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22 apr 2010



 

Parla il prof.Marco Trabucchi,della Società di Psicogeriatria


 

ANCHE I "NONNI" ABUSANO DI ALCOL E DROGHE


 

Uno su sei ha questi problemi.Il ruolo della famiglia e delle istituzioni


 


 


 


Spesso sono soli,con problemi di salute. La pensione basta a malapena e,con la crisi economica,i soldi scarseggiano ancora di più,mentre le occasioni di vita sociale si riducono all'osso e sovente l'unica compagnia sembra essere la bottiglia o la pastiglia capace di lenire l'ansia ed aiutare a dormire:nell'ultimo anno il numero complessivo è cresciuto del 10 per cento degli anziani che fanno un utilizzo eccessivo od inappropriato di alcool e farmaci capaci di dare dipendenza ( in pratica oggi ammontano ad uno,in media,su sei).

Mentre si stima un aumento di tre volte nel prossimo decennio.


 

I dati sono emersi al X° congresso della Società Italiana di Psicogeriatria,organizzato a Gardone Riviera dal prof.Marco Trabucchi.


 

Fra le altre ragioni,ha precisato lo stesso Trabucchi,è in crescita il fenomeno delle separazioni fra coniugi anche in età avanzata,con devastanti effetti psicologici,soprattutto sulla donna. Le anziane casalinghe sono infatti portate a bere molto quando non abbiano interessi familiari o siano sole,facendo spesso uso inappropriato od eccessivo di analgesici oppioidi,ansiolitici e sedativi.


 

Tipicamente gli anziani bevono ai pasti – aggiunge Trabucchi – ma non si dovrebbero superare i due bicchieri al giorno. L'uso moderato di alcool produce effetti positivi sull'umore e la salute,ma il troppo può creare problemi. Sono molti inoltre quelli che devono due o più bevande alcoliche:l'80% sono uomini,il 20% donne. Più a rischio sono i fumatori o gli ex-fumatori. Così come lo sono gli anziani obesi od in soprappeso. La metà dei decessi fra gli anziani ha un collegamento stretto con tale situazione,gli stessi incidenti stradali fra le persone sopra i 75 sono uguali a quelli sotto i 24 anni.


 

Non va dimenticato l'aspetto poi degli psicofarmaci. Secondo Trabucchi, un anziano in media su dieci assume cinque o più farmaci psicoattivi al giorno,con un incremento esponenziale che deriva dalla necessità di placare ansie e depressione. Non di rado sfuggono al controllo medico. La pericolosità è in particolare legata al loro più lento metabolismo ed agli organi più sensibili agli effetti dei farmaci,con facilità di una dipendenza.


 

Ma c'è anche una piccola fascia d'anziani,purtroppo in aumento,che fa uso di droghe illegali, pur se in gran parte si tratta di consumatori precoci: i maggiori riferimenti sono la cocaina,la marijuana,le anfetamine. Nasce quindi un cocktail esplosivo con danni possibili a fegato ,reni e cervello in persone peraltro già fragili a causa delle loro concomitanti malattie.


 

Non secondario è quindi l'aspetto psicologico:si assiste di frequente ad un peggioramento dei rapporti sociali e familiari,perché questi anziani provano vergogna e di conseguenza la difficoltà dei familiari a farsi carico di una immagine così deteriorata del loro caro.


 

Ma è proprio il ruolo della famiglia – ha concluso Trabucchi – a rappresentare il sostegno più efficace per loro. Il medico curante,dal canto suo,può aiutare il nucleo familiare a trovare le strategie più adatte,rivolgendosi anche alle strutture sanitarie maggiormente idonee del settore. Si tratta d'interventi psicofarmacologici e disintossicanti,percorsi di disuassefazione in strutture riabilitative alcologiche che durano alcune settimane,interventi di psicoterapia negli ambulatori specialistici e frequentazioni di gruppi di auto-aiuto che pongono l'anziano sullo stesso piano delle altre età,con eguali doveri,responsabilità e capacità di recupero.


 


 

GIAN UGO BERTI


 

Riproduzione vietata


 


 


 

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