,le malattie respiratorie, i disturbi comportamentali e dell'apprendimento.
Un fenomeno devastante e tragico – si è detto al Senato della Repubblica in un incontro sull'argomento fra istituzioni, operatori sanitari ed associazioni di volontariato – testimoniato dai numeri che ne definiscono l'attuale dimensione e che emergono dal rapporto internazionale "Prematurità in Italia:quali possibili azioni?",realizzato dall'European Foundation for the Care of Newborn Infants,dal Senato della Repubblica, dalla Società Italiana di Neonatologia, con il contributo di Abbott e che dimostra come,ad oggi, il problema non sia stato affrontato con la necessaria urgenza.
E' allora necessario – sono parole del sen. Antonio Tomassini,presidente della XII commissione Igiene e Sanità e presidente dell'Associazione Parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla salute – definire strategie comuni e alleanze trasversali, a livello nazionale ed internazionale, funzionali al percorso istituzionale. Un primo esempio è la creazione dell'Advisory Board,formato da un gruppo di esperti."
Sul piano operativo, ha detto la sen. Emanuela Baio, segretario della presidenza del Senato e membro della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani – decisive sono il congedo di maternità e la tutela economica dei genitori di bambini
prematuri,affinché le famiglie possano affrontare in piena autonomia ed efficacia la questione della prematurità."
Una condizione non più procrastinabile – ha affermato Martina Buscagnin,presidente dell'Associazione Vivere onlus –tenuto conto che l'attuale contesto socio – economico ha portato le donne ad avere il primo figlio in età mediamente più avanzata rispetto al passato contribuendo negativamente alla crescita del fenomeno.
Dal canto suo Francesco Macagno, neonatologo, ha sottolineato come l'incidenza dei nati pretermine stia aumentando. E' stato infine fissato a dicembre prossimo l'appuntamento per stilare la carta dei diritti del bambino prematuro.
GIAN UGO BERTI
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