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23 nov 2010


RISCHIO FRATTURE: TRE TEST PER PREVENIRLE
Dal congresso della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia di Roma. Un sistema per valutare il rischio del soggetto per il successivo decennio


ROMA – Basta mezz’ora per individuare, attraverso semplici test fatti di domande e valutazioni cliniche, i soggetti ad alto rischio di fratture di femore (80 mila l’anno in Italia). A sottoporsi, le donne in post – menopausa e gli uomini oltre i 70 anni. I dati raccolti dalla studio INDACO 2 e presentati al congresso della Società italiana di Ortopedia e Traumatologia in corso a Roma, dimostrano che la perdita della capacità di camminare triplica il rischio di frattura, che si quadruplica in caso di deficit cognitivi come la perdita della memoria.
L’età media delle fratture femorali – si spiega nell’indagine – è ad 82 anni perché la prevenzione è migliorata. Molto resta ancora comunque da fare perché una persona su quattro muore entro un anno dall’evento ed il 60% non torna autosufficiente.
Dito puntato su tappeti,animali domestici, pantofole e scarsa illuminazione,alla base di un terzo delle cadute. Basta invece mezz’ora di cammino, tre volte la settimana, per abbattere della metà il rischio traumi.
Ecco i test: il primo consiste di dieci, semplici domande specificatamente studiate per individuare il rischio di frattura nei dieci anni successivi, indagando sulla familiarità di traumi, fratture pregresse,abitudine al fumo. Il secondo mette in una scala di valori i pazienti secondo che siano capaci di camminare prima della frattura, se siano non autosufficiente e se salgano le scale da solo e camminino bene. L’ultimo riguarda,invece, le funzioni cognitive come ad esempio la memoria: domande che richiedono di sapere il nome dell’attuale Papa, il proprio numero di telefono, il nome della madre, una piccola operazione di calcolo matematico.
In base alle risposte, il medico di famiglia potrebbe avere a disposizione – eseguendo il test una volta l’anno – un quadro predittivo per il decennio successivo circa l’entità del rischio di fratture del soggetto e da qui iniziare o il ricorso a farmaci od a suggerire soluzioni preventive basate sull’igiene di vita.


GIAN UGO BERTI

(riproduzione vietata)

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