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11 giu 2011
cina
Spazzatura elettronica,
una minaccia per la salute
Le sostanze che si sprigionano nell'aria nello smaltimento hanno effetti infiammatori, ossidativi e pro-tumorali
MILANO - La nostra voglia di possedere il gadget elettronico all'ultimo grido ha un rovescio della medaglia. Ogni anno buttiamo via quantità enormi di rifiuti elettronici: computer, stampanti, cellulari che riteniamo inservibili perché rotti (e qualsiasi centro assistenza ci assicura ogni volta che “costa meno comprarlo nuovo”) o perché sono stati superati dal nuovo, più appetibile modello. E così produciamo tonnellate e tonnellate di rifiuti elettronici (oltre venti milioni, secondo le ultime stime). Peccato che smantellarli produca sostanze che fanno male, forse malissimo alla salute.
STUDIO – Lo rivela sulle pagine di Environmental Research Letters uno studio condotto in Cina. Non è un caso, perché proprio in quel Paese tutto il mondo riversa la maggior parte della spazzatura elettronica: così Fangxing Yang, ricercatore dell'università di Zehjiang, ha deciso di provare a capire se l'aria che circonda Taizhou, uno degli impianti più grossi del Paese proprio a due passi dalla sua università, possa essere dannosa per la salute. Durante i processi di smaltimento, infatti, vengono rilasciati nell'atmosfera composti organici e metalli pesanti; inalati respirando aria contaminata, questi inquinanti si possono accumulare nell'organismo e potrebbero creare danni, stando alle ipotesi di Yang. Che ha perciò raccolto campioni d'aria nei dintorni dell'impianto, per poi purificare gli inquinanti presenti e quindi metterli a contatto con cellule umane polmonari. Yang ha poi analizzato gli effetti delle sostanze sulla produzione di interleuchina-8 (un mediatore dell'infiammazione), sulla formazione di specie reattive dell'ossigeno (responsabili di danni ossidativi alle cellule) e sui livelli di espressione del gene p53, coinvolto nello sviluppo dei tumori.
DANNI – I risultati sono stati molto chiari: l'infiammazione e lo stress ossidativo aumentano, così come i livelli di p53, con tutti gli inquinanti esaminati e soprattutto in caso di contatto con sostanze organiche solubili. «Sia la risposta infiammatoria che lo stress ossidativo possono provocare danni al DNA e quindi anche tumori, oltre che malattie cardiovascolari – spiega Yang –. Con un'ulteriore indagine stiamo cercando di caratterizzare meglio le componenti dell'aria che più contribuiscono al danno. Questi risultati però già dimostrano che lo smantellamento “aperto” dei rifiuti elettronici, come avviene spesso negli stabilimenti cinesi, deve essere proibito; chi lavora in queste aziende, inoltre, deve essere adeguatamente protetto. Senza contare che bisognerebbe pensarci prima, fin dal processo produttivo: se utilizzassimo sostanze più eco-compatibili per costruire prodotti elettronici, avremmo rifiuti meno tossici da smaltire». Al momento non è di certo così: a Taizhou, dove lavorano oltre 60mila persone per smantellare due milioni di rifiuti elettronici all'anno, non ci sono procedure di sicurezza all'avanguardia. Forse, per il bene dei cinesi ma anche nostro, dovremmo imparare la lezione e pensarci due volte prima di comprare l'ultimo gadget elettronico.
Elena Meli
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