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FARMACI E TUMORI:MEGLIO LA CURA PER BOCCA
Metà dei pazienti in terapia endovenosa chiedono la scelta della via orale. Problemi amministrativi. Il pensiero dell’AIOM
ROMA - Fra i pazienti tumorali sottoposti a terapia endovenosa, più della metà preferirebbe assumere lo stesso trattamento per bocca. Fra i motivi,soprattutto la comodità,la maggiore indipendenza e la praticità, gli aspetti legati alla domiciliarità e quindi alla minor presenza in ospedale. E’ quanto emerge dal sondaggio condotto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica.
Non dobbiamo però dimenticare il rischio rappresentato da una scarsa aderenza al trattamento da parte del paziente – precisa il prof.Marco Venturini,presidente eletto dell’AIOM – con una conseguente,ridotta efficacia o maggiore tossicità dovuta all’assunzione di dosi sbagliate. Sovente,infatti,si tratta di malati che già assumono ulteriori medicinali.
Per i pazienti,comunque, c’è la possibilità di seguire questo tipo di trattamento che si traduce in una miglior qualità di vita:il 42% dedicherebbe più tempo alla famiglia,il 31% al lavoro ed il 15% agli hobby.
Bisogna ricordare che,a questi trattamenti, non è riconosciuta pari dignità rispetto a quelli infusionali: viene cioè rimborsato il solo costo del farmaco. Il realtà, conclude Venturini,la loro somministrazione richiede l’impegno del medico,dell’infermiere e dell’èquipe sanitaria,per cui non possono essere collocati nell’ambito delle terapie a scarsa complessità
GIAN UGO BERTI
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