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29 gen 2011
Le infezioni al nido riducono
le assenze alle elementari
Il contatto con altri bambini favorisce le malattie respiratorie, ma non pregiudica la salute dei piccoli
MILANO - È vero che al nido ci si fa gli anticorpi? La risposta ai dubbi che si pongono tutte le mamme viene da una ricerca pubblicata su Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine. Asilo nido o nonni e baby sitter? Ci sono fattori logistici ed economici, ma a far propendere per la scelta di tenere il piccolo fra le mura di casa è spesso la consapevolezza che i bambini, se inseriti in comunità fin da piccoli, si ammalano di più. Lo studio coordinato da un gruppo di ricercatori canadesi non nega questo dato di fatto. «Ma c'è anche il rovescio della medaglia - dice Sylvana Côté, specialista in medicina preventiva al Ste-Justine Hospital di Montreal -. I bimbi che frequentano molti coetanei prima dei due anni e mezzo, e quindi contraggono più infezioni in questa fascia di età, una volta giunti alle elementari diventano più resistenti».
LO STUDIO - I ricercatori hanno selezionato più di 1.200 famiglie del Quebec con bambini nati nel 1998, e li hanno seguiti fino al 2006, tenendo conto della frequenza con cui i piccoli soffrivano di infezioni gastrointestinali, respiratorie e dell'orecchio prima dei tre anni, durante la scuola materna e nei primi anni di quella elementare. E i dati raccolti non lasciano dubbi: i piccoli che sono stati accuditi in un asilo nido, invece che a casa o in una piccola struttura con al massimo otto bambini, si sono ammalati più spesso. «Le mamme però non devono temere, perché la loro salute non è stata in alcun modo compromessa. Anzi, ne è stata rafforzata - commenta l'esperta -. I piccoli che hanno frequentato gli asili nido sono infatti gli stessi che nei primi anni di scuola elementare hanno fatto registrare meno episodi infettivi». Lo svantaggio di ammalarsi più spesso è quindi solo apparente, perché per i bambini accuditi a casa i malanni non sono scongiurati, ma semplicemente rimandati. Almeno per quanto riguarda le infezioni dell'apparato respiratorio e dell'orecchio, mentre per quelle gastrointestinali non sono state registrate differenze significative.
IL PEDIATRA - «Gli anglosassoni la chiamano "sindrome da asilo" - spiega Roberto Albani, pediatra romano esperto di divulgazione -. Trascorrere molte ore insieme ad altri bambini aumenta le probabilità di venire a contatto con una grande varietà di virus, con la conseguenza di contrarre spesso infezioni, soprattutto delle prime vie respiratorie. Nell'arco di due anni però i bambini avranno prodotto una vasta gamma di anticorpi in grado di difenderli, e si ammaleranno di meno. È una sorta di tassa che tutti i piccoli, prima o poi, dovranno pagare con febbre, tosse e mal d'orecchio. E chi va all'asilo prima dei tre anni la pagherà semplicemente un po' prima». Ma c'è anche un altro dato che rassicurerà le famiglie che hanno optato per l'asilo nido: «Se un bambino lo inizia a 6 mesi invece che a 2 anni non significa che sarà maggiormente predisposto a particolari complicazioni, come otiti o bronchiti - prosegue il pediatra -. Anzi, è stato dimostrato che i bambini che si ammalano spesso prima dell'anno d'età avranno in futuro minori probabilità di sviluppare asma e allergie respiratorie».
Lisa Trisciuoglio
25 gennaio 2011
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