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8 apr 2010



 

Prudente è il controllo ospedaliero


 

RU-486:VANTAGGI E RISCHI


 

Il parere di Mario Nuzzi, ginecologo all'ospedale di Pistoia


 


 


 

Come ogni farmaco,perché di farmaco si tratta,anche la somministrazione della RU-486 per l'interruzione medica della gravidanza può presentare vantaggi,ma anche rischi. Di questo parere è il dott.Mario Nuzzi,aiuto dirigente all'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia all'Azienda Sanitaria Locale di Pistoia.


 

Il prodotto – spiega - si chiama MIFEGYNE ed è composto da tre compresse di un farmaco chiamato mifepristone,il quale agisce bloccando gli effetti del progesterone, ormone necessario alla prosecuzione della gravidanza, con l'effetto ovvio di determinare l'interruzione della stessa.


 


 

Il trattamento completo – così prosegue - prevede anche la somministrazione, 36-48 ore dopo ,di un secondo farmaco a base di prostaglandine, sostanze che aumentano le contrazioni dell'utero e quindi favoriscono l'espulsione di materiale dal suo interno.


 

Questa tipologia di trattamento – precisa ancora Nuzzi - ha un maggiore indice di successo se praticata entro sette settimane dal primo giorno dell'ultima mestruazione e ovviamente con test di gravidanza positivo.

Come tutti i trattamenti farmacologici, non è esclusa da rischi dovuti a ipersensibilità verso il principio attivo del farmaco o altri componenti della confezione ( allergie varie).


 

Poiché stiamo parlando di un trattamento terapeutico combinato – sono parole del ginecologo toscano - è importante il controllo della paziente e per questo è consigliato il ricovero ospedaliero. Sarà poi la stessa,una volta edotta sull'argomento,ad optare liberamente in un senso o nell'altro. Per l'interruzione medica di una gravidanza intrauterina, si assumono entro il secondo mese di gestazione due- tre compresse di MIFEGYNE in un'unica dose per via orale. Dopo 36-48 ore, si assume la prostaglandina (misoprostolo) sotto forma di due compresse da 200 microgrammi,eventualmente ripetibili dopo sei ore.


 


 

Ma ad ogni medaglia corrisponde il suo rovescio. Effetti indesiderati del ciclo terapeutico – dice Nuzzi - sono sanguinamento anche abbondante, nausea e vomito, crampi addominali con episodi di diarrea,cefalea e a volte febbre.

Visto che la tecnica in oggetto ha un rischio di fallimento attorno al 5%, è molto importante effettuare una visita con ecografia di controllo due settimane dopo il trattamento.


 

A conclusione possiamo affermare – è il suo messaggio di informazione ed orientamento - che questa tipologia di terapia ,se effettuata sotto controllo medico, non è rischiosa.


 


 

GIAN UGO BERTI


 

(riproduzione vietata)


 


 

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