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28 giu 2010



 

POLMONE:CURARE IL TUMORE PER BOCCA


 

Novità per le forme "non a piccole cellule" e mutazione genetica EGFR (15% del totale). Inefficace sui fumatori. Congresso a ROMA dell'AIOT


 


 

ROMA – Un passo avanti nella cura del tumore del polmone per il 15% dei pazienti ( circa diecimila in Italia),quelli cioè con la forma "non a piccole cellule" e la variante genetica EGFR. Di fatto sono esclusi i fumatori,sui quali il farmaco non ha alcun effetto. La molecola (gefinitib ) è disponibile da poco anche nel nostro Paese e,per il momento,viene impiegata per via orale, là dove la chemioterapia non abbia raggiunto gli effetti sperati. Lo stesso avviene per un' altra molecola,l'erlotinib. La tipologia del tumore si accerta con l'esame bioptico ovvero il prelievo e l'esame microscopico di un frammento di tessuto dell'organo stesso.


 

Il dato incoraggiante, ma verso il quale è necessaria una valutazione paziente per paziente in ambito specialistico, è emerso a Roma al convegno dell'Associazione Italiana Oncologia Toracica ( presidente della manifestazione Filippo De Marinis,segretario dell'AIOT,Cesare Gridelli).


 

Il tumore al polmone – si è detto – rappresenta la prima causa di morte per neoplasia nei Paesi industrializzati. L'incidenza si sta dimostrando in costante aumento. In Italia sono coinvolte circa 40 mila persone. Un numero che aumenta con l'età ed in particolare un terzo dei nuovi casi viene mediamente diagnosticato oltre i 70 anni. I principali responsabili sono l'inquinamento atmosferico e l'esposizione ad agenti tossici di origine industriale ma,sopratutto,il fumo di sigaretta il cui consumo non tende a diminuire (attualmente è il 25% della popolazione generale).


 

I forti fumatori ( oltre 40 sigarette quotidiane) presentano un rischio sessanta volte superiore ai non fumatori di sviluppare la malattia. Lo stesso rischio diminuisce in rapporto al numero di anni dalla cessazione del fumo. Mentre per annullare il rischio cardiovascolare legato al fumo sono necessari tre – quattro anni, per portare invece il rischio oncologico quasi pari a quello di un non fumatore, ne sono necessari dieci – quindici ed il rischio viene azzerato se si smettesse di fumare prima dei trentacinque anni.


 

Nel nostro Paese – si è precisato –in un anno si sono registrati oltre 66 mila ricoveri, che hanno interessato nella gran parte gli uomini ( 51 mila ) contro le donne ( quasi 15 mila). La fascia d'età maggiormente colpita è quella oltre i 65 anni.


 

GIAN UGO BERTI


 

(riproduzione vietata)

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