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31 mar 2010



 

La certificazione d'idoneità è la prevenzione migliore


 

MORTI IMPROVVISE NELLO SPORT:EVITABILI AL 90%


 


 

Il 90% delle morti improvvise negli sportivi potrebbe essere evitato. Paradossale,ma negli atleti il rischio di un decesso è tre volte superiore rispetto alle persone sedentarie.


 

Si può affrontare il problema attraverso la certificazione d'idoneità sportiva agonistica,un esame accurato che consente di cogliere disturbi gravi,ma anche quelli più lievi, riducendo al contempo gli eventi fatali anche fra i sedentari. Lo dimostra uno studio durato 25 anni nel Veneto e pubblicato da JAMA.


 

Oggi in Italia esistono 48 istituti e centri specializzati della Federazione Medico Sportiva Italiana ( oltre 4 milioni di tesserati e 65 mila società sportive).


 

La certificazione dell'idoneità alla pratica sportiva agonistica in Italia è obbligatoria e d'esclusiva competenza dello specialista in Medicina dello Sport. "Una previsione di legge,ma non solo perché rappresenta il più valido strumento di prevenzione per la tutela sanitari, ha spiegato in un convegno a Brescia il presidente della FMSI, Maurizio Casasco, in quanto consente di rilevare piccole malattie,non controindicanti l'attività agonistica. Se diagnosticate in tempo comportano invece sia un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale a beneficio della collettività,sia una migliore qualità della vita.


 

"La figura poi del medico sociale – ha concluso – non solo a livello professionistico,ma in particolar modo nelle categorie giovanili,riveste un ruolo fondamentale nell'educazione e nella formazione al corretto modo di tutela della salute quale bene imprescindibile".


 

GIAN UGO BERTI


Il problema dell'insonnia può essere mascherato


 

LIBERI DI DORMIRE


 

Una diagnosi accurata può evidenziarlo. Gli studi all'Università di Pisa


 


 


 

PISA – Liberi di dormire,a piacimento. Forse strano,ma vero è uno dei semplici metodi per ovviare all'insonnia (globalmente sono interessati dodici milioni di italiani, con una frammentazione in singole casistiche secondo uno specifico disturbo).


 

In sostanza,spiega Enrica Bonanni,responsabile del Laboratorio del Sonno alla Clinica Neurologica dell'Università di Pisa,diretta dal prof.Luigi Murri,possono esistere false insonnie ovvero pazienti con ritardata fase di sonno. Hanno difficoltà ad addormentarsi e possono quindi sembrare insonni, lasciati però liberi nella scelta degli orari dormono alla fine in maniera normale e soddisfacente, ad esempio dalle 4 di mattina a mezzogiorno.


 

Sul piano clinico, ci sono infatti le "allodole" ed i "gufi" ovvero due tipologie di persone che,rispettivamente, si coricano e si alzano presto, vanno a letto e si destano tardi. Si tratta anche di vedere la disponibilità a venire incontro a tali caratteristiche rispetto al lavoro,la famiglia,gli impegni vari. In caso contrario il problema è prima di tutto diagnostico,poi terapeutico visto che farmaci e tecniche utilizzati per far fronte al disturbi si dimostrano diverse.


 

Al di là però delle alterazioni sonno-veglia, si registrano casi di frammentazione del sonno che possono dare una sintomatologia simile all'insonnia,spiega ancora Enrica Bonanni,nell'ambito della "Giornata Mondiale del Sonno" che si è svolta anche all'ateneo pisano. Fra questi vanno ricordate le sindromi delle apnee ostruttive nel sonno, quella delle gambe senza riposo,che possono causare una modificazione del riposo notturno con una riduzione del sonno profondo ed un aumento dei risvegli e dei microrisvegli notturni. Situazioni,afferma, che provocano nel soggetto una sensazione di sonno non ristoratore. A lungo andare cioè,conclude Bonanni, il sonno può risultare così alterato che, anche risolvendo la condizione di base,permangono i problemi d'insonnia.


 

Chi si alza stanco e con debito di sonno può trovare quindi difficoltà nella lucidità e prontezza di riflessi sul lavoro ed alla guida. Dunque l'insonnia si evidenzia sempre più come problema medico ed anche sociale. (Gian Ugo Berti)


 

30 mar 2010


Osservazioni intorno a' pellicelli del corpo umano

Wikisource.

Osservazioni intorno a' pellicelli del corpo umano fatte dal dottor Gio. Cosimo Bonomo, e da lui con altre osservazioni scritte in una lettera all'illustriss. sig. Francesco Redi

Giovanni Cosimo Bonomo

1687


 

ILLVSTRIS.MO
SIG.RE


 

Sotto l'amorevole, e dotto Patrocinio di V. S. Illustriss. e con la sua prudente Direzione io vado giornalmente continuando quelle Osservazioni, che Ella sa, intorno all'Opere maravigliose della natura, o, per dir meglio, di Dio; e particolarmente intorno a quei piccoli Animalucci, che da' Toscani vengon chiamati Insetti; ed anticamente dal Divino Poeta Dante furono con Greco Vocabolo appellati Entomata, allora quando nel Canto decimo del Purgatorio ebbe a dire:

Poi siete quasi Entomata in defetto,

Siccome verme in cui formazion falla.

Mentre dunque tutto attento mi trattengo in questa curiosa, e dilettevole applicazione, e distendone in carta il da me Osservato, per poterlo un giorno comunicare al pubblico del Mondo, se non con gentilezza di stile, almeno con pura, semplice, e schiettissima verità, mi è venuto casualmente, e per fortuna letto nel famoso Vocabolario dell'Accademia della Crusca, che i Compilatori di esso affermano, che i Pellicelli, de' quali per lo più è gremita internamente la pelle di coloro, che hanno la rogna, sieno altrettanti piccolissimi Animaletti; e quest'esse sono le parole del medesimo Vocabolario. Pellicello è un piccolissimo Bacolino, il quale si genera a' Rognosi in pelle in pelle, e rodendo cagiona un'acutissimo pizzicore.

Quest'opinione, come poi ho veduto, fu seguita da Giuseppe Laurenzio nella sua Amaltea avendovi scritto. Acarus. Teredo. Vermiculus exiguus subcutaneus rodens. Pidicello. E appresso alla lettera T. Teredo. Vermis in ligno nascens. Caries. Item Acarus rodens carnem sub cute. Pidicello.

Per cagione di così fatta lettura mi venne gran curiosità di voler rintracciare, con l'iterata, e reiterata esperienza, se i suddetti Pellicelli sieno veramente Animaletti, e ne favellai di buon proposito col sig. Diacinto Cestoni, la di cui diligenza nell'esperienze a V. S. Illustriss. è molto ben nota; ed Egli costantemente mi asserì d'aver molte, e molte volte osservato, che le Donne ai loro piccoli figliuoli rognosi traggon fuora colla punta degli spilli un non so che dalle più minute bollicelle della rogna per ancora non ben mature, e non marcite; e questo tal non so che lo posano sull'unghia del dito pollice della mano sinistra; e con l'unghia poi del pollice della mano destra lo schiacciano, e nello schiacciarlo par loro di sentire un piccolo scoppietto; il che parimente avea veduto farsi con iscambievolezza di carità trà i Forzati, e trà Schiavi rognosi del Bagno quì di Livorno. Quindi soggiunse, che in verità non sapeva di certo, che i Pellicelli fossero Bacherozzoli; ma che si poteva prontamente venirne in chiaro, facendone, secondo il mio desiderio, molte prove in qualche Rognoso per poter osservare il sì, ovvero il nò con fondamento di sicurezza. Trovammo con facilità il Rognoso, ed interrogatolo, dove egli più acuto, e più grande provasse il prurito, ci additò moltissime piccole bolluzze, e non ancor marciose, le quali volgarmente son chiamate Bollicelle acquaiole. Mi misi intorno con la punta d'un sottilissimo spillo ad una di queste acquaiole, e dopo averne fatta uscire, con lo spremerla, una certa acquerugiola, ebbi fortuna di cavarne fuora un minutissimo globetto bianco, appena appena visibile, e questo globetto osservato col Microscopio, ravvisammo con certezza indubitata, che egli era un minutissimo Bacherozzolino, somigliante in qualche parte alle Tartarughe; bianco di colore, con qualche fosco d'ombra sul dorso, insieme con alcuni radi, e lunghi peluzzi; snello, e agile al moto con sei piedi; acuto di testa con due cornicini, o antennette nella punta del grugno; come si può vedere nella Fig. I. e nella Fig. III.

Non ci fermammo a credere, ne ci contentammo di questa prima veduta, ma ne facemmo molte, e diverse altre esperienze in diversi corpi rognosi di differente età, e complessione, di differente sesso, ed in differenti stagioni dell'anno, e sempre riconoscemmo la stessa figura de' Pellicelli. E questi così figurati Animalucci si trovano in quasi tutte le bollicelle acquaiole. Ho detto quasi in tutte, perchè alcune volte non ci è stato possibile il trovarvegli.

Ancorchè sopra l'esterna superficie del corpo umano sia cosa difficilissima lo scorgergli per cagione della loro minutezza, e del loro colore, simile a quello della cuticola; nulladimeno molte volte ne abbiamo veduti camminare esternamente sopra di essa superficie, e particolarmente nelle articolazioni, e piegature grinzose, e ne' minuti solcherelli della pelle, dove con l'acuto della testa cominciano prima ad introdursi, e tanto razzolano, e tanto si agitano, cagionando fastidiosissimo pizzicore, finchè il loro corpo tutto sia penetrato sotto la cuticola. Sotto di essa cuticola non ci è stato difficile il vedere, che vanno facendo straducole da un luogo ad un'altro col rodere, e col mangiare; ed un solo di essi arriva talvolta a fare più tubercoletti acquaioli: E qualche volta ancora ne abbiamo trovati due o tre insieme, e per lo più molto vicini l'uno all'altro.

Andavamo bramosamente cercando, se questi Pellicelli facessero uova, e dopo molte, e molte, e reiterate ricerche, finalmente la fortuna volle esserci favorevole; conciossiecosachè avendo posto un Pellicello sotto il Microscopio, acciochè il sig. Isach Colonnello ne facesse la figura con la sua gentilissima penna, Egli nel disegnarla vide scappar fuori dalle parti deretane di esso Pellicello un certo minutissimo e quasi invisibile uovicino bianco, quasi trasparente, e di figura lunghetto a similitudine d'un Pinocchio, come si può vedere nella Fig. II e nella Fig. IV.

Da tale avvenimento animati, replicammo con ansietà le ricerche di quest'uova, e ne trovammo in diversi tempi molt'altre; ma non ci si porse mai più la congiuntura di vederle nascere sotto il Microscopio.

Da quest'uova, sig. Redi gentilissimo, parmi, che si possa affermare, che i Pellicelli facciano la loro generazione, come la fanno tutte quante le razze d'Animali, cioè per via di maschio, e di femmina, ancorchè ne al sig. Cestoni, ne a me per ancora ci sia sortito di riconoscere qualche differenza di figura tra i maschi, e le femmine de' suddetti Pellicelli. Forse il caso, o altre più lunghe, e più minute Osservazioni, ovvero migliori Microscopj, come sono quegli inventati in Roma con tanta sua gloria dall'impareggiabile sig. Giuseppe Campani, e quegli altri, che dicono aver ultimamente trovati il sig. Carlantonio Tortoni, ed il sig. Marcantonio Cellio, ci faranno conoscere questa differenza.

Per le sopraddette cose, ben considerate, e senza passione, si potrebbe forse mettere in dubbio l'opinione degli Autori di Medicina nell'assegnare le cagioni della Rogna. Tra la moltitudine degli Antichi, alcuni con Galeno l'anno creduta nascere dall'umore melanconico; il qual'umor melanconico per ancora non si sa ben bene in qual parte del nostro corpo abbia il proprio, e vero domicilio; A Galeno parve, che aderisse Franco Sacchetti antico Poeta Fiorentino allor che nelle sue Rime si compiacque di dire

Di gran maninconia sarei fuori,

La qual con molta rogna m'ha assalito.

Altri con l'Arabo Avicenna la crederono prodotta dal solo sangue; ed altri dall'Atrabile mescolata con la Pituita salsa

Benchè non so se questi Autor fur giusti,

E se dissero il ver ne' lor Quaderni

Imperocchè tra gli Scrittori del nostro presente secolo alcuni con Silvio Delaboe anno poi data la colpa della rogna ad un'acido mordace svaporato dal sangue. Altri col Vanelmonte ad un loro particolare fermento: Altri a' sali acri, ed irritativi contenuti nella Linfa, o nel Siero, e per diversi canali, e andirivieni del nostro corpo traportati nella Cute. Or tra tante opinioni qual misfatto mai mi sarebbe, se ancor io andassi opinando diversamente da questi dottissimi Vomini? O per ischerzo che si sia, o, pure, com'è più facile, per da vero, Io per ora mi sento inclinato a voler credere, che la Rogna, da' Latini chiamata scabies, e descritta per un male cutaneo, ed appiccaticcio, non sia altro, che una morsicatura, o rosicatura pruriginosa, e continua fatta nella cute de' nostri corpi da questi soprammentovati Bacolini: Onde per le minime aperture di essa cute trasudando qualche porzione di Siero, o di Linfa, vengono a farsi le bollicelle acquaiole, dentro le quali, continuando quei Bacolini la solita rosicatura, son forzati gli uomini a grattarsi, e nel grattarsi avanzandosi lo struggimento, ed il prurito, rinforzano la fastidiosaggine dell'opera, e rompono non solamente le bollicelle acquaiuole, ma ancora la cute istessa, e qualche minutissimo canaluccio di sangue; il perchè ne avvengono pustulette, scorticature crostose, ed altri simili fastidj.

Dal detto fin quì, sig. Redi, non mi sembrerebbe totalmente impossibile il comprendere, per qual cagione la Rogna sia un male tanto appiccaticcio: Imperocchè i Pellicelli col solo, e semplice contatto d'un corpo coll'altro possono facilmente passare da un corpo all'altro, essendo maravigliosa la velocità di questi molestissimi Animalucciacci, i quali non istanno sempremai tutti al lor lavoro intanati sotto la cuticola, e nelle grotticelle, e passaggi cutanej; ma se ne trovano altresì alcuni sopra l'ultima superficie, o cuticola del corpo, pronti prontissimi ad attaccarsi ad ogni cosa, che loro si accosti, nella quale per pochi, che arrivino a prendere il domicilio, vi multiplicano grandemente per l'uova, che vi fanno. E non è ancora da maravigliarsi se il contagio della Rogna si faccia per mezzo di Lenzuoli, di Sciugatoi, di Tovagliolini, di Guanti, e d'altre simili robe usuali servite a i Rognosi, essendo che in esse robe può rimaner appiccato qualche Pellicello; Ed in verità i Pellicelli vivon fuor de' nostri corpi fino a due, e tre giorni, come mi è avvenuto di poter oculatamente farne la sperienza più volte.

Non mi sembrerebbe anco impossibile comprender la cagione del guarir della Rogna per via di lavande rannose, di Bagni, e di Vnzioni composte con sali, zolfi, vitriuoli, mercurj semplici, precipitati, e solimati, e con altre robe di questa fatta corrosive, e penetranti; perchè esse vagliono infallibilmente ad ammazzare i Pellicelli intanati anco nelle più riposte loro grotterelle, e laberinti della Cute; il che non può mai avvenire col grattarsi, ancorchè si faccian sovente sdruci non piccoli; perchè i Pellicelli son di così dura pelle, che non arrivano così facilmente ad esser offesi, ed anco per la lor minutezza ad esser trovati dall'unghie: Siccome non arrivano ad essere offesi da tanti, e tanti medicamenti interni, che da' Medici son dati a' Rognosi per bocca, bisognando sempre, dopo un lungo uso di essi medicamenti interni, ricorrer finalmente per necessità alle unzioni sopraddette se voglion conseguire la total guarigione. E se in pratica spesse volte si vede, che essendosi unto un Rognoso, e sembrando in dieci, o dodici giorni guarito, contuttociò in breve la Rogna suol tornare a rifiorir come prima; non è da maravigliarsene, perchè l'unguento avrà bensì ammazzati i Pellicelli viventi, ma non avrà guaste, e corrotte l'uova, depositate, per così dire, ne' nidj della Cute, dove elle posson poi nascere, e far ripullulare il male. Per la qual cosa alcuni dopo il vedersi guariti continuano prudentemente per qualche altro giorno di vantaggio le unzioni, il che tanto più facilmente possono eseguire, quanto che le unzioni per la rogna possono manipolarsi gentilissime, e di buon'odore, come appunto è quella fatta con Manteca gialla di fior d'Aranci, o di Rose incarnate, mescolata con una conveniente porzioncella di Mercurio precipitato rosso.

Quì avea pensato di terminare lo strano Paradosso di questa Lettera; ma essendomi improvvisamente venuto capriccio di volerlo dare alle Stampe, prego la bontà di V. S. Illustriss. a permettermi, che io ci aggiunga uno abbozzo compendioso di spiegazione per quell'altre poche figure, che son delineate in compagnia di quella del Pellicello.

Nella Fig. V. è rappresentato nella sua natural grandezza il Tarlo, che abita ordinariamente ne' legni duri, e per suo nutrimento gli rode. Questo così fatto Tarlo è generato da quegli Scarafaggi grandi, e neri morati, che in cima al capo anno due corna, o antenne lunghissime fatte a nodi, come si può vedere nella Fig. VI. Da' Contadini Livornesi son chiamati Scarafaggi Peraiuoli, perchè volentieri mangiano le Pere, e per lo più ronzano intorno a' loro alberi, e ad altri di simil natura. Quando adunque dallo Scarafaggio maschio sono state gallate l'uova alla Scarafaggessa femmina, ella se ne va a depositarle, come in un nido, non solamente sopra le fessure, e gli screpoli de' grossi tronchi del legname di già tagliato, e che in qualche parte abbia cominciato a guastarsi, e corrompersi; ma ancora nelle fessure del legname morticino, ed anco in quelle delle scorze de' medesimi alberi verdi, e vegetanti. Da ciascuno di questi mentovati uovicini, in breve tempo, cioè in tre, o quattro giorni al più, nasce un piccolo vermicciuolo, o Tarlo, il quale da principio va rodendo appoco appoco secondo le piccole sue forze, e secondo il suo bisogno, che sempre con le forze gli va crescendo; e col rodere si fa larghe, e profonde aperture nel legname. Ogni due mesi in circa, e particolarmente la state, suol gettar la spoglia; e continuando a rodere, va sempre crescendo la mole del suo corpo, fin che arrivi ad un'anno, e qualche volta a due, e talvolta a tre anni interi, come pur fino a questo tempo ne ha conservati vivi più d'uno la diligenza premurosa del sig. Diacinto Cestoni. Ma contuttociò, secondo il solito, si suol misurare il suo tempo più lungo, o più breve dal legno più duro, o men duro, che il tarlo deve consumare, mentre che subito, che egli sia arrivato alla sua naturale, e conveniente grandezza si trasforma in Crisalide, e stando immobile in questa figura intorno a venti giorni, finalmente di nuovo si spoglia, ed uscendo dalle spoglie, si fa vedere alato, come stà nell'accennata Fig. VI.

Nella Fig. VII. è delineato il verme o Tarlo, che poi si trasforma in Scarafaggio Pillulario, ed in Scarafaggio Stercorario, siccome nella Fig. VIII. è rappresentato esso Scarafaggio Stercorario, e nella Fig. IX. lo Scarafaggio Pillulario.

Moltissime sono le razze degli altri Tarli, che stanno ne' legni, nelle radiche, ed in altre simili cose. E tutti, come i sopraddetti, diventano a suo tempo Scarafaggi volanti. Tra questi ho trovato vero quello, che l'anno passato, V. S. Illustriss. mi disse, di essersi certificata, che in capo ad un'anno diventano ancor essi Scarafaggi volanti, quei Bachi grandi, rossi, e pelosi, che si trovano talvolta a rodere sotterra le barbe delle Bietole rosse, e di capi d'Aglio, de' quali Bachi ella fece menzione nel suo Libro della Generazione degl'Insetti: E che si cangiano altresì in Scarafaggi quei vermi, che si trovano nelle Nocciuole fresche, mentre che esse stanno sull'albero, o che di poco sono state colte dall'albero, e non ancora sgusciate, del che Ella non si era ancora certificata, quando stampò il suddetto suo Libro della Generazione degl'Insetti. Il verme suddetto è figurato al num. 10. e lo Scarafaggio al num. 11. ed al num. 12. Ho detto quei vermi, che si trovano nelle Nocciuole fresche non per ancora sgusciate; perchè i vermi, che nascono nelle Nocciuole secche sgusciate, nelle Mandorle, ne' Pinocchi, ne' semi di Popone, di Cocomero, di Zucca, e d'altri simili semi oleaginosi, sono vermi d'un altra razza, cioè della razza de' Bruchi, e de' vermi da seta. Imperocchè certe piccole farfallette depositano in quei semi oleaginosi le loro uova; dall'uova nascono i Bruchi, i quali al tempo determinato se ne fuggon via, e se non possono fuggirsene, fanno quivi il loro piccolo bozzoletto di seta: E se possono fuggirsene vanno a nascondersi come, e dove a loro insegna la naturale inclinazione, e quivi pure si fabbricano i bozzoli, da' quali in due, e talvolta tre settimane scappan fuora le minute farfallette, che tornano a depositare le nuove loro uova su quei mentovati frutti oleaginosi: E rinnuovano la generazione due, ed anco tre volte l'anno, secondo le stagioni, che corrono: E da queste bestiuole avviene, che le frutte oleaginose si guastino, e tarlino, e non perchè elle sieno invecchiate, come il volgo si crede. Io ho potuto conservarle molti anni sane, e salve ne' vasi di vetro, e di terra ben serrati, senza che mai mai vi sieno intarlate, se ve le ho riposte subito, che sono state cavate dal guscio. E lo stesso è avvenuto al sig. Diacinto Cestoni, il quale di più, col tenere la Sciarappa ben custodita, e ferrata, l'ha mantenuta senza verun pericolo di Tarli per dieci, e per dodici anni: E non solamente ha conservata la Sciarappa, ma ancora altre Droghe, come il Mecioacan, la Cina, il Rabarbero, il Rapontico, gli Ermodattili, e tutte l'altre cose, che nelle speziere si adoperano, e che sono suggette all'intarlatura. Ma i Tarli delle Droghe non sono della razza de' vermi, che guastano i frutti oleaginosi, ma sono della razza degli Scarafaggi, differenti però nella grandezza, e nella figura.

E gli è però vero, che le Droghe portateci da Paesi lontani si rendono molto difficultose a poterle mantenere, per aver passato lungo tempo nel viaggio senza le dovute diligenze; ne si può avere sicurezza alcuna, che in esse non sieno di già state depositate l'uova de' Tarli: Onde a volersene certificare vi si ricerca un'anno; e se in quest'anno, mentre la Droga sia stata ben serrata, non ne nasce alcuno animaletto volante, allora vi è certezza più che certa, che ella non tarlerà mai, purchè si vada proseguendo la diligenza nel custodirla. Quello che dico delle Droghe, lo dico altresì de' Canditi, i quali, se non sieno tenuti in buona custodia, vengono guasti non solamente da alcuni Tarli, che si trasformano poi in quegli Scarafaggi, de' quale mostrò Ella, o sig. Redi, la figura nel suo Libro della Generazione degl'Insetti alla Tav. XVII. ma ancora da certi minutissimi Bacherelli, che nascono ancora nel formaggio, come appresso dirò.

De' vermi, che nascono nel formaggio fresco, e come vi nascano, ed in quali animalucci, o moscherini volanti si trasformino, ne ha V. S. o sig. Francesco, veridicamente parlato nel suddetto suo Libro della Generazione degl'Insetti. Ma Ella sa, che alcuni anni sono insieme col sig. Diacinto Cestoni, mentre la Corte era quivi in Livorno, ne osservammo più volte nel formaggio secco un'altra razza differente da' mentovati; e di questa razza se ne vede la figura al num. 13. ed al num. 14. siccome al num. 15. quella dell'uovo de' medesimi Bachi, i quali gli ho rappresentati come gli ho potuti vedere co' Microscopj, che presentemente mi trovo, ed anco un poco ingranditi. La loro figura è un pochetto differente da quella, che l'anno prossimo passato ha data fuora in Roma il sig. Tortoni per osservazione del sig. Giuseppe Teutonico, ma il mio povero Miscroscopio non mi mostra altramente.

In vero non si può distinguere questo minutissimo Insetto per la sua somma piccolezza, se non col benefizio del Microscopio, ed i miei non me lo mostrano se non della grandezza d'una lente, o poco più. Egli è bianco, diafano, e quasi tondeggiante. Ha otto piedi, ed il suo capo è aguzzo. Curiosi da vedersi in lui sono alcuni, per così dire, radi, e lunghi pungiglioni, de' quali tien guarnito il dorso a foggia d'un Istrice. Questi pungiglioni si sollevano da esso dorso ben dritti, e intirizziti, mantenendosi sempre ugualmente distanti come per guardia dell'Animale; e per quanto ho veduto, posso credere, che non si abbassino mai, come sogliono abbassarsi i peli degli altri animali pelosi. Non vi è dunque alcuno, che con l'occhio nudo possa distinguer bene queste bestiole per animali viventi, ancorchè si trovino in tanto, e così gran numero nel formaggio vecchio.

Che meglio conterei ciascuna foglia

Quando l'Autunno gli Arbori ne spoglia.

Ed in esso formaggio rodendo, e mangiando fanno talvolta le buche così grandi, che se ne potrebbe cavar un oncia di essi Tarli, che arriverebbono al numero di molti milioni.

Questi Tarli non istanno solamente nel formaggio, ma ancora sopra tutte le frutte dolci, e seccate, come fichi, zibibo, uve passe, susine, mandorle, pinocchi, semi di popone mondi, riso, ed altre cose di simil genere, infettando ancora i Canditi, le Conserve, i Cotognati, i Lattuarj, e tutte l'altre Confetture degli Speziali, che se non sono ben tenute serrate, e ben custodite, e bene spesso riviste, servono a' tripudj, e gavazzamenti di queste bestiuolucciacce invisibili, che si annidano quasi sopra tutto il commestibile.

I Caciaiuoli questa così gran quantità di animalucciacci, non ne sapendo altro, la chiamano la polvere del formaggio, e veramente credono, che sia polvere. Ed è, o sig. Redi, cosa degna di riflessione, che a queste bestiuole non solo non è punto nocivo il sommo caldo della state, ma ne meno la più rigorosa freddura della vernata; e sempre in tutte le stagioni tirano avanti francamente il lor vivere, e la loro infinita multiplicazione: E moltiplicano col solito natural modo, col quale moltiplicano tutti quanti gli altri animali, cioè coll'unirsi i maschi alle femmine, e per questa unione gallate l'uova, e poscia lasciate dalle femmine in ogni luogo a benefizio di natura, da quell'uova ne nascono i piccoli animalucci di quella stessa figura, che conservano tutto il tempo della loro vita, perchè questi del formaggio secco non si trasmutano mai in animali volanti: E quell'uova sono così minute, che col Microscopio stesso non è così facile il ravvisarle subito: Elle sono però bianche, e diafane, come le madri, e della figura sopraccennata al num. 15. Ma ne parlerò più distesamente a suo tempo, quando darò alle stampe tutto il da me Osservato intorno agl'Insetti, camminando per quella strada, che da V. S. Illustriss. fu negli anni passati aperta, e spianata con tanta sua gloria. E non solamente favellerò degl'insetti terrestri, ma ancora di alcuni di quegli di mare, e particolarmente di quelle Brume da Lei mentovate nel suo Libro degli Animali viventi, che si trovano negli Animali viventi, che sono Tarli esterni de' Navigli; e parlerò ancora de' Dattili, che son tarli de' sassi marini, e degli scogli, e spero di poter mostrare evidentemente, che questi, ed altri simili animaletti appellati Zoofiti, o Piantanimali anno per multiplicarsi una loro particolare generazione di semenza simile a quella delle piante, nelle quali non vi è necessaria distinzione, ovvero unione di maschio, e di femmina: E quì supplicando V. S. Illustriss. a gradire il buon desiderio, che ho di scoprire qualche verità, le faccio insieme col sig. Diacinto Cestoni divotissima riverenza.


 

Di V. S. Ill.ma

Livorno 18. Luglio 1687.

Divotiss. Servit.
Gio: Cosimo Bonomo.


 


 



 

 

29 mar 2010

ANESTESIA CON ETERE:il primo intervento 30 marzo 1842

Il 30 Marzo è una data importante per la storia della medicina ,una di quelle date che hanno dato una svolta radicale alla qualità di vita del paziente .

Siamo nel 1842,esattamente il 30 di un marzo pazzarello ,tempo instabile,un po' di sole,molto vento,giorni di pioggia.

Ma il signor James M.Venable non pensa sicuramente al tempo:è nello studio medico del dottor Crawford Williamson Long e sta attendendo ,in uno stato di terrore che il dottore gli asporti un grosso tumore dal collo.

Ma il signor Venable ha,e non capita spesso,scelto il medico giusto.

Crawford W.Long(Georgia 1 novembre 1815-16 giugno 1878) si era laureato nel 1839 presso l'università della Pennsylvania,studente attento e meritevole ,aveva una caratteristica in più:era curioso e amava sperimentare.

Nel corso dei suoi numerosi esperimenti ,su animali,ma anche su soggetti umani,aveva avuto modo di notare e ,poi nel tempo confermare,che l'etere possedeva effetti specifici sull'organismo,uno dei quali era quello di addormentare il soggetto.

Pensò allora di sfruttare questa sostanza nel suo lavoro di chirurgo.

Il primo soggetto su cui Long decise di provare l'etere fu appunto l'atterrito Venable.

James Venable si svegliò ed osservò stupefatto il grosso tumore asportato senza che lui avesse provato nessun dolore.

Ad onor di cronaca il prezzo dell'intervento fu di 2 dollari.

Dopo questo successo Long estese l'uso dell'etere a tutti gli interventi da lui compiuti,tra i quali le amputazioni(frequentissime in quel periodo)ed anche i parti.

Uomo schivo e modesto non ritenne ,però ,opportuno pubblicare i risultati dei suoi studi.

Lo farà solo nel 1849,esattamente tre anni dopo che William Green Morton aveva pubblicato i suoi relativi all'intervento da lui effettuato con anestesia di etere il 18 ottobre del 1846,a Boston.

Crawford W.Long morì a 63 anni mentre stava assistendo una partoriente.


 

Parliamo di Salute

Riproduzione vietata


FRA LEGGENDA E REALTA',ECCO LA "SINDROME DI PRIMAVERA"


 


 


 

PISANata grazie alla leggenda,la "sindrome di primavera" è,oggi, una realtà clinica. In pratica esiste una certa percentuale di popolazione che avverte non pochi cambiamenti nella propria persona con l'avvicinarsi del fatidico giorno.


 

Lo spiega Armando Piccinni,psichiatra alla Clinica universitaria di Pisa, che sottolinea la comparsa di sintomi strani, a volte anche larvati, comunque indiscutibili sul piano soggettivo: cambio dell'umore anche marcato, una ridotta resistenza allo sforzo fisico con il conseguente senso di affaticamento. La moderna medicina parla in sostanza di SAD ovvero Seasonal Affective Disorders.


 

Il tempo ottimale d'insorgenza è il passaggio dalla stagione fredda,come appunto l'inverno, a quella media temperata come la primavera. Stesso discorso lo possiamo comunque ripetere dopo sei mesi, nella fase di transizione fra estate ed autunno. Forse sarà il mutamento delle ore di luce, del livello di luminosità,umidità e temperature, fatto sta che ci si sente strani,talora distratti, incapaci a concentrarci sul lavoro anche abitudinario,tanto da sollecitare il richiamo di chi ci stia comunemente vicino.


 

Secondo Piccinni, si tratta dello "Spring blues",in pratica il cosidetto "piccolo calo di primavera". Più a rischio, in tutte queste fasi sono i soggetti con disturbo bipolare ( 12-15%),con alternanza di umore depresso ed euforico,inframmezzato da periodi normali. La primavera,anche qui, è vissuta davvero un periodaccio.


 

La "terapia della luce", con due ore al giorno d'applicazione usando lampade che emettono radiazioni della stessa lunghezza d'onda di quella solare - soggiunge - ha avuto alterni successi


 

Proprio domani,sabato, si aggiungerà un fatto nuovo. L'inizio dell'ora legale con la perdita di un'ora di sonno ed il successivo mutamento delle abitudini invernali. Nel ritmo di quelle giornaliere si potrebbe creare un certo tipo di problemi.


 

Che fare? Utile,precisa Piccinni,in accordo con il proprio medico è l'assunzione giornaliera di melatonina ,un regolatore del ritmo sonno-veglia,la sostanza che viene comunemente utilizzata dai piloti di linea nei voli intercontinentali con rapido cambio dei fusi orari.


 

Non sono da trascurare però-conclude Piccinni -possibili riflessi negativi sul sistema cardio e cerebrovascolare,soprattutto in soggetti che soffrano di malattie a carico di questo specifico settore.


 


 

GIAN UGO BERTI

28 mar 2010




ERBE OFFICINALI:proprietà
 

Le cure fitoterapiche hanno bisogno di un tempo maggiore per dare l'effetto desiderato e non sostituiscono quelle tradizionali. 

ABETE (Abies alba) antinfiammatorio, dolori muscolari, reumatismi e dolori alle articolazioni.

ACHILLEA (Ahillea millefolium) antinfiammatoria, drenante, digestiva, sedativa. Migliora la circolazione sanguigna, le funzioni digestive e quelle del fegato.

AGLIO (Alium sativum) ha proprietà stimolanti, digestive, corroboranti, antisettiche, ipotensivo, efficace contro la pressione alta.

AGNOCASTO (Vtes agnus-castus) ha la stessa azione del luppolo e ne rinforza gli effetti. I suoi frutti sono ricchi di principi attivi, che hanno un'azione stimolante sugli ormoni femminili favorendo la produzione di progesterone.

AGRIMONIA (Agrimonia eupatoria) i suoi fiori sono indicati per le infiammazioni della gola giacché possiedono notevoli proprietà antinfiammatorie. Stimola la secrezione gastrica il flusso biliare. Infezioni vaginali. Pelle arrossata o coperta da pomfi o foruncoli. Scarso funzionamento del fegato e del pancreas.

ALCHECHENGI (Physalis alkekengi) i frutti di questa pianta hanno proprietà diuretiche, antinfiammatorie e depurative e, soprattutto, facilitano l'eliminazione d'acido urico.

ALLORO (Laurus nobilis) ha proprietà digestive, dolori allo stomaco, piedi che sudano.

ALOE (Aloe ferox) lassativo, per la secrezione biliare.

ALTEA (Althaea officinalis) ha proprietà leggermente lassativa, emolliente e decongestionante, peristalsi, antidiarroico.

AMAMELIDE (Hamamelis viginiana) antinfiammatoria, protegge le pareti dei vasi sanguigni.

ANETO (Anethum graveolens) flautolenza, stimolante dei succhi gastrici.

ANGELICA (angelica sinensis o angelica archangelica) dolori di stomaco, facilita la digestione e l'eliminazione di gas intestinali..

ANICE STELLATO (Illicium uerum) stimola le funzioni digestive riducendo eventuali spasmi.

ANICE VERDE (Pimpinella anisum) facilita i processi digestivi e rende più attiva l'eliminazione dei gas di fermentazione, alito cattivo.

ARANCIO amaro e dolce (Citrus aurantium) i suoi fiori hanno buone proprietà sedative, tonica. Prevenzione delle malattie infettive. Cellulite, ansia, e depressione.

ARGILLA lenitiva, antidolorifica, assorbente, remineralizante, disinfettante.

ARNICA (Arnica montana) dolori muscolari, ematomi e contusioni.

ARTEMISIA (Artemisia vulgaris) stimolante dell'appetito e digestione.

ARTIGLIO DEL DIAVOLO (Arpagophytum procumbens) antinfiammatorio, dolori reumatici.

ASPARAGO (Asparagus officinalis) ritenzione idrica, gotta, prevenzione nei calcoli renali, diete dimagranti.

AVENA (Avena sativa) stimolante del metabolismo cutaneo, depressione, disturbi della menopausa.

AVOCADO (Persea gratissima) convalescente, crescita dei bambini, l'olio per le scottature solari.

BALLOTA (Ballota nigra o foeida) tossi spasmodiche, pelle arrossata, insonnia, eccitazione nervosa.

BALSAMO DEL CANADA (Abies balsamea) tosse, catarro, tensione nervosa.

BALSAMO DEL PERÙ (Myroxylon pereirae) espettorante, eczemi, raffreddore, pelle screpolata.

BARDANA (Arctium lappa) abbassa i tassi di glucosio (zucchero) nel sangue. Ha spiccate proprietà diuretiche e depurative generali, stimola il fegato e la cistifellea, azione stimolante sulla pelle, depura la cute e svolge un'azione antisettica

BASILICO (Ocimum basilicum) il suo olio essenziale ha leggere proprietà disinfettanti.

BERGAMOTTO (Citrus bergamia Risso) infiammazioni della bocca e gola, antibatterico.

BETULLA (Betula alba) facilita il drenaggio dei liquidi nell'organismo. Per il suo contenuto di tannini, resine e olio essenziale, favorisce la diuresi e l'eliminazione di acido urico. Rende più fluida la bile, favorisce l'eliminazione di acido urico ed è molto diuretica, combatte le palpitazioni.

BIANCOSPINO (Crataegus oxyacantha) arrestare la diarrea, regolare le palpitazioni e le accelerazioni del battito cardiaco, regolare la pressione, angina pectoris, vertigini.

BISTORTA (Polygonum bistorta) pianta lenitiva antinfiammatoria e astringente, utile per contrastare le emorroidi, enuresi.

BOLDO (Peumus boldus) è una delle piante più preziose per il benessere del fegato: aumenta la secrezione biliare ed è indicata in caso di insufficienza e intossicazioni del fegato stesso.

BORRAGINE (Borrago officinalis) i suoi semi sono ricchi di acidi grassi essenziali e vitamina E. Hanno un'azione regolarizzatrice sul ciclo e migliorano anche l'umore. Possiede notevoli proprietà emollienti e lenitive, indicate soprattutto quando la pelle è afflitta da eczemi.

BORSA DEL PASTORE (Capsella bursa-pastoris) regola il ciclo mestruale.

CACAO (Teobroma cacao) convalescenza, affaticamento fisico e mentale.

CACHI la polpa del cachi, essendo astringente, oltre alla diarrea cura anche la pelle grassa o la seborrea, serve per schiarire la cute e per preparare una maschera di bellezza da applicare sulla pelle del viso per togliere lucidità. È utile anche per combattere gli inestetismi provocati dai foruncoli, la polpa applicata direttamente sulla parte colpita disinfetta efficacemente e aiuta la pelle infiammata, accelerandone la guarigione.

CALAMO AROMATICO (Acorus calamus) dolori intestinali dovuti a gastrite o colite, arrestare il vomito, raucedine o abbassamento della voce.

CALENDULA (Calendula officinalis) i suoi fiori hanno notevoli proprietà antispasmodiche decongestionanti e lenitive, favoriscono, inoltre, un flusso scarso o assenza delle mestruazioni. Indicata per idratare le pelli troppo secche.

CAMOMILLA (Matricaria chamomilla) è un ottimo sedativo, antinfiammatoria e calmante, Ha proprietà calmanti, per l'ulcera peptica, preventivo per le infezioni.

CAMOMILLA Romana (Anthemis nobilis) per attenuare l'acidità di stomaco, crampi mestruali, coliche, indicata per le pelli facili ad arrossamenti e irritazioni.

CANNELLA (Cinnamomum zeylanicum) stimola la secrezione dei succhi gastrici, flautolena, diarrea, ha notevoli proprietà antisettiche stimolanti.

CAPRIFOGLIO (Lonicera caprifolium) decongestionante bronchiale, antinfiammatorio.

CARBONE VEGETALE per eliminare i gas intestinali, colon irritabile, abbassare il colesterolo, intossicazione e avvelenamento.

CARCADÈ (Hibiscus sabdariffa) dissetante e leggero purgante.

CARCIOFO (Cynara scolymus) attiva la produzione e la secrezione della bile rendendola più fluida, ha un'azione protettiva verso il fegato, stimola la diuresi e abbassa i tassi di colesterolo nel sangue. Ha la stessa azione del cardo mariano, anche se meno intensa. Svolge un'importante azione diuretica, favorendo l'urina.

CARDIACA (Leonurus cardiaca) ha un'azione sedativa sul sistema nervoso e sul cuore. Contribuisce perciò a sedare le turbe del climaterio. Ricca di leonunna, glucosidi e saponosidi, determina una vasodilatazione che abbassa la pressione.

CARDO MARIANO (Sibylum marianum) azione protettrice del fegato e lo aiuta a disintossicarsi, digestione difficile, allevia i sintomi delle emorroidi, promuove la secrezione e il flusso della bile.

CAROTA (Daucus carota) stimola il sistema immunitario, acne, foruncoli, stitichezza, infiammazioni della gola e della bocca, maschera di bellezza.

CASCARA SAGRADA (Rhamnus purshiana) per ammorbidire le feci, soprattutto, in presenza di ragadi ed emorroidi.

CASSIA (Cassia fistola) la polpa dei suoi frutti ha proprietà lassative. Regola le funzioni intestinali.

CASTAGNO (Castanea sativa) facilitare la circolazione venosa, sedare la tosse anche asmatica, ai convalescenti, per dare riflessi dorati ai capelli.

CEDRO DEL LIBANO (Cedrus libani) acne, pelle grassa, psoriasi, eczemi senza prurito.

CENTELLA ASIATICA (Hydocotyle asiatica) attiva la circolazione e protegge i piccoli vasi sanguigni, psoriasi, cellulite, fragilità capillare, varici.

CENTINODIO (Polygonum aviculare) sciogliere piccoli calcoli renali, catarro, gola infiammata.

CERFOGLIO (Anthriscus cerefolium) diuretico, depuratore del fegato, per la pelle, cicatrizzante delle ferite.

CHELIDONIA (Chelidonium majus) antispasmodico, favorisce il flusso della bile, crampi allo stomaco, facilitare la digestione, calli, verruche e porri.

CHINA ROSSA (Cinchona succirubra) stimolante dei succhi gastrici, tonico generale. Il chinino abbassa la febbre e toglie il dolore, pertosse, malattie da raffreddamento, ridare vigore ai capelli e ostacolarne la caduta, accelerante delle contrazioni uterine.

CHIODI DI GAROFANO (Eugenia caryofhyllata) il suo olio essenziale, il cui costituente principale è l'eugenolo, ha buone proprietà disinfettanti.

CIPRESSO (Cupresus sempervirens) pipì a letto dei bambini e incontinenza urinaria degli anziani, flusso mestruale irregolare, emorroidi.

CITRONELLA (Cymbpogon nardus) ricca di olio essenziale, è indicata come repellente contro le zanzare, utile anche per ridurre l'infiammazione provocata dalle loro punture.

COLA (Cola acuminata) affaticamento fisico. Stimola il sistema nervoso centrale, porta euforia.

CORBEZZOLO (Arbutus unedo) ricco di arbutoside, ha una blanda azione disinfettante e diuretica.

CORIANDOLO (Coriandrum satiuum) digestione difficile, spasmi intestinali, piedi maleodoranti.

COTOGNO MELO (Cydonia oblunga) astringente, antinfiammatorio.

CRISANTELLO AMERICANO aiuta il fegato a liberarsi dalle sostanze nocive. Ha una spiccata azione depurativa, protegge le cellule dal fegato. Aiuta, inoltre, a eliminare il colesterolo nel sangue.

CUMINO (Carum carvi) alito cattivo, stimolante delle funzioni dell'organismo, spasmi intestinali.

CURCUMA (Curcuma longa) stimola la secrezione dei succhi gastrici, il flusso della bile, dolori muscolari.

DAMIANA (Turnera diffusa) combattere l'impotenza, difficoltà di erezione.

DRAGONCELLO detto ESTRAGONE ((Artemisia dracuculus) mal di denti, aria nella pancia, digestione lenta.

DROSERA (Drosera rotundifolia) pertosse, tosse stizzosa, bronchite.

DULCAMARA (Solanum dulcamara) Stimolante del sistema nervoso centrale, leggermente diuretico.

ECHINACEA (Echinacea angustifolia) allevia l'arrossamento ed ha un'azione antinfettiva. Grazie al suo olio essenziale, ha una forte azione disinfettante e aumenta la resistenza alle infezioni. Ha proprietà antibatteriche ed è in grado di attivare il sistema-immunitario, piaghe da decubito.

EDERA antimicrobica. Grazie ai suoi principi attivi (saponosidi, flavonoidi, acidi clorogenico e caffeico) ha proprietà vasocostrittrici. Favorisce il riassorbimento dei liquidi nei tessuti.

EFEDRA (Ephedra distachya) vasodilatatore, aumenta la pressione sanguigna, antiallergico, febbre da fieno, favorisce il dimagrimento.

ELEUTEROCOCCO (Eleutherococcus senticocus) ha proprietà analoghe a quelle dal ginseng. Può alzare il tono dell'intero organismo e, inoltre, regola la pressione arteriosa. Noto anche con il nome di ginseng siberiano, regola la pressione, alzandola quando è bassa. Ha notevoli proprietà stimolanti e migliora le prestazioni generali dell'organismo. E' un adattogeno,

ELICRISO (Helichrrysum angustifolium) le sue sommità fiorite sono indicate per le pelli delicate e irritate dagli agenti atmosferici, perché possiedono notevoli proprietà antinfiammatorie.

ENOTERA (Oenothera biennis) aiuta le funzioni vitali dell'organismo, ipertensione, tosse  pertosse, eczemi e psoriasi, sindrome premestruale.

ENULA (Inula helenium) aiuta l'apparato respiratorio, espettorante, stimola l'appetito, leggermente diuretico.

EQUISETO (Equisetum arvense) è ricco di sali minerali, nutrienti fondamentali in un momento come quello dell'allattamento. Ha una buona azione diuretica e antinfiammatoria. Ha una spiccata azione diuretica e depurativa. Per il suo contenuto d'acido silicico ha la proprietà di aumentare l'elasticità dei tessuti e, nello stesso tempo, possiede buone proprietà diuretiche.

ERICA (Calluna vulgaris) ha proprietà decongestionanti e diuretiche.

ERISIMO (Sisymbrium officinale) per contrastare gli abbassamenti della voce, faringite, laringite.

ESCOLZIA (Eschschltzia californica) è un'erba che era usata dagli indiani d'America. Ricca d'alcaloidi, ha proprietà sedative e anti-mal di testa. Ricca d'olio essenziale, ha una forte azione sedativa e favorisce il sonno.

EUCALIPTO (Eucalyptus globulus) antisettico e balsamico, usato contro le infiammazioni delle vie respiratorie.

EUFRASIA (Euphrasia officinalis) per le infiammazioni delle mucose, soprattutto per quelle degli occhi.

FICO (Ficus carica) ha un'azione riequilibrante del sistema nervoso. Colite, gastriti d'origine nervosa.

FIENO GRECO (trigonella foenum-graecum) per aumentare la portata lattea, maturare foruncoli, ricostituente.

FINOCCHIO (feoniculum vulgare) coadiuvante della galega nello stimolare la produzione dell'allattamento materno e, per di più, protegge il piccolo da eventuali coliche gassose. Possiede proprietà diuretiche e antispasmodiche, blocca i processi fermentativi dell'intestino.

FIORDALISO (Centaurea cyanus) possiede notevoli proprietà decongestionanti e antinfiammatorie, lenisce gli arrossamenti degli occhi e i gonfiori delle palpebre.

FRANGOLA (rhamnus frangula) per ammorbidire le feci, stimolandone i movimenti.

FRASSINO (Fraxinu excelsior) diuretico e antireumatico, gotta.

FUMARIA (Fumaria officinalis) aiuta l'organismo ad eliminare le tossine e risulta molto efficace per abbassare i livelli di colesterolo. Migliora le secrezioni della bile, favorendo il lavoro del fegato. Psoriasi.

GALEGA (Galega officinalis) grazie al suo principio attivo migliora la circolazione sanguigna a livello della ghiandola mammaria stimolando la secrezione lattea, per abbassare gli zuccheri nel sangue.

GARCINIA (Garcinia cambogia) interviene sul metabolismo, coadiuvante dimagrante, ridurre il colesterolo e i trigliceridi.

GENZIANA (Gentiana lutea) insufficienza di succhi gastrici, inappetenza, aria nella pancia.

GINEPRO (Juniperus communis) facilita l'eliminazione dei liquidi dal corpo. Ha proprietà digestive e disinfettanti. Aumenta la diuresi ed ha un'azione purificatrice sulle vie urinare. Dolori articolari, disintossicante, gotta.

GINGKO (Gingko biloba) è un protettore dei vasi, esplica la sua azione sia sui grossi vasi sanguigni sia su quelli del microcircolo. Per la circolazione cerebrale, ha proprietà antinevralgiche. Protegge i piccoli vasi e rinforza le loro pareti rendendole più elastiche e meno fragili. Migliora anche la circolazione periferica. Sordità e ronzii all'orecchio.

GINSENG (Panax ginseng) adattogeno. Stimola il sistema immunitario, potenzia la resistenza fisica, aiuta la memoria, regola la pressione sanguigna.

GLUCOMANNANO (Armorphphallus konjak) come supporto per diete ipocaloriche, assorbe molta acqua trasformandosi in sostanza gelatinosa, aumenta il senso di sazietà, ha funzione depurativa, riduce l'assimilazione di zuccheri.

GRAMIGNA (Agropyron repens) contiene mucillagini, saponine a glucosidi, è una delle piante più diuretiche e depurative. Combatte anche le infiammazioni ai reni.

GUARANÀ (Paulina cubana) attenua gli stimoli della fame, coadiuvante delle diete dimagranti, migliora la concentrazione intellettuale e sportiva.

IPERICO (Hypericum perforatum) antispasmodico, depressione, cicatrizzante, scottature, nutrimento per la pelle.

IPPOCASTANO (Aesculus hippocastanum) antidolorifico, stimola la circolazione superficiale. Protegge i vasi sanguigni. Restringe i vasi sanguigni, favorendo il riassorbimento sia dei liquidi sia dei gonfiori, ne tonifica le pareti e ne migliora la permeabilità. Emorroidi, pelle avvizzita, cellulite.

JOJOBA (Simmondsia californica) acne, emolliente, nutrire la pelle avvizzita, rallentare la perdita dei capelli, macerazione della pelle tra le dita.

KARITÉ (Butyrospermum parkii) per idratare la pelle e renderla morbida, arrossamenti della pelle, rassodante.

KARKADÈ (Hibiscus sabdariffa) stimolare le difese immunitarie, rallentare il processo dell'osteoporosi, regola l'intestino.

LAMPONE (Rubus idaeus) ciclo irregolare e menopausa. Agisce riequilibrando i livelli ormonali e le funzioni dell'apparato genitale femminile.

LAVANDA (Lavandula augustifolia) affezioni della pelle, nervosismo e insonnia, forfora, emicrania, dolori muscolari e distorsioni.

LIMONE (Citrus limonum) pelle, unghie, gotta, emicranie e nevralgie, artrite e reumatismi.

LINO (Linum usitatissimum) foruncoli, scottature, irritazione della pelle, stitichezza, colon irritabile.

LIQUIRIZIA (Glycyrrhiza glabra) ha doti emollienti, antinfiammatorie ed espettoranti, cicatrizzanti. Protegge stomaco e fegato. Epatite e cirrosi, herpes labiale e genitale, ulcera gastrica e duodenale.

LUPPOLO (Humulus lupulus) stimola la produzione di ormoni femminili. Mal di testa, crampi, menopausa.

MAGGIORANA (Origanum majorana) digestione difficile, crampi allo stomaco, liberare le vie respiratorie.

MAIS = Granturco (Zea Mays) i suoi stimmi (rigonfiamenti dove si deposita il polline) sono ricchi di acidi grassi, fitosteroli, betaina e allantoina, i suoi stimmi hanno proprietà diuretiche e sono sfruttate nei casi di ritenzione idrica e per eliminare le tossine, antinfiammatorio.

MALVA (Malva silvestris) è un ottimo rimedio calmante, proprietà leggermente lassative ed emolliente. Mal di denti, infiammazione delle gengive, lenire le infiammazioni della vagina.

MANDORLO (Prunu communis) emorroidi, dolori all'orecchio, tosse convulsiva, ridurre trigliceridi e colesterolo.

MARGHERITINA (Bellis perennis) simile alla camomilla, rinforza l'azione calmante di cardiaca e passiflora.

MARRUBIO (Marrubium vulgare) mucolitico, epatite e altri disturbi del fegato e colecisti.

MATÈ (Ilex paraguayensis) è una pianta dalla spiccata azione diuretica e tonica. Rende perciò più resistenti anche allo stimolo della fame.

MELILOTO (Melilotus officinalis) pruriti, gonfiori da cattiva circolazione, emorroidi, stanchezza, ansia, grazie ai suoi derivati ha buone proprietà sedative.

MELISSA (Melissa officinalis) antinevralgica, mestruazioni dolorose e irregolari, herpes, digestiva, antispasmodica e lenisce i dolori intestinali. Ha un'azione rilassante ed è piacevole per il palato.

MENTA (Mentha piperita) anestetico locale, pelle arrossata, prurito insistente, mal di testa, stimolare la produzione di bile, favorire le mestruazione e attenuarne i dolori.

MIGLIO (Panicum miliaceum) rafforzare le unghie e i capelli, stress fisico e intellettuale.

MIRTILLO NERO (Vaccinium myrtillus) benefici per gli occhi sono i mirtilli e la gramigna. E' un blando disinfettante delle vie urinarie e un buon antinfiammatorio, è un buon protettore dei vasi sanguigni e favorisce una migliore percezione visiva. Le sue foglie possiedono proprietà ipoglicemizzante. Il mirtillo ha, inoltre, proprietà depurative.

MIRTILLO ROSSO (Vaccinium vitis idaea) infezioni batteriche, osteoporosi, avvisaglia di menopausa.

MIRTO (Myrtus communis) ha proprietà tossifughe, balsamiche e antinfiammatorie, forfora.

NAIUOLI (Malaleuca viridiflora) MELALEUCA per il suo contenuto d'oli essenziali, ha una spiccata azione antimicotica e antisettica. Foruncoli, scottature della pelle.

NOCE (Juglans regia) riduce la diarrea e l'aria nella pancia, irritazioni della pelle, controllo trigliceridi e colesterolo, proprietà ipoglicemizzante, infiammazioni, pruriti genitali.

OLIVO (Olea europaea) colesterolo, carenza alimentare, piccole piaghe, unghie dei piedi duri facili da incarnirsi, ricche di glucosidi, resine, colina e o leuropeina, le foglie di questa pianta aiutano a regolare la pressione.

OLMARIA (Spirea ulmaria) Obesità, ritenzione idrica, dolori reumatici, artrite reumatoide.

ONTANO (Alnus glutinosa) ricca di tannini a sostanze amare, ha proprietà antinfiammatorie a febbrifughe. Stimola la diuresi, flebiti.

ORIGANO (Origanum vulgare) usato sulla pelle, ha una blanda azione disinfettante. Tonico, astringente, espettorante.

ORTICA (Urtica dioica) depurativa, previene l'ingrossamento della prostata, dolori artritici e reumatici, gotta, ritenzione idrica.

ORTOSIFON (Ortosiphon stamineus) colesterolo, ritenzione idrica, dolori reumatici, artrite, gotta.

ORZO (Hordeum vulgare) disintossicare il fegato, cura dell'intestino e stomaco, aumentare la concentrazione intellettuale e il vigore fisico.

PAPPA REALE è una sostanza elaborata dalle api, ricco di aminoacidi, vitamine e sali minerali

PARIETARIA (Parietaria officinalis) ritenzione idrica, cistite, piccoli calcoli renali.

PARTENIO (Chrysanthemum parthenium) analgesica, antinevralgica. Ridurre la pressione arteriosa, sindrome mestruale, mal di testa.

PASSIFLORA (passiflora incarnata) ha proprietà calmanti e leggermente ipnotiche. Colon irritabile, colite, insonnia. Possiede anche proprietà lenitive e antinfiammatorie.

PIANTAGGINE (Plantago mator) infiammazione della pelle, punture di insetto, infezioni urinarie e dello stomaco.

PILOSELLA (Hieracium pilosella) facilita l'eliminazione di liquidi e di scorie, cellulite, disturbi respiratori.

PINO (Pinus silvestris) azione antinfiammatoria, aiuta ad eliminare il dolore. Reumatismi e dolori muscolari, infiammazione i bronchi.

PIOPPO NERO (Populus nigra) infiammazioni cutanee, emorroidi, acido urico, antinfiammatorio.

PREZZEMOLO (Petroselium crispum) reumatismi, artrite, sciatica, ritenzione dei liquidi, allergia, stimolazione dell'utero.

PRIMULA (primula officinalis) espettorante, diuretico.

PRUGNOLO (Prunus spinosa) leggero lassativo, diuretico, stimola il metabolismo.

PSILLIO (Plantago psyllium) regola le funzioni intestinali in modo dolce, soprattutto, alla presenza di ragadi ed emorroidi, calma le infiammazioni cutanee.

PUNGITOPO (Ruscus aculeatus) varici, tromboflebiti, emorroidi, flebiti, ritenzione di liquidi di gambe e addome gonfi,

PYGEUM (Pygeum africanum) ha un'azione antinfiammatoria e decongestionante specifica per la prostata. Migliora la capacità di erezione legati alla prostata.

QUERCIA (Quercus robur) stimolante del sistema immunitario, allergia al polline, emorroidi, frigidità o impotenza, antinfiammatorio e leggermente antisettica.

QUERCIA MARINA (Fucus vesiculosus) Stimola l'attività tiroidea, coadiuvante nel trattamento del sovrappeso e dell'obesità, facilita l'evacuazione dell'intestino.

RABARBARO (Rheum palmatum) lassativo, ma non irritante per l'intestino, astringente, antinfiammatorio e leggermente disinfettante.

RATANIA (Krameria triandra) astringente, diarroico, stitico, astringente, gola e gengive infiammate.

RIBES NERO (Ribes nigrum) antinfiammatorio e depurativo, allergia da orticaria o rinite, artrite e reumatismi, rafforza le difese immunitarie.

ROSA CANINA (Rosa canina) fornice vitamina C, i suoi frutti rinforzano le difese immunitarie e svolge un'azione antinfiammatoria.

ROSMARINO (Rosmarinus officinalis) disintossica l'organismo e regola le funzioni epatiche e digestive. Diuretica, azione tonica su tutto l'organismo e stimola il lavoro del fegato, antisettico.

SALICE BIANCO (Salix alba) antinfiammatorio, dolore reumatici, sindrome premestruale, artrosi alle dita.

SALSAPARIGLIA (Smilax officinalis) diuretico.

SALVIA (Salvia officinalis) disinfettante, antinfiammatorio, alitosi, cattiva digestione.

SAMBUCO (Sambucus nigra) ha proprietà sudorifere, aumenta le difese immunitarie, infiammazione della pelle.

SEDANO MONTANO (Apium graveolens) fermentazioni dell'intestino, reumatismi, aumentare la minzione.

SENNA (Cassia angustifolia) ammorbidire le feci.

TARASSACO (Taraxacum officinale) diuretica che attiva contemporaneamente la produzione e la secrezione della bile, aiuta l'organismo ad eliminare le tossine, stimola le funzioni del fegato, aumentando la contrazione della cistifellea, macchie sulla pelle, dermatosi.

TÈ (Camelia sinens, Camelia thea, Thea sinensis) stimolante, ripristinare i sali minerali, pelle arrossata gastroenterite acuta.

TEA TREE (Malaleuca artenifolia) antisettico locale, virus, funghi, batteri, foruncoli, acne, eczema, piede d'atleta, verruche, porri.

THUJA (Thuja occidentalis) porri, verruche, calli.

TIGLIO (Tilia cordata) emolliente a lenitiva, antitosse e sedativa, digestiva, antispastica.

TIMO (Thymus vulgaris) antispasmodico, calma le tossi irritanti, disinfettante, digestivo.

UNCARIA (Uncaria tomentosa) immonostimolante, virus.

UVA URSINA (Arctostaphylos uva-ursi) cistite, uretrite, prostatite, infiammazione delle vie urinarie.

VALERIANA (Valeriana officinalis) calmante della tensione nervosa, calma i crampi muscolari.

VERBASCO (Verbascum thapus, phlomoides e thapsiforme) irritazioni della pelle, emorroidi tosse, bronchite foruncoli, pruriti, piaghe.

VERBENA (Verbena officinalis)

VERGA D'ORO (Solidago Virgaurea) stimola la secrezione renale, cicatrizzante, eczemi.

VIBURNO (Viburnum prunifolium) è un ottimo antispastico e agisce come sedativo sulla contrattilità dell'utero. Antiallergico, spasmolitico.

VIOLA DEL PENSIERO (Viola tricolor) depurativo, tosse e catarro, eczemi, acne, affezioni della pelle.

VISCHIO (Viscum allbum) pressione alta, diabete, mani arrossate e screpolate.

VITE (Vitis vinifera) antinfiammatoria, vene varicose, artrite deformante.

ZENZERO (Zingiber offcinale) colesterolo alto, mal d'auto, infiammazioni della vescica e dell'intestino, nausea e vomito.

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26 mar 2010



 

Oltre 4 milioni gli italiani colpiti


 

1° GIORNATA DI REUMATOLOGIA


 

Sono le malattie erroneamente chiamate "reumatismi"


 

MILANO - Comunemente vengono chiamati "reumatismi", si tratta invece delle malattie reumatiche,con oltre 4 milioni di italiani colpiti. Interessano vari organi ed apparati,non solo quindi le articolazioni e raggruppano affezioni piuttosto diverse fra loro. Nella maggior parte si tratta di forme autoimmuni ovvero quando l'organismo per motivi non conosciuti agisce contro sé stesso,danneggiandolo,né più né meno di come fanno virus e batteri, questa volta però con una causa interna al corpo.


 

Oggi si parla più spesso di malattie reumatiche ed autoimmuni rispetto al passato, perché abbiamo imparato a riconoscerle meglio ed in fase precoce,grazie ai nuovi mezzi di diagnosi.


 

Oggi, a Milano, ricorre la prima "giornata delle malattie reumatiche". L'iniziativa vede insieme l'Istituto Auxologico Italiano,in collaborazione con l'Istituto ortopedico "Gaetano Pini" ed il patrocinio della cattedra di Reumatologia dell'Università di Milano.


 

Secondo i presidenti della manifestazione,Flavio Fantini e Pier Luigi Meroni, la conoscenza dei meccanismi basilari ha permesso la messa a punto di nuovi approci diagnostici e terapeutici con indubbi vantaggi.


 

GIAN UGO BERTI

25 mar 2010



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Chirurgia avanzata nell'antico Egitto


Il museo Rosacruciano di San Josè in California conserva una delle collezioni di mummie piu' straordinarie del mondo. Le sue sei mummie, nell'Agosto 1995, hanno richiamato un team di scienziati dalla Brigham Young University per studiarne il DNA. Durante i test radiografici la mummia di Usermontu, sacerdote vissuto durante la 26° dinastia ( 656 - 525 a.C. ) ha rivelato una caratteristica sorprendente. La sua gamba sinistra, all'altezza del ginocchio, presentava alle lastre una protesi metallica di 23 centimetri inserita tramite una complessa operazione chirurgica ( in foto la foto radiografata in due angolazioni differenti ). Il Dr. Wilfred Griggs a capo del team di scienziati della BYU e già noto per avere analizzato le mummie reali del Museo del Cairo e alcune mummie del Fayum, affermò "quando vidi per la prima volta le lastre radiografiche faticavo a crederci. Pensai si trattasse di una protesi moderna, inserita circa 100 anni fa per fissare la gamba della mummia, in quanto non avevo mai visto una cosa del genere ". Ma ad una sucessiva analisi svoltasi il novembre successivo Griggs sembrò sempre piu' convinto che si trattasse di un'operazione antica quanto la mummia. Nel febbraio 1996 il Dr. Griggs ritornò al Museo Rosacruciano per ulteriori analisi e per determinare se ci si trovasse di fronte alla piu' antica forma conosciuta di chirurgia al ginocchio. Le analisi confermarono l'ipotesi. Ecco cosa scrive il Dr. Griggs "con nostra sorpresa non vi erano piu' dubbi che si trattasse di un antico intervento chirurgico. Mai prima di allora una mummia aveva presentato una tale caratteristica". Ancora piu' sorprendente è risultato che il profilo della protesi fosse molto avanzato. Il Dr. Richard Jackson, chirurgo ortopedico della Brigham Young University che ha analizzato le radiografie ha assicurato che "siamo davanti a una protesi dal progetto molto moderno e che noi impieghiamo oggi in chirurgia per stabilizzare correttamente le ossa ". Le analisi sulla protesi hanno determinato che è costituita da puro ferro e che fu inserita quando Usermontu era ancora in vita. Trapanazioni dalla parte posteriore del ginocchio hanno permesso di inserire una piccola sonda che ha rivelato la presenza intorno alla protesi di una resina impiegata come cementificante. Una tecnica avanzata che permetteva anche di stabilizzare la rotazione della gamba. " Sono tecniche biomeccaniche attuali che mai immaginavamo potessero essere maneggiate dagli antichi egizi " ha affermato Riggs. La scoperta fatta sulla mummia di Usermontu è segno ancora una volta della presenza di una scienza avanzata nell'antichità, di cui i sacerdoti egizi custodivano i segreti. Un indizio in piu' di un'eredità culturale molto avanzata e poi dimenticata.

fonte:
http://www.setiufo.org/
Nelle foto:protesi e ferri chirurgici dell'antico Egitto


 

24 mar 2010


A rischio di trasmissione atleti e tifosi ai campionati di calcio in Sud Africa


 

LA TUBERCOLOSI FA PAURA ANCHE IN ITALIA


 

Oggi, si celebra "Giornata Mondiale". 5 mila casi nel nostro Paese


 

ROMA – Anche in Italia,la tubercolosi si va diffondendo,a causa dell'incremento di persone extra-comunitarie provenienti da Paesi dove la malattia è particolarmente diffusa. Ogni giorno nel mondo muoiono, per tale motivo, circa 5 mila persone. In Italia,mancano strutture ospedaliere per ricoveri prolungati,oltre a test e farmaci. Si registrano inoltre ritardi diagnostici di tre mesi e trattamenti scorretti,serve poi formazione specifica dei medici. Sul territorio nazionale si contano cinquemila soggetti colpiti.


 

Oggi,"giornata mondiale",parte una campagna d'informazione "Le suoniamo alla tubercolosi", promossa dall'associazione Stop TB Italia e da Lilly MDR TB Partenership. Obiettivo è la sensibilizzazione dei cittadini su tutti gli aspetti della tbc,dalla prevenzione alla cura,ai possibili contagi cui sono esposti i cittadini,ma anche raccogliere fondi per Gugulethu,baraccopoli di Città del capo,in Sud Africa,dove la tubercolosi uccide tutti i giorni,specie i bambini.


 

La malattia appare ora più vicina proprio per l'avvicinarsi dei mondiali di calcio che porterà l'immagine del Sud Africa in tutto il mondo. Il Sud Africa è il Paese fra i più colpiti ed a rischio possono anche essere atleti,staff,autorità,giornalisti e tifosi. Inoltre stadi,mezzi di trasporto,ristoranti ed alberghi sono infine luoghi di trasmissione di tale affezione.


 

GIAN UGO BERTI


 


 

Metti foto di Koch o del bacillo al microscopio o d'Africa con popolazione fra capanne o nel deserto o nella jungla

23 mar 2010



SE LA BOCCA INVECCHIA,STA A VOI FARLA RINGIOVANIRE

i suggerimenti della Harvard Medical School di Boston


Anche la bocca,come tutte le parti del corpo,inevitabilmente invecchia. Pochi però sanno come esistano molti e semplici modi per rallentare questo processo. Ecco i suggerimenti della Harvard Medical School di Boston:

- Una vita passata a sgranocchiare,rosicchiare e masticare consuma lo strato esterno di smalto e smussa l'affilatura. La superficie viene anche aggredita da alimenti acidi come gli agrumi e dalle bevande gassate. I pilastri comunque della prevenzione sono spazzolare,passare il filo interdentale e sottoporsi regolarmente a sedute d'igiene dentale. E' la maniera più concreta per evitare problemi.

Lo smalto si macchia inoltre con il caffè,thè,vino rosso. I gel sbiancanti contenenti perossido li schiariscono,ma fino ad un certo punto. Dentifrici e collutori hanno effetto benefico,seppur transitorio. Parlatene col dentista.

- supporto essenziale sono invece le gengive,il tessuto umido e morbido che riveste la cavità orale. C' è però un problema,la parodontite che riduce di estensione e volume le gengive,i denti dondolano e si deteriora l'osso mandibolare. La perdita della dentatura,specie negli anziani,comincia quando la placca si accumula fra dente e gengiva. Soluzione:il detartraggio, a qualsiasi età quando ce ne sia bisogno ed accanto,secondo parere medico,antibiotici fino alla chirurgia nei casi più gravi.

- Anche il tabacco svolge un ruolo negativo, spesso l'iniziatore di un processo tumorale,sovente a carico di labbra ( più freqntemente colpita l'inferiore) e lingua. Ed ancora, da ricordare l'herpes labiale e l'infezione da funghi.

- Negativo segnale è la secchezza delle fauci: può essere l'effetto collaterale di alcuni farmaci come i beta bloccanti impiegati in cardiologia,gli anticonvulsivanti,con proliferazione gengivale. Una buona igiene orale può combattere la situazione.

- Con la bocca secca si hanno alito cattivo,maggiori infezioni,difficoltà a masticare ed ingoiare. Per umidificarla, ricorrere a gomme da masticare,caramelle senza zucchero. Negativo è anche l'uso di alcool e bevande contenenti caffeina. Maggiore ,infine ,è il rischio di carie.

- denti sani,in corpo sano. Star bene in salute vuole dire anche star bene in bocca: situazioni come diabete,cardiopatie,ictuis e malattie repiratorie sono la base per difficoltà nelle funzioni della bocca. E' possibile un fatto inverso:il diabete crea problemi alla bocca e problemi orali agiscono contro il diabete. In mezzo,il più delle volte, i danni vascolari.

- conclusioni:è indispensabile lavarsi i denti con un dentifricio al fluoro e passare il filo almeno due volote al giorno. Controllo frequente,infine, dal dentista.


GIAN UGO BERTI

22 mar 2010



L'ANTICA MEDICINA INDIANA (AYURVEDA)

(Amadio Bianchi)

Ogni disciplina, scientifica o metafisica, ha come base una interpretazione filosofico-matematica della natura e delle sue regole che la caratterizza e la distingue. Così è anche per la medicina indiana più tipica: l'Ayurveda.

I pilastri di questo edificio sono costituiti da elementi di una antica visione filosofica, dualistica, denominata Samkya, anteriore all'avvento del Buddha ma anch'essa atea. Per tradizione si attribuisce a Kapila l'onere di aver redatto il testo anche se, come afferma Radhakrishnan nel suo trattato La filosofia Indiana, nessuna scuola filosofica ha origine in tutta la sua pienezza dalla mente di un solo uomo. Troviamo, infatti, tracce di questo "punto di vista" già nel Rg Veda e nelle Upanisad o perlomeno riferimento a termini che saranno poi adottati dallo stesso Kapila.

Come forse non tutti sanno, il Samkhya è uno dei "Sat Darshana" o sei punti di vista Brahmanici ortodossi, i quali nel corso della storia del pensiero filosofico indiano ebbero il compito di enunciare alcune speculazioni riguardanti la natura dell'universo in generale. Essi sono ancora oggi considerati sistemi autorevoli del pensiero indù in quanto pur essendo diversi hanno in comune le radici negli antichi testi sacri denominati Veda.

Personalmente ritengo che per comprendere i fondamenti teorici dell'Ayurveda e dello Yoga si debba passare attraverso un esame del Samkhya.

Bisogna premettere che i filosofi e gli scienziati che hanno voluto indagare alla ricerca dei principi della "Manifestazione", per ovvia costituzione limitata umana, hanno nelle loro enunciazioni costretto l'infinito molteplice in regole finite tentando così di trovare elementi fondamentali ed inscindibili costituenti il presupposto su cui poggiare con sicurezza le loro interpretazioni.

Così è anche per il Samkhya dove con ventiquattro elementi base (Tattva o principi della realtà) si procede a costituire una piramide interpretativa, tuttavia priva di vertice o causa prima trascendente.

Nella mia esposizione ritengo interessante iniziare l'analisi partendo dalla sommità di questo schema.

Gli antichi saggi relatori di questa dottrina, decretarono che due componenti la natura, erano da considerarsi principi ultimi, eterni ed assolutamente incausati: il Purusa e la Prakrti. Il primo può essere considerato, da un certo punto di vista, l'Energia Cosmica Spirituale inespressa. Esso è il Veggente sprovvisto sia di qualità, sia di attributi; la coscienza cosmica impassibile ed immutabile che nel microcosmo ritroviamo riflesso nel puro soggetto interiore ripulito dall'identificazione nella materia.

La seconda, è l'Energia Cosmica Materiale, priva di coscienza ma attiva e dinamica, l'oggetto con il quale erroneamente si identifica il soggetto.

Dalla unione dei due si origina, secondo alcune scuole, il male in quanto, la Prakrti indurrebbe il Purusa a considerare bello e eterno, tutto ciò che in verità sarebbe doloroso e impermanente.

Scopo dell'Ayurveda, come del resto anche dello Yoga, sarebbe di liberare l'uomo dall'identificazione del soggetto nell'oggetto mediante la discriminazione.

Ma per tornare al macrocosmo, mi sembra di comprendere che questi due costituenti, potrebbero godere in natura di uno stato di quiete e inattività fino a quando non entrano in contatto tra di loro. Sarebbe come a dire che, se si ammette un inizio, l'uno è in grado di attivare l'altro. In poche parole, quando lo spirito entra nella materia la attiva. La conseguenza di tale affermazione potrebbe portarci a considerare lo spirito come responsabile e forse anche, per altre scuole interpretative, causa prima anche se, onestamente, mi pare che i fautori di questo movimento di pensiero non desiderassero presentare l'idea di un Dio sia manifesto, sia trascendente, che potesse essere la causa prima di entrambi sia il Purusa, sia la Prakrti, vedendoli, come altre scuole ammetteranno, come aspetti della manifestazione divina.

Come già detto all'inizio, il Samkhya è ateo, è inutile pertanto cavillare, come alcuni studiosi fanno, nel tentativo di trovare un aggancio per un recupero teistico di tale metodo d'indagine.

Quando il Purusa e la Prakrti, dunque, entrano in contatto tra di loro per un motivo del quale non viene dichiarata la causa, sembra avere inizio l'universo animato che si presenta come evoluzione della Prakrti, sempre secondo questa filosofia, in un primo amalgama, denominato Mahat nel quale sono già attive le qualità che determineranno in seguito, le caratteristiche di ogni singolo agglomerato di materia compreso quello umano. Tali qualità (Guna), se riferite al macrocosmo o all'aspetto microcosmico intellettivo sono: Sattva, Rajas e Tamas.

La prima è la coscienza potenziale, la spinta verso la perfezione, tutto ciò che è in grado di generare bontà e felicità. È leggero, trasparente e illuminante. Esso tra l'altro è responsabile e determinante la formazione dei cinque sensi conoscitivi o jnanendriya: udito, tatto, vista, gusto e olfatto.

La seconda è l'attività, compreso il divenire del mondo; è responsabile di produrre dolore e spingere alla attività febbrile. Determina lo sviluppo degli organi di azione karmendriya: parola, mani, piedi, organi di riproduzione, organi di escrezione.

La terza, infine, Tamas è ciò che si contrappone all'attività, è l'apatia, l'indifferenza che conduce all'ignoranza e all'inerzia. Dal Tamas procedono dapprima i cinque tanmatra o elementi sottili: suono, tatto, forma sapore e odore, poi, con una successiva condensazione, i cinque elementi grossolani (maha-bhuta): spazio, aria, fuoco, acqua e terra.

I tre Guna o qualità della Prakrti non sono mai separati ma convivono in interrelazione dinamica tra di loro, si mescolano e si sostengono a vicenda.

Ecco che, nella medicina Ayurvedica, troviamo rappresentate nel corpo, manifestate fisicamente e più concretamente le tre qualità, definite in questo caso: Vata, Pitta e Kapha (tridosa).

Il medico Ayurvedico, tra l'altro, è in grado di sentire la loro presenza auscultando anche semplicemente il polso. Non si tratta di una interpretazione occidentale del battito cardiaco ma della capacità di avvertire il pulsare di queste qualità in tre punti vicini, sia nel braccio destro, sia nel sinistro alla ricerca di eventuali anomalie o disarmonie tra di loro.

I Dosa (peculiarità-difetti) si manifestano nel corpo con queste caratteristiche divergenti: il Vata corrisponde al secco, freddo, ruvido, leggero, può essere anche il magro ed è situato nella parte bassa del corpo; Il Pitta è calore, fluidità ma anche acidità ed è situato al centro del corpo; infine il Kapha che è la pesantezza, il freddo, la solidità, il grasso e lo ritroviamo collocato nella testa e nel torace.

All'atto della nascita, insieme al patrimonio genetico, l'uomo porta con sé le sue caratteristiche di base, ma queste possono essere sicuramente modificate lungo il percorso della vita dal contenuto della mente (manas) per cui, si afferma che, anche la costituzione dei dosa, è variabile. Affermo che la medicina Ayurvedica sostiene l'ipotesi dell'origine psicosomatica delle malattie. Per questa ragione essa si occupa anche del mentale ed i medici sono sempre pronti a dare consigli ai pazienti per portarli ad una purificazione della loro mente, al risveglio dello stato di attenzione e della conseguente consapevolezza, preludio della coscienza.

La strada è quella di ammettere che esiste una visione soggettiva ed una oggettiva. La prima è preda dell'ego. Ma vediamo da dove ha origine nell'Ayurveda il concetto di ego: quando la manifestazione viene toccata dall'impulso dell'evoluzione si attiverebbe un principio cosmico di coesione "separatista" chiamato ahamkara in grado con la sua forza centripeta di far coagulare la materia inerte portando, le particelle dell'universo, a condensarsi in corpi separati. Da tale principio deriverebbe il senso dell'Io o principio di individuazione soggettiva, nemico della visione oggettiva, che spesso viene vista nelle discipline indiane come l'ostacolo alla realizzazione.