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11 mar 2010

 


 


 


 


 


 

06/03/2009


 

GIORNATA MONDIALE DEL RENE, IL 12 MARZO
LA PREVENZIONE È PROTAGONISTA


 

Una persona su dieci soffre di un disturbo ai reni. Su un milione di abitanti, 220 iniziano ogni anno un trattamento con il rene artificiale. Nel 2010 si stima che saranno 2 milioni i pazienti in dialisi cronica a livello mondiale. Sono questi i dati da cui parte, il prossimo 12 marzo, la giornata mondiale del rene. Un'occasione per ribadire l'importanza della formazione e della prevenzione per le patologie renali, che i dati più aggiornati dimostrano essere in costante aumento.

Organizzata in Italia da Sin, Fir, Croce Rossa e con il sostegno di Amgen Dompeè, la giornata mondiale del rene prevede nel nostro Paese due luoghi di incontro e divulgazione: le piazze e le scuole. Saranno 65 i centri italiani che ospiteranno i camper dedicati alla manifestazione, che offriranno un controllo gratuito della pressione e delle urine. Lo stesso accadrà in molte scuole superiori, dove i ragazzi parteciperanno anche ad incontri di formazione, mentre le nefrologie apriranno al pubblico per test e informazioni e saranno distribuiti 60 mila opuscoli su come fare prevenzione.

Il messaggio di questa edizione della giornata mondiale del rene è legato all'ipertensione. La pressione alta, infatti, è legata a doppio filo con la malattia renale cronica: può esserne la causa, contribuire alla sua progressione e, allo stesso tempo, essere una delle conseguenze di un malfunzionamento dei reni. «I reni – spiega Antonio Dal Canton, presidente della Società italiana nefrologia (Sin) - hanno una funzione importante nel filtrare il sangue ma la pressione troppo elevata ne danneggia i vasi e riduce quindi la quantità di sangue filtrato. Inoltre il malfunzionamento dei di questi organi porta conseguenze gravi come l'ipertensione, patologie cardiovascolari come ictus, infarti e scompensi cardiaci e, nei casi di insufficienza cronica, alla necessità di sottoporsi a dialisi per tutta la vita».

Si stima che siano oltre 2 milioni le persone in Italia che soffrono, spesso inconsapevolmente, di danni renali, correndo il rischio di sviluppare complicazioni cardiovascolari invalidanti o addirittura mortali, o anche la dialisi a vita. Nonostante ciò, gli italiani non pensano molto alla salute dei propri reni, come emerge da una recente ricerca condotta da Gfk Eurisko su un campione di 1400 persone. Il 49% degli intervistati sostiene infatti che non si possa fare nulla per prevenire il danno renale, e fra il 24% degli Italiani che hanno dichiarato di aver effettuato controlli mirati alla prevenzione delle patologie renali, solo il 4% ha citato il controllo della pressione. E questo è ancora più preoccupante se si pensa che, generalmente, le patologiche renali sono asintomatiche.

In questo quadro, la prevenzione diventa fondamentale. Va quindi incoraggiata la pratica del controllo tempestivo non solo per chi ha una storia familiare incline allo sviluppo di disturbi renali, ma per tutti i cittadini, in quanto la diagnosi precoce aumenta le possibilità di guarigione. I trapianti di reni, infatti, sono procedure complesse, e non sempre c'è un organo disponibili. «I trapianti renali hanno avuto un notevole incremento negli ultimi anni – afferma Vittorio Andreucci, presidente della Fondazione italiana rene (Fir) - ma le donazioni di organi non sono mai sufficienti. Inoltre, molti pazienti non sono in grado di ricevere un trapianto, o per le complicanze della malattia o perché troppo anziani».

A cura della Redazione di UroDoc

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