DISTRUGGERE IL FIBROMA UTERINO CON IL CALORE
Positive esperienze della nuova tecnica a radiofrequenze . Il parere di Mario Nuzzi, dirigente dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia all'Ospedale di Pistoia
PISTOIA – Una donna su quattro ed una su due,rispettivamente di razza caucasica ed afroamericana, presenta in media un fibroma uterino. In base alla localizzazione (fundico,iuxtacervicale)può presentarsi con disturbi differenti: si va da un generico senso di pesantezza a livello pelvico, a dolori più o meno intensi e/ meno metrorragie. Così, varie sono le opzioni di cura: dalla terapia medica,alle tecniche di radiologia interventistica, all'approcio chirurgico più o meno invasivo.
In quest'ultimo caso, sta acquisendo particolare riscontro una nuova metodica, la Radiofrequency Induced Thermal Ablation (R.I.T.A). Si tratta di un'impostazione loco-regionale –spiega Mario Nuzzi,aiuto –dirigente dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia all'Ospedale toscano di Pistoia.
E' un approcio poco invasivo che contempla,previa profilassi antibiotica,l'inserimento,sotto guida ecografica, di un ago elettrodo collegato al generatore di radio frequenza. Una volta,quindi,raggiunto il centro del fibroma,l'erogazione di radio frequenze provoca generazione di calore, con conseguente morte tissutale su base coagulativa della lesione. Il calore (50°) provocato dallo strumento,determinerà infatti la distruzione delle membrane cellulari e la denaturazione delle proteine.
Secondo l'esperienza di Nuzzi, si tratta di un'opzione terapeutica valida in casi preventivamente selezionati, in quanto si è dimostrata in grado di ridurre in modo significativo il volume della massa con risoluzione dei sintomi.
In conclusione, Nuzzi precisa che la via percutanea eco guidata semplifica indubbiamente la procedura e la rende così più accettabile da parte delle pazienti con ottimo rapporto costo – beneficio,bassa incidenza di complicazioni ed ottima tollerabilità.
GIAN UGO BERTI
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